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di James Hansen

A settembre un influente esponente della sinistra francese, la deputata Sandrine Rousseau, ha sollevato un vespaio politico nel suo paese, rivendicando in una discussa intervista il "diritto all'ozio" per i suoi compaesani. L'etica del lavoro, ha dichiarato, "è un valore di destra che andrebbe superato", ormai sostituito dal 'dolce far niente' come obiettivo politico di una sinistra veramente progressista...

La sua è un'impostazione che mette in grande imbarazzo la sinistra tradizionale di stampo marxista, che invece celebra il lavoro e, storicamente, i lavoratori. La Rousseau però rappresenta la nuova ed emergente sinistra ecologista, femminista e 'social' - più borghese che operaia.

L'idea che il lavoro in sé debba essere superato non sta prendendo piede solo in Francia. Un recente sondaggio inglese rivela che quasi il dieci per cento della popolazione giovanile nella fascia d'età tra i 18 e i 24 anni dichiara esplicitamente di non aspettarsi di coprire mai un impiego in tutta la vita - fondamentalmente perché 'non ne vale la pena'. Non è che manchi la domanda: secondo i dati dell'Office of National Statistics britannico, mentre la disoccupazione generale nel paese è a un minimo storico - il 3,6% - la percentuale dei giovani, sempre nel gruppo d'età 18-24, che non studia e non lavora è pari al 12,5%.

In Occidente emerge un po' ovunque la tendenza delle generazioni più giovani ad aspirare a occupazioni perlopiù 'irraggiungibili' - rockstar, campione di tennis, pilota da corsa e designer di moda, per dire - piuttosto che 'arrendersi' a posizioni senza prestigio che permettono meramente di pagare i conti a fine mese. Tanto varrebbe restare in cantina a impegnarsi con i videogiochi, una tendenza rimarcata sia negli Usa che in Giappone.

L'ambizione di 'non far niente' non è comunque una novità. Il diritto alla pigrizia (Le Droit à la paresse) di Paul Lafargue, un rivoluzionario francese e genero di Karl Marx, fu dato alle stampe già nel 1883. Nei suoi scritti il saggista muove una critica esplicita alla "strana follia" che si è impossessata di uomini e donne della società moderna: l'amore per il lavoro. Secondo Lafargue, il lavoro è una passione che causa la degenerazione intellettuale tipica delle società capitalistiche ed è generatrice di miserie individuali e sociali.

Comunque sia, per il momento almeno, il fenomeno 'ozio' parrebbe star acquisendo un'inattesa nobiltà - forse un po' per l'effetto Covid, che durante i vari lockdown in qualche modo è sembrato insegnare che dell'andare a lavorare si può fare anche a meno. Certo, bisogna chiedersi chi è che alla fine paga le bollette...