Marcelo Manna. Sindaco di Rende

 

 

 L'OSSERVATORIO ITALIANO

di Anonimo Napoletano

 

 

Una indagine eclatante ha scosso il popoloso comune di Rende, oltre 36mila abitanti, in provincia di Cosenza. L'accusa principale è quella di corruzione negli appalti del Comune e ha visto scattare 24 misure cautelari, anche “eccellenti”, sequestri per sei società, con complessivamente 72 persone indagate. Tra le persone a vario titolo coinvolte anche il sindaco, per cui è scattato il divieto di dimora, il vicesindaco, che ha avuto il provvedimento di interdizione, e un assessore finito invece agli arresti domiciliari. Ma oltre ai politici, tutti del Pd, sono finiti nell'inchiesta anche pubblici funzionari, imprenditori e due agenti della Guardia di Finanza. Le accuse sembrano delineare quindi un quadro pesante, dove numerose persone a vario titolo avrebbero collaborato per abusare dei soldi pubblici destinati agli appalti.

Per la precisione, le 24 misure cautelari riguardano tre arresti domiciliari, un divieto di dimora nel Comune di Rende, otto misure cautelari interdittive della sospensione dall'esercizio del pubblico ufficio e servizio, dodici misure cautelari interdittive di esercitare attività professionale ed imprenditoriale, e sono state tutte adottate dal Gip di Cosenza, su richiesta della locale Procura, nei confronti di soggetti che ricoprono cariche istituzionali e funzionari e/o dipendenti del Comune di Rende, imprenditori e professionisti. Con lo stesso provvedimento il Gip, sempre su richiesta della Procura, ha disposto il sequestro di sei società, di manufatti e somme di denaro, depositate in conti correnti bancari. 

Pino Munno

Agli indagati, nel provvedimento cautelare, vengono contestati, a vario titolo, i reati di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, rivelazione di segreto di ufficio, falso in atto pubblico, turbativa d'asta, frode in pubbliche forniture, peculato, abuso in atto d'ufficio. L'attività investigativa portata avanti dai Carabinieri della Compagnia di Rende e dai finanzieri del Gruppo di Cosenza della Guardia di Finanza in un arco temporale ampio, ha avuto inizio dai primi accertamenti, relativi ai lavori di “Sistemazione piano viabile e messa in sicurezza Contrada Cutura, località Piano Monello (via Piemonte) e zone varie del Comune di Rende, pulizia fiume Surdo per verifica perdite rete fognante”, per poi estendersi progressivamente, alla luce delle acquisizioni probatorie, ad ulteriori vicende ritenute meritevoli di approfondimenti investigativi. 

Al sindaco di Rende, Marcello Manna, è stato imposto il divieto di dimora nella città e l'interdizione dall'incarico. Interdetti anche altri esponenti del Comune. Ai domiciliari si trovano l'ex assessore Pino Munno, l'imprenditore Massimino Aceto e il funzionario del Comune di San Vincenzo La Costa, Giovanni Motta. Nove mesi d'interdizione sono scattati per la vicesindaca di Rende, Annamaria Artese, che è anche segretaria cittadina del Pd. Sono stati interdetti anche i dirigenti comunali Francesco e Roberta Vercillo. L'interdizione dall'esercizio dell'attività imprenditoriale è stata decisa per gli imprenditori Massimo e Michele Mirabelli e Alessandro Sturino. Misure interdittive sono state disposte, inoltre, nei confronti degli imprenditori e tecnici Emilio e Gianluca Bruni, Pietro De Rose e Pietro Salituro, Francesco Garritano, Roberto Beltrano, Luigi Rovella, Giuseppe Rende, Aurelio Perugini, Andrea Sorrentino, Danilo Luca Borrelli, Franco Borrelli, Bruno Marucci. Sono indagati anche due finanzieri che sarebbero stati scoperti e denunciati dai loro stessi colleghi del comando provinciale di Cosenza. Poste sotto sequestro le società Aceto Group srl, Marp Costruzioni, Coimm sas, Redimix, Tecnoimpianti e Marian Mirabelli srl. 

Tra i 72 indagati anche il consigliere regionale del Pd ed attuale vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria Franco Iacucci. L'uomo, che è stato anche presidente della Provincia di Cosenza e sindaco di Aiello Calabro, è indagato per corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio in concorso con l'imprenditore Massimino Aceto, con il dirigente del settore manutenzione e viabilità della provincia di Cosenza Claudio Le Piane, con il legale della Provincia di Cosenza, Gregorio Barba. Ma per il gip di Cosenza gli elementi emersi non farebbero emergere un quadro univoco in ordine all'effettivo concretizzarsi del rapporto corruttivo per Iacucci. 

In particolare, oltre ai lavori citati, oggetto di investigazione sono stati un complesso numeroso di gare d'appalto, dall'affidamento diretto dei lavori relativi alla riparazione della rete fognante ai lavori urgenti di manutenzione straordinaria del cimitero comunale e della sede municipale, l'abusiva occupazione di un parco pubblico, la gara d'appalto per la gestione del centro diurno per minori, e quella relativa all'affidamento in concessione del servizio di gestione del centro anziani, il servizio di trasporto per disabili, la gara per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate, quella per il “Palazzetto dello Sport” e tante altre. Oggetto delle investigazioni sono stati anche la ricostruzione dei rapporti economici fra gli indagati e la gestione delle società, finalizzata al trasferimento di valori ed utilità economiche. Si cerca insomma di capire se ci siano stati passaggi di denaro tra gli indagati che giustifichino gli eventuali “favori” che la procura ipotizza nei confronti dell'imprenditore Aceto.