Victor Osimhen, attaccante del Napoli (foto depositphotos)

DI MIMMO CARRATELLI

In questi 19 anni dell'era De Laurentiis, il Napoli ha ribaltato a suo favore i confronti casalinghi con la Juve (26 vittorie, 23 sconfitte, 27 pareggi). Le sfide con la Juventus, dopo gli anni bui del Napoli, sono riprese nel 2006-07 con le due partite in serie B (1-1 al San Paolo, 0-2 a Torino).

Nei 16 confronti dal 2006, vantaggio azzurro con 9 vittorie, 3 pareggi, 3 sconfitte. Hamsik quattro volte a segno, Cavani e Insigne tre.

La rivalità con la Juventus è nata all'alba della serie A. Il calendario del primo girone unico riservò al Napoli il debutto proprio sul campo della Juventus (6 ottobre 1929) contro la squadra di Combi, Rosetta, Caligaris (difesa leggendaria), più Mumo Orsi all'ala sinistra, oriundo argentino dal dribbling ubriacante, soprannominato "Gazzella", vita notturna, sempre pronto allo scherzo, e a mezz'ala sinistra il più matto dei Cevenini, Luigi, terzo di cinque fratelli calciatori, figli di un lattaio milanese. Lo chiamavano Zizì perché per i difensori era fastidioso come una zanzara, gli ronzava attorno velocissimo e pungeva in gol.

LA PRIMA SFIDA - Quella prima partita nella serie A a girone unico anticipò il calore, il colore, l'animosità e la tensione delle sfide fra le due squadre. Finì 3-2 per la Juventus e fu una battaglia.

Match drammatico e prova meravigliosa degli azzurri, così scrissero i giornali napoletani. Il Napoli finì la partita in otto uomini. Orsi, controllato dallo stabiese Roberto De Martino con una ossessiva marcatura a uomo, entrò duramente sull'azzurro alla fine del primo tempo. De Martino, azzoppato, si defilò all'ala destra.
Poi, fu colpito duramente Roggia, un altro zoppo in campo. Più duramente ancora Zoccola che abbandonò il campo. La furia fisica della Juventus non risparmiò Vincenzi e Mihalich. Nella battaglia a tutto campo, la Juve acciuffò la vittoria a cinque minuti dalla fine con Munerati.

Fu una partita esemplare dello strapotere fisico, caratteriale e padronale della Juventus. Nacque così un forte spirito di rivalsa, acceso ancora di più dal predominio dei bianconeri che, negli anni Trenta, vinsero cinque scudetti di fila. La Juve divenne la squadra da battere.

VOMERO LEGGENDARIO - Nel dopoguerra, il Napoli affrontò la Juventus 15 volte al Vomero all'insegna del segno "x" (3 successi azzurri, 9 pareggi, 3 vittorie bianconere).
Due vittorie sono rimaste leggendarie. Il 3-2 del campionato 1952-53 col gol decisivo di Amadei al 90' e il 4-3 del torneo 1957-58 con la rete della vittoria di Bertucco allo scadere del match.

Nel Napoli del 3-2, allenato da Monzeglio, giocarono Casari, Comaschi, Vinyei, Castelli, Gramaglia, Granata, Vitali, Formentin, Jeppson, Amadei, Pesaola. Indimenticabile l'immagine di Carlo Parola, acrobatico centromediano bianconero, famoso per le rovesciate volanti, che al gol di Amadei abbracciò un palo della sua porta quasi in lacrime.
La Juve era in vantaggio di 2-0 con le reti di John Hansen e Praest, favorite dalle papere di Casari. Poi il portierone bergamasco impedì a Praest di segnare ancora. Evitò il terzo gol juventino sedendosi letteralmente sul pallone.
Quindi, la rimonta azzurra con le reti in sequenza di Pesaola, Jeppson e Amadei. Quel Napoli si piazzò quarto.

Nella domenica vomerese del 4-3, lo stadio della collina era pieno come un uovo. La folla straripò a bordo-campo. Il siracusano Concetto Lo Bello, uno dei migliori arbitri italiani, dopo avere avuto lo sportivissimo assenso di Boniperti, capitano della Juventus, autorizzò la disputa della partita minacciando di interromperla al primo segno di intemperanza dei tifosi seduti attorno al rettangolo di gioco.

