di Adalgisa Marrocco

L'acqua è poca e la papera non galleggia: recita così un vecchio adagio, che ben sintetizza le difficoltà di portare avanti un'impresa senza le adeguate risorse. Si può dire che l'acqua sembra poca anche nelle corsie degli ospedali italiani, dove la carenza di personale "è un problema importante. I medici vanno gratificati meglio e hanno bisogno di avere uno stipendio adeguato al lavoro che fanno" e che oggi, invece, "non è in linea con quelli europei". Lo ha sottolineato il neoministro della Salute, Orazio Schillaci, dicendosi determinato a risolvere il problema.

Un'impresa non di poco conto, quella che il nuovo inquilino del dicastero di Lungotevere Ripa si impegna a portare avanti. A dare un'idea dello scoglio da superare è l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse): secondo i numeri più aggiornati ‒ pubblicati sul portale Health Statistics e riferiti all'anno 2020 ‒ emerge che i medici e gli infermieri italiani, a parità di potere d'acquisto, guadagnano molto meno dei colleghi stranieri. Lo stipendio medio annuo di un dottore italiano, stima l'Ocse, è pari a circa 110.348 dollari lordi: si tratta del 70% in meno rispetto agli omologhi tedeschi (che guadagnano 187.703 dollari) e del 72% in meno degli olandesi (190.655 dollari). Guadagnano più dei camici bianchi nostrani anche i britannici (circa 155mila dollari, +41%) e i belgi (140mila, +27%). I medici spagnoli ci "superano" di duemila euro scarsi, mentre fanno peggio di noi Grecia (60mila dollari) e Ungheria (68mila dollari). Mettendo il naso fuori dal territorio europeo, la situazione non è più confortante: in Cile, per esempio, i dottori guadagnano circa 136mila dollari, in Corea del Sud 195mila e in Nuova Zelanda 132mila.

Le cose non vanno meglio per gli infermieri italiani, che percepiscono uno stipendio medio di circa 39mila dollari: una cifra assai distante dagli 87mila dollari spettanti ai colleghi belgi o dagli 81mila dollari di quelli americani. Gli operatori sanitari specializzati vengono retribuiti meglio anche in Germania (59mila dollari: ultimo dato riferito al 2018, ndr), in Spagna (56mila dollari) e in Uk (48mila dollari). Anche in questo caso facciamo meglio di Grecia (34mila dollari) e Ungheria (33mila dollari), ma con un margine assai più risicato

Di fronte a stipendi bassi e turni sempre più pesanti, non stupisce che i professionisti italiani preferiscano migrare verso il privato o l'estero. A valicare i confini italiani sono anzitutto i medici più giovani, per via delle "offerte economicamente più allettanti" e dei "contratti stabili, che consentono di crearsi una famiglia", ha sottolineato recentemente Antonio Magi, presidente dell'Ordine dei medici di Roma. In Italia, ha proseguito Magi, "un medico inizia a lavorare intorno ai 30 anni, dopo 11 anni di formazione. Oltre a remunerazioni basse, gli vengono offerti contratti a tempo determinato, ossia precariato. Andando avanti così la fuga verso gli altri Paesi è inevitabile e andrà ad aumentare la carenza, già grande, di specialisti. È necessario dunque intervenire per dare serenità ai nostri giovani e farli restare nel nostro Paese".

La Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo) ha segnalato che "ogni anno 1.500 medici vanno a specializzarsi all'estero. E non tornano. Costano all'Italia oltre 225 milioni". Secondo un'analisi condotta dal sindacato medico Anaao-Assomed, all'ultimo concorso per le scuole di specializzazione non è stato assegnato il 74% dei contratti di microbiologia, il 63% di patologia Clinica, il 54% di medicina di comunità e cure primarie, ma soprattutto è rimasto vacante il 50% dei posti di medicina d'emergenza. "Queste mancate assegnazioni – commentano Pierino Di Silverio Segretario Nazionale Anaao Assomed e Giammaria Liuzzi Responsabile Nazionale Anaao Giovani – si traducono inevitabilmente nella cronicizzazione della carenza di medici specialisti in medicina d'emergenza e sono la prova oggettiva del fallimento dell'attuale impianto formativo dei futuri medici specialisti, fermo a un decreto di ben 23 anni fa. Dimostrano, inoltre, che non basta aumentare i contratti di formazione per colmare le carenze in certe specialità alla luce anche di un contratto di lavoro per la dirigenza medica già scaduto prima ancora di essere rinnovato".

I problemi non derivano esclusivamente dalla mancanza di giovani leve: sempre secondo Anaao-Assomed, negli ultimi tre anni il Servizio sanitario nazionale ha perso quasi 21mila medici specialisti già in organico. Nel dettaglio, dal 2019 al 2021 hanno abbandonato l'ospedale 8mila camici bianchi per dimissioni volontarie e 12.645 per pensionamenti, decessi e limitazioni varie. Ogni giorno 7 medici e dirigenti sanitari si licenziano. Se il trend rimanesse invariato nel triennio 2022-2024, l'Italia dovrebbe dire addio ad altri 9mila medici, arrivando a una perdita complessiva di 40mila specialisti non sostituibili nell'immediato.

Cresce, nel frattempo, il numero dei medici "a gettone": si tratta di figure che lavorano per cooperative private, chiamate dalle Asl per sopperire alla mancanza di personale interno agli ospedali. "C'è chi con tre turni guadagna quanto un dirigente medico di prima nomina, perciò il numero di coloro che lasciano il posto di dipendente pubblico per diventare turnisti è destinato ad aumentare. È un circolo vizioso", aveva raccontato all'Huffpost Fabio De Iaco, presidente di Simeu - Società Italiana di Medicina d'Emergenza Urgenza. Il fenomeno rischia di ripercuotersi anche sui pazienti: "Molto spesso – ha sottolineato De Iaco – i medici 'a gettone' sono professionisti che non hanno i titoli per partecipare ai concorsi pubblici, che non hanno conseguito la specializzazione in medicina di urgenza, emergenza, chirurgia. Si tratta di neolaureati, pensionati o camici bianchi provenienti dall'estero, che in alcuni casi possono avere difficoltà linguistiche interfacciandosi coi pazienti". Anche su questo fronte, il ministro Schillaci ha preso un impegno: "È allucinante pensare che medici esterni reclutati al bisogno vengano pagati da 2 a 5 volte in più dei colleghi assunti. È inaccettabile e il problema va risolto rapidamente".