di Ottorino Gurgo
C'è una vecchia regola nel mondo dell'informazione secondo cui una notizia suscita maggiore interesse nell'opinione pubblica se viene accompagnata da un'immagine. In pratica se una semplice notizia suscita l'interesse di dieci persone, unita ad una foto ad interessarla sono in venti.
La regola può essere tranquillamente trasferita al mondo della politica e i fatti l'hanno indiscutibilmente dimostrato. Il centrodestra ha vinto grazie all'immagine di Giorgia Meloni, come, oltre vent'anni fa, aveva prevalso in virtù di Silvio Berlusconi.
Insomma, affinché provochi l'attenzione dell'elettorato, una forza politica deve presentarsi agli occhi di coloro ai quali si rivolge per ottenerne il consenso, con una leadership quanto più possibile accattivante. E uno dei motivi dell'insuccesso del centrosinistra nelle recenti elezioni è proprio questo: la mancanza di una vera leadership.
Un partito che, come il Pd, ha - o, quantomeno, dovrebbe avere - una caratterizzazione popolare non può prescindere dall'avere alla sua guida un leader dotato di un forte carisma. Ora, anche coloro che ammirano Enrico Letta non possono non riconoscere che, tra le doti dell'attuale segretario il carisma certamente non è compreso.
Sarà dunque opportuno, al prossimo congresso di gennaio, venga individuato un segretario dotato di forte personalità, in grado di ridare al partito - che sembra averla perduta - una sua identità e di riunificare il centrosinistra, chiamando a raccolta le forze e gli uomini che sono stati protagonisti di una inaccettabile diaspora, ivi compresi Carlo Calenda, Matteo Renzi e Per Luigi Bersani che Letta ha trascurato a volte anche per rancori personali e per inseguire tenacemente, a scapito di ogni altra ipotesi, i cinquestelle di Giuseppe Conte in un'alleanza che non ha minimamente giovato al Pd. Anzi, ha acuito le divisioni interne e danneggiato il partito all'esterno.
Quel che serve al Pd e all'intero centrosinistra, è un leader forte, carismatico, capace di dare a questa coalizione l'identità che ha perduto. Da questo punto di vista le esperienze del Pd (Zingaretti prima è Letta ora ) sono state devastanti.
Adesso mancano poco più di tre mesi alla celebrazione di un congresso che potrà avere valore decisivo per stabilire se il centrosinistra può ancora essere competitivo nei confronti del centrodestra.
Le candidature finora emerse non sono particolarmente esaltanti anche se forse un nome prevale su tutti gli altri. E la domanda da porsi è, dunque: c'è tra i democratici un leader - ma che sia davvero un leader - capace di ricostruire un partito che sembra, da alcuni anni, andare alla deriva?
Se c'è si faccia avanti perché per un partito che rischia quello che il Pd sta rischiando, indugiare non è più possibile.
Ottorino Gurgo