LA REDAZIONE

Vogliamo precisarlo sùbito. Non critichiamo (anche duramente) Aldo Lamorte per partito preso o perché un giorno ci siamo svegliati e abbiamo deciso di percorrere questa strada. Assolutamente no. Ma noi crediamo fermamente in una politica pura, dove non ci devono essere fraintendimenti di alcun genere. Dove bisogna allontanare più possibile dall'opinione pubblica le voci di brogli e interessi personali. Perché la gente ne ha le scatole piene di sotterfugi ed espedienti vari – sia ben chiaro, riferito a tutti i palazzi del potere e non in questo caso specifico. La disaffezione degli elettori alle urne è figlia proprio di questa mancanza di fiducia verso le istituzioni che sembrano pensare più che altro ai propri orticelli, piuttosto che pensare al bene della collettività. Che stupida non è e con l'astensionismo ha dato un segnale chiaro: basta così, ne abbiamo viste davvero troppe.

Di certo il buon Lamorte c'ha messo del suo per mettersi nei panni di chi è finito nell'occhio del ciclone. L'aver mostrato un tutorial di come si sarebbe votato il 25 settembre avendo in mano una scheda elettorale di una donna che a sua volta ha dichiarato di non esserne poi mai venuta in possesso è una cosa di una gravità inaudita. Perché a pensare male ci si azzecca sempre: chissà alla fine su quella scheda chi sarà il stato il premiato...

La nostra non è una battaglia in solitaria e personale, se è vero che anche il tg satirico 'Striscia la Notizia' ha dato ampio risalto a questo piccolo grande scandalo, nonché a tutti i presunti brogli avvenuti in Argentina, ma anche in Europa legati al voto degli italiani all'estero. Ma noi, avendo la redazione a Montevideo, non possiamo che concentrarci in primis alle cose a noi più vicine. Chi ci segue – e sappiamo che i lettori sono tantissimi, più di 60mila al giorno, e tutti certificati – sanno benissimo che abbiamo parlato di Lamorte anche in passato, denunciando il fatto che ha usufruito delle pagine de 'La Gente d'Italia' per una propria pubblicità elettorale. 17 pagine regolarmente andate in stampa, ma mai saldate: in soldoni, Lamorte non ci ha mai pagato come sarebbe stato giusto fare. Non trovate?

Come si dice a Napoli, 'ci ha fatto fessi'. Ma almeno non contenti. Perché abbiamo portato alla ribalta questo comportamento di una persona che, per noi, non può ricoprire un ruolo di rappresentanza per gli italiani all'estero. Noi, ovviamente, non ci possiamo fidare di un siffatto personaggio, come potete ben comprendere. Anche perché sempre questa persona, successivamente, ha addirittura dichiarato che il giornale non esisteva. Ma come, ti compri le pagine di un media e solo dopo dici che non esiste perché magari speri di non fargli avere i contributi pubblici per l'editoria con la speranza che chiuda? E difatti anche negli scorsi mesi, da presidente del Comites,  si è ripetuto ed ha fatto sì che la maggioranza la pensasse come lui, sempre con lo stesso obiettivo: fermarci, cosicché si possa "lavorare" più tranquillamente senza gli occhi addosso di un giornale che non guarda invece in faccia a nessuno.  

Ci ha accusato  - sempre insieme con l' ambasciatore Iannuzzi al quale non sta bene la nostra linea editoriale - di essere divisivi, di diffondere notizie false nella collettività... Notizie - come quelle del suo broglio elettorale che sta rimbalzando sui giornali e sulle tv di tutto il mondo -  che sono invece semplicemente  verissime ma non gradite a loro e a molte persone del loro entourage. Certo, fa parte di quel processo di delegittimazione dei media che in Italia e nel mondo sta avendo effetti corrosivi, con l'aumento della sfiducia in tutte le istituzioni.