Fu un match epico. Gol di Vinicio, autorete di Greco che deviò in porta un colpo di testa di Charles, nuovo vantaggio azzurro con Brugola.
Nella ripresa pareggiò ancora Stacchini, ma segnò nuovamente Vinicio. Quella partita non finiva mai. La Juve pareggiò ancora con Montico. Il pallone picchiò su un ginocchio di Pesaola e finì in rete.
Ma fu poi il petisso a pennellare dalla bandierina il cross vincente cercando la testa di Vinicio. Un difensore bianconero respinse corto e Bertucco, appostato in area, scaraventò il pallone alle spalle di Mattrel prima che Lo Bello fischiasse la fine.
Di quella partita Lauro conservò a lungo nel suo studio alla Flotta una gigantografia e dette a ciascun azzurro un premio straordinario di centomila lire. Il Napoli giocò con Bugatti, Greco, Posio, Morin, Franchini, Beltrandi, Di Giacomo, Bertucco, Vinicio, Pesaola, Brugola. L'allenava Amadei. Gli azzurri centrarono un altro quarto posto.

DALL'ASCARELLI AL SAN PAOLO - Con la Juventus era stato inaugurato ufficialmente lo stadio "Ascarelli" il 23 febbraio 1930 (2-2, "doppietta" di Buscaglia). Con la Juventus, il 6 dicembre 1959, si giocò la prima partita al "San Paolo", vittoria azzurra per 2-1 (gol di Vitali e Vinicio, per la Juve Cervato su rigore).

Dagli anni Sessanta fino agli anni che precedettero l'arrivo di Maradona, in 22 partite al San Paolo la Juventus fu battuta solo cinque volte (7 i successi bianconeri, 10 i pareggi).
Le vittorie sui bianconeri furono quelle del 1965-66 (1-0 gol di Altafini), del 1968-69 (2-1 doppietta di Montefusco), del 1969-70 (1-0 ancora Altafini), del 1970-71 (1-0, Pogliana), del 1973-74 (2-0 a segno Canè e Clerici). Passarono undici anni prima che il Napoli superasse la Juventus al San Paolo. Il tabù fu rotto dalla indimenticabile punizione con cui Maradona fece rimanere di sasso Tacconi (1-0 nel 1985-86). Nei sette anni del pibe, 4 vittorie del Napoli, 2 della Juve e un pareggio.

Il dopo-Maradona portò la Juve a spadroneggiare al "San Paolo". Otto anni di imbattibilità (6 vittorie, 2 pareggi). Il bilancio delle partite casalinghe del Napoli contro la squadra bianconera cominciò a pendere tutto a favore della Juventus. Ma ci ha pensato il nuovo Napoli a ribaltare lo score casalingo degli azzurri.

IL NUOVO NAPOLI - Dopo l'1-1 in serie B, il 3-1 del primo anno del ritorno del Napoli in serie A fece imbestialire gli juventini per i due rigori messi a segno da Domizzi dopo la rete di Gargano che pareggiava il gol di Del Piero.
L'anno dopo, un altro sorpasso azzurro: Hamsik e Lavezzi "cancellarono" il vantaggio bianconero di Amauri. L'anno successivo ancora disco rosso alla Juve: 3-1 replicando lo spettacolare 3-2 dell'andata a Torino. Sempre in vantaggio la Juve e sempre rimontata.

A Torino i due gol di Hamsik e la rete di Datolo a capovolgere il 2-0 per la Juve. A Napoli, illusorio vantaggio di Chiellini e rimonta con Hamsik, Quagliarella e Lavezzi.

Tre gol di Cavani fulminarono la Juventus al San Paolo (3-0) nel campionato 2010-11. L'anno dopo, polemiche e 3-3 finale con questa sequenza di gol: Hamsik, Pandev, Matri, ancora Pandev, Estigarribia e Pepe.

Negli ultimi tre anni, altrettante vittorie azzurre. Nel campionato 2019-20, Zielinski e Insigne firmarono la vittoria per 2-1 contro la Juventus di Cristiano Ronaldo che segnò il gol bianconero. L'anno dopo il rigore di Insigne decise l'1-0. L'anno scorso, 2-1 con gol di Politano e Koulbaly che rimontarono il vantaggio di Morata.

L'ultima vittoria bianconera risale al campionato 2018-19 cn le reti di Callejon, Pjanic ed Emre Can. La Juve aveva vinto anche l'anno prima al San Paolo (1-0) col gol di Higuain alla sua seconda stagione in maglia bianconera.