di ROBERTO ZANNI

Lo aveva ricordato l'altro giorno Luigi Vignali, Direttore generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie: "Noi vogliamo far sapere che in Italia è vietato cedere il proprio plico elettorale e che questo comporta sanzioni penali". Quali? L'Art.18 della Legge 459/2001, la legge Tremaglia, dice testualmente: "1. Chi commette in territorio estero taluno dei reati previsti dal testo unico delle leggi recanti norme per l'elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e successive modificazioni, è punito secondo la legge italiana. Le sanzioni previste all'articolo 100 del citato testo unico, in caso di voto per corrispondenza, si intendono raddoppiate".
 Ecco allora l'Art.100. "1. Chiunque, con minacce o con atti di violenza, turba il regolare svolgimento delle adunanze elettorali, impedisce il libero esercizio del diritto di voto o in qualunque modo altera il risultato della votazione, è punito con la reclusione da due a cinque anni e con la multa da 309 a 2.065 euro". Senza dimenticare la base di tutte queste leggi e decreti, cioè l'Art 18 della Costituzione italiana che recita: "Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico". E visto che le sanzioni per il voto all'estero si intendono raddoppiate, solo per la reclusione, in caso di condanna si andrebbe dai quattro ai dieci anni.
Un lungo preambolo, ma assolutamente necessario per giungere a una sola conclusione: denunciamo Aldo Lamorte e lasciamo che sia la Giustizia italiana a giudicarlo. Perchè se consentiamo addirittura a un componente di ben due organismi che rappresentano gli italiani all'estero, C.G.I.E. e Comites, di infrangere la legge e in maniera così palese, sbeffeggiando con il suo comportamento da boss della malavita, una nazione intera e una grande comunità italiana, allora, almeno da un punto di vista morale queste votazioni, in Italia e all'estero, avranno perso tutto il loro significato. Perchè dopo aver visto immagini e video, aver letto l'ottimo servizio del collega Matteo Forciniti, il disgusto ha preso il sopravvento.
Possibile che un tal mercenario possa continuare a fare quello che vuole, infischiandosene di tutto a cominciare dalle leggi? E se il furto di un voto è documentato, alterando, così come afferma l'Art.100 del Decreto 30 marzo 1957 n. 361, il risultato delle votazioni, quanti altri saranno finiti nelle sue capienti tasche e del Maie? C'è allora una associazione a delinquere che opera in Uruguay durante le elezioni o si è trattato solo di una personale decisione del sunnominato lugubre personaggio? La speranza è che sia la Giustizia a deciderlo, ma nel frattempo il Maie, cioè Ricardo Merlo, non farebbe male a distanziarsi costringendo il suo amico/pupillo a dimettersi dai due incarichi che detiene (C.G.I.E. e Comites).
E infine se davvero l'Ambasciata di Montevideo e il suo ambasciatore rappresentano l'Italia e gli italiani in Uruguay, e non appoggiano partiti o movimenti politici.......dovrebbero intervenire subito: denunciando un simile comportamento, ma anche andando a rivedere come si sono svolte le elezioni del Comites e le decisioni che lo stesso organismo ha preso con una presenza così inquinante al suo interno.