Giorgia Meloni (foto depositphotos)

Dopo quella ottenuta alla Camera, per il governo Meloni è arrivato anche il giorno della fiducia del Senato, arrivata in tarda serata, con 115 sì e 79 no. 5 gli astenuti. Nel suo intervento, la neo presidente del Consiglio ha chiesto alle opposizioni di “giudicare il governo dal merito, senza pregiudizi” annunciando, poi, "un piano contro il caro energia" e dicendosi pronta alla "lotta contro la speculazione". La leader di FdI, rivolgendosi all'Aula di Palazzo Madama, ha anche ricordato che l’Italia “ha tante criticità" e che ora occorre fare "un'operazione verità" sulle condizioni del Paese "che ereditiamo". Quanto alle mosse iniziali dell’esecutivo, la premier ha chiarito che si partirà dal "taglio del cuneo fiscale di cinque punti" e che si procederà con “l'innalzamento del tetto all'uso del contante che penalizza i poveri" da 2mila a 10mila euro, come previsto da una proposta della Lega. La Meloni ha quindi annunciato una accelerazione sull'attuazione del Pnrr e sul conflitto in Ucraina, ribadendo il pieno sostegno a Kiev perché "per favorire i negoziati l'unica possibilità è che ci sia un equilibrio tra le parti". Parlando poi della "questione meridionale", la premier ha dichiarato l'obiettivo di "impedire che una ricchezza prodotta al Sud vada in altri territori”. “Al Sud c'è tutto per produrre le rinnovabili. Potremmo fare del Mezzogiorno d'Italia l'hub energetico d'Europa. Bisogna sbloccare il meccanismo perverso che blocca i fondi strutturali e forse una due diligence su tutte le risorse nazionali" ha concluso.