DI NADIA BOFFA

C'erano anche i bambini, vestiti di nero. Con fez in testa. Seguivano il corteo dei genitori. E poi i negozi che vendevano felpe, t-shirt e gadget del duce. Con la gente in fila, fuori, ad aspettare il proprio turno per comprare le maglie meno costose. Nove euro per una felpa con la scritta 'Boia chi molla', 15 euro due, 20 euro per la felpa 'Marcia su Roma'. In vetrina busti del duce di ogni tipo, aquile imperiali, e anche una maglietta con il volto dell'ex capitano della Lazio Paolo Di Canio e la scritta 'Orgoglio italiano'.  

È il giorno delle camicie nere a Predappio, che si sono date appuntamento nel paese del Forlivese dove è nato e dove è sepolto Benito Mussolini, per commemorare il 100esimo anniversario della Marcia su Roma. I nostalgici del fascismo erano quattromila secondo gli organizzatori, circa la metà per la questura. Nella mattina un lungo serpentone di auto e pullman ha rallentato il traffico verso il paese. Il corteo è partito dalla piazza centrale per poi dirigersi verso il cimitero dove è sepolto il leader fascista. Tutti in silenzio si sono diretti verso il cimitero di San Cassiano. Il gruppo ha chiesto ai giornalisti di non stare in mezzo al corteo. Durante il concentramento, prima della partenza, qualcuno dei manifestanti ha teso il braccio per fare il saluto romano. A un certo punto il gruppo ha intonato 'Faccetta nera'.

Alla manifestazione erano presenti due pronipoti del dittatore, Vittoria e Orsola Mussolini: "Con la marcia su Roma si partì per creare uno Stato nuovo, più efficiente e più efficace" ha detto quest'ultima, celebrando le "numerose opere pubbliche" approntate, a suo giudizio, dal regime di allora e dal bisnonno. "Se dopo 100 anni siamo ancora qui è per rendere omaggio a colui che questo Stato volle e al quale non faremo mai mancare la nostra ammirazione" ha detto. "Siete uno spettacolo. Il desiderio mio e di mia sorella Vittoria - ha detto - è portarvi un caloroso ringraziamento per aver organizzato e portato a termine questa manifestazione così sentita".

Non sono mancati i riferimenti al governo Meloni. "Avrei votato per Lucifero se avesse sconfitto la sinistra in Italia. Quindi ho piacere che ci sia il Governo Meloni. Se c'è una cosa veramente pessima è la sinistra in Italia, era il mio avversario numero uno. Ha vinto un partito che ha cacciato finalmente dalla politica questi inutili personaggi" ha detto Mirco Santarelli, presidente degli Arditi d'Italia, a margine della commemorazione. Quando gli hanno chiesto se questo Governo gli piaccia lui ha risposto. "Certo, non è quello che rispecchia le mie idee, ma piuttosto che niente meglio piuttosto" ha detto ai giornalisti. Santarelli ha anche chiesto di cambiare la legge Mancino. "Sarebbe bellissimo se il governo cambiasse la legge Mancino, perché prevede un reato di opinione" ha affermato il presidente degli Arditi. "La legge è usata come olio di ricino dalle sinistre per far star zitti noi. Nel momento in cui uno mi chiede un'opinione su Mussolini e io, è ovvio, ne parlo bene, rischio di essere denunciato. Una legge che punisce le opinioni delle persone è antidemocratica al 100%" ha continuato.

La manifestazione si è chiusa circa a mezzogiorno. Dal palchetto allestito sulle scale del cimitero Santarelli ha chiesto di mettersi una mano sul cuore invece che fare il saluto romano per commemorare Il Duce, per non rischiare una denuncia di apologia di fascismo, ma il consiglio non è stato rispettato da tutti visto che in molti hanno alzato il braccio, in attesa di entrare nella cripta. 'Camerata Benito Mussolini!' 'Presente!' hanno gridato per tre volte i nostalgici del Ventennio quando il corteo è arrivato al termine, davanti al cimitero di Predappio. "Ci aspettavamo tanta gente ma non così - ha detto Orsola Mussolini - sono venuti da diverse parti d'Italia e persino dall'estero. Ci sono anche degli spagnoli, della falange, con la Spagna, Franco, c'è sempre stato un grande rapporto".