I pericoli di questa tendenza sono palesi. Ma il valore di una stampa libera e indipendente è oggi più che mai necessaria. E trova ampi consensi nelle sentenze dei  tribunali dove normalmente ci si rivolge per avere giustizia quando pareri e relazioni difformi da quelli richiesti bloccano per esempio l'erogazione dei contributi per la stampa. E sapete perché? Perché la stampa libera getta le basi per la democrazia, è fondamentale per la giustizia e per i diritti umani, ed è una delle garanzie più importanti contro l'autoritarismo e gli abusi di potere.   Bene, come  detto prima, tempo fa signor Lamorte  scrisse e denunciò Gente d'Italia  alla magistratura uruguaiana per " parole lesive della mia onorabilitá essendo state scritte tutte falsitá. Sono moltissime le persone che mi conoscono e sanno come mi comporto...".

Scrisse che ci sono persone che sono legate a lui e ammirano il suo modus operandi. Ci mancherebbe altro. Basti pensare a tutti quegli individui cui Lamorte ha risolto - complici i responsabili di allora dell' ambasciata - in quattro e quattr'otto problemi legati per esempio a passaporti o alla cittadinanza...mentre altri aspettano ancora il loro turno... Come ha fatto negli anni a far superare i nominativi degli elenchi come per esempio accaduto per il fratello e la sua  famiglia?? Ce lo spiega Lamorte o dobbiamo farlo chiedere ufficialmente dai nostri legali all'ambasciata di Montevideo attraverso le legge di "Accesso agli atti"? Perché é soltanto concedendo questi favori che si conquistano voti... O il nostro ha fatto altro per la collettivitá italiana in Uruguay??? A noi e non solo a noi, non risulta... E l' ex sottosegretario Merlo, che é anche il presidente del Maie, il partito che ha promosso nel video incriminato, cosa ne pensa? Lamorte cosí tutela gli interessi degli italouruguaiani??? 

Bene, per inciso,  la sua denuncia alla magistratura uruguaiana non trovò seguito.... E noi cominciamo a pensare che il signor Aldo Lamorte, persona di cui stiamo parlando negli ultimi giorni, abbia una doppia personalità. Per dirla al modo dello scrittore Robert Louis Stevenson, sia un po' Dr. Jekyll e un po' Mr. Hyde. Nel romanzo il Dr. Jekyll è infatti alto, rispettabile ed educato. Un po' come si definisce, a parole, Aldo Lamorte, rappresentante del Maie in Uruguay, che nella lettera inviata tempo fa all'attenzione del Comites (come risposta ai nostri articoli che lo riguardavano) si definiva una persona d'onore con una dignità da difendere. A parole, sappiamo bene,  tutti siamo in grado di difenderci facilmente perché basta, come si dice in gergo, buttare un po' di fumo negli occhi e... passa la paura! E Lamorte, essendo politicante di professione, di parole riempie a bizzeffe i suoi interlocutori. Ma secondo noi, almeno qualche volta, suole trasformarsi nel l'alter ego del Dr. Jekyll, quel Mister Hyde dal lato oscuro, quando alle parole deve far seguire i fatti.  E noi, onestamente e per amore della nostra professione, non riusciamo a stare con gli occhi chiusi. I nostri lettori sanno bene che questo è un giornale che non pubblica le cosiddette veline inviate dai vari uffici stampa dei politici o dall' ambasciata che dicono "va tutto bene, tranquilli". No, noi scriviamo nero su bianco, andiamo avanti per la nostra strada alla ricerca della verità, anche se a volte fa male non solo scriverla, ma anche pensarla.

Oggi però Lamorte è stato denunciato alla Procura italiana e a quella uruguaiana non per un reato amministrativo per il quale non esistono purtroppo soluzioni e castighi... no,  ma per avere  infranto la legge elettorale e anche la privacy - mostrando un certificato elettorale non suo. Eppure nonostante l' evidenza, il video, non ammette il reato, non si giustifica ma si mostra come sempre sprezzante, arrogante... "Questo non è un tribunale..." ha avuto il coraggio di dire ai membri del Comites che hanno chiesto spiegazioni sul suo operato.  

In tribunale Lamorte ci andrà, certamente. E non solo in Italia....perchè ieri alcuni  membri di minoranza del Comites lo hanno denunciato anche alla magistratura uruguaiana

Come si dice  tutti i nodi vengono al pettine. Prima o poi...