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dio Andrea Segré

Il  29 settembre ricorre la terza giornata Onu per la consapevolezza su perdite e sprechi alimentari. E Waste Watcher International, l'Osservatorio della Campagna Spreco Zero, anticipa alcuni dati del Cross Country Report sullo spreco alimentare (la versione integrale verrà presentata il prossimo 13 ottobre a Roma). L'edizione 2022, realizzata assieme a Ipsos su un campione rappresentativo di 9 mila cittadini in 9 Paesi (Italia, Spagna, Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Sudafrica, Brasile, Giappone), guarda i comportamenti di consumo alimentare con una metodologia mai testata prima a questo livello.

Se le prime anticipazioni dell'indagine 2022 confermano il forte collegamento fra abitudini di consumo, spreco alimentare, diete sane e sostenibili come la Dieta mediterranea, e salute, un segnale di allarme viene dall'incremento dello spreco di ortofrutta in tutti i Paesi analizzati.

In Italia gettiamo individualmente 30,3 grammi di frutta alla settimana. Ci superano però gli Stati Uniti, con 39,3 grammi a testa, la Germania con 35,3 e il Regno Unito che si attesta su uno spreco settimanale di 33,1 grammi a testa. In tema di spreco della frutta vanno meglio il Sudafrica (11,6 grammi) o la Francia (25, 8 grammi). E ancora, in Italia gettiamo ogni settimana 21 grammi di verdure, 22,8 grammi di pane fresco e 22,8 grammi di tuberi, aglio e cipolle. Mentre altrove, nella nefasta "hit" degli alimenti più sprecati, entrano per esempio latte e yogurt (38,1 grammi settimanali negli Stati Uniti, 27,1 in Germania), o ancora gli affettati e salumi (21,6 grammi in Francia, 14,2 grammi settimanali in Giappone), ma anche riso e cereali che in Brasile si gettano per 27,2 grammi settimanali, o i cibi pronti che i giapponesi sprecano in misura media di 11,5 grammi settimanali. 

Lo spreco di ortofrutta, variabile da Paese a Paese ma comunque critico rispetto all'adozione di diete sane e sostenibili (come quella Mediterranea per l'Italia), potrebbe essere causato anche dal crescente impoverimento economico della popolazione (inflazione alimentare anche a due cifre) e dal relativo abbassamento della qualità dei prodotti: si acquistano quelli che costano meno e quindi, probabilmente, deperiscono prima. Spesso senza sapere che gli stessi potrebbero essere surgelati per allungarne la vita, ad esempio. Ma è l'aumento dei costi energetici che più influenza i comportamenti alimentari di questa fase caratterizzata dalla coda pandemica, dalla guerra e dagli effetti legati al continuo global warming: un'inflazione alimentare che domina in tutti i Paesi rilevati. Nel 2022, annus horribilis per i costi energetici in tutto il pianeta, l'Osservatorio Waste Watcher International ha stimato quanto incide il costo energetico dello spreco alimentare domestico: si è passati da un costo di 1,61 miliardi di euro del terzo trimestre del 2020 a 4,02 miliardi del terzo semestre del 2022. Dunque se aggiungiamo il costo energetico al valore economico dello spreco alimentare domestico (7 miliardi di euro nel 2022 sulla base del report diffuso nel febbraio scorso) si superano gli 11 miliardi l'anno.

Lo spreco alimentare domestico, oltre a determinare a monte lo spreco di risorse naturali (suolo, acqua) utilizzate per produrre il cibo, comporta anche un'ulteriore perdita economica, sempre più grande dato l'aumento del costo dell'energia registrato negli ultimi due anni. Ridurre lo spreco alimentare determinerebbe una diminuzione non solo dell'impronta energetica ma anche degli impatti ambientali, considerando che la grande parte dell'energia usata nelle filiere agroalimentari è di origine fossile.

Come fare? Le indicazioni della Campagna Spreco Zero verso vanno verso una "spinta gentile" con programmi di educazione alimentare nelle scuole per far capire alle famiglie che il cibo ha valore assieme a un coinvolgimento di tutta la popolazione in una sfida comune - perché mangiare (bene) dobbiamo e vogliamo tutti. Lo ius cibi, il diritto a un'alimentazione adeguata dovrebbe essere riconosciuto ovunque. Tanto più necessario se il costo dell'alimentazione aumenta come aumentano i poveri alimentari, che sono anche poveri energetici. E' allora cruciale, in questo preciso periodo storico, che il nuovo Governo agisca tempestivamente contro lo spreco alimentare.