Luciano Spalletti, ex allenatore del Napoli (foto: depositphotos)

di Mimmo Carratelli

Squadra di lotta e di governo, una squadra completa, brillante quando l'avversario lo consente, battagliera quando il match si fa duro. Supera anche l'assenza di giocatori importanti. Ha vinto a Bergamo senza Kavartskhelia, così come nelle sei partite senza Osimhen aveva vinto quattro volte in campionato e due in Champions. 
Concluderà questa parte della stagione col primo posto nel girone Champions (negli ottavi contro l'Eintracht Francoforte) e quattro scontri di vertice vinti fuori casa: Lazio (2-1), Milan (2-1), Roma (1-0), Atalanta (2-1). In cima ai cannonieri svetta Osimhen (8 reti). 
Domani c'è l'Empoli al "Maradona" e sabato l'Udinese prima della sosta mondiale. In questo scorcio di novembre, gli inseguitori avranno gare più impegnative: Milan-Fiorentina, Atalanta-Inter e Juventus-Lazio sabato prossimo. C'è la prospettiva di allungare ancora. 
Arriva un Empoli sbarazzino, rianimato sabato dalla vittoria sul Sassuolo dopo due sconfitte consecutive. Fuori casa non sembra un fulmine di guerra. Una sola vittoria (1-0 a Bologna), tre pareggi e due sconfitte, battuto da tutte le squadre di livello, in casa da Roma, Inter e Atalanta, a Torino dalla Juventus (0-4) col passivo più pesante. Ha all'attivo un terzo dei gol del Napoli, ha battuto il Sassuolo con un solo tiro in porta; i gol al passivo sono il doppio di quelli incassati dagli azzurri. 
Sulla carta, un ostacolo basso per il Napoli. Zanetti gioca con due punte e un trequartista (4-3-1-2). Un buon portiere, Vicario, della dinastia dei portieri friulani. Un esterno di difesa interessante, Parisi di Solofra. Il centrale leccese Luperto (1,90) ha giocato ventuno partite nel Napoli di Ancelotti uscendo dall'ombra di Albiol. Buoni centrocampisti, dal romeno Marin, il play della squadra, all'albanese Bajrami, al fiorentino Bandinelli. In attacco Destro, trentunenne, il maestoso belga Lammers (1,91), l'uruguayano Satriano, il croato Pjaca. 
Spalletti, dopo l'ultima striscia di cinque partite in tredici giorni, muoverà con pedine più fresche, Raspadori e Simeone, per esempio, ma anche Ndombele (che ha bisogno di giocare) senza rinunciare in partenza a Osimhen e, forse, mezza partita per Lobotka. 
Il tecnico azzurro non ha problemi di formazione. La "rosa" ampia e di alta qualità gli consente di giostrare con una ventina di giocatori di pari valore e, cambiando, la struttura della squadra rimane solida e collaudata. Non ci sono più assenze che abbassano il livello della formazione. Si può dire che questo dettaglio fa del Napoli la squadra meglio attrezzata per la corsa di testa. 
A Bergamo, appena tre giorni fa, è stata una partita dura imposta da un'Atalanta combattiva con una grande pressione offensiva che ha esaltato la difesa azzurra "di squadra". 
Se l'attacco offre un ventaglio di soluzioni tecniche e fisiche, la fase difensiva del Napoli, irrobustita dall'arrivo di Kim, ha fatto un notevole salto di qualità non solo per le doti individuali dei difensori, capaci di reggere i confronti uno contro uno, ma anche per il sostegno continuo dei centrocampisti, Lobotka capace di abbassarsi, abile nei contrasti al limite dell'area uscendo dalla pressione degli avversari per comandare sempre il gioco azzurro, e poi la fisicità di Anguissa. 
L'ottimismo regna sovrano, ma intanto c'è l'Empoli da non prendere sottogamba. Non lo farà questo Napoli che lavora duramente per essere sempre presente. C'è armonia e voglia di stupire.