Diego Maradona (foto depositphotos)

Franco Esposito

Il magico piede mancino tra le poesie di Antonio de Curtis, Totò, e i versi di Gabriele D'Annunzio. Davanti il bel mondo di Napoli protetto dai gazebo, all'interno brani di storia della città. Gli affreschi, i quadri, le foto d'epoca. Caffè storico, Giacomo Leopardi fu tra i frequentatori assidui, del prestigioso Gambrinus, il locale che guarda piazza del Plebiscito e Palazzo Reale, e di fianco il Reale Teatro San Carlo. 

Museo vero, tra sfogliatelle ricce e frolle, caffè espressi e gelati, il Gambrinus accoglie da lunedì il calco del sinistro di Diego Armando Maradona. Dopo lo stadio a lui intitolato in morte e la statua davanti al teatro delle sue indimenticate indimenticabili gesta calcistiche, autentiche magie, quel monumento all'origine col pallone mal sistemato sull'arto sbagliato, il destro, ecco il calco esposto e conservato in una teca. Al Caffè Gambrinus, appunto. 

Un'attrazione turistica, alla cui posa, per dire, ha presenziato il neo ministro Gennaro Sangiuliano. "Qui si uniscono un luogo iconico e il simbolo della Napoli vincente", dichiara convinto e contento Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli. 

Il calco è un dono di Stefano Ceci, il ristoratore calabrese rimasto al fianco di Maradona, nella buona come nella cattiva sorte che caratterizzò la parte finale dell'esistenza del più grande calciatore di tutti i tempi.  

Il calcio del piede di tutte le magie maradonesche è stato stampato in cinquecento esemplari. "La riproduzione numero 100 ho voluto regalarla al Gambrinus, che rappresenta la storia di Napoli, La città molto cara a Diego", la sottolineatura è di Stefano Ceci, al settimo cielo il giorno dell'evento. Parimenti gioiosi e orgogliosi i proprietari del Gambrinus, Antonio e Arturo Sergio e Massimiliano Rosati. "Il Gambrinus è luogo di arte, cultura, di rappresentazione artistica. Riteniamo che lo sport sia anch'esso una forma d'arte e Maradona la massima espressione del calcio, Purtroppo qui non abbiamo mai avuto il piacere di accoglierlo. Una volta provò ad entrare, ma trovò duemila persone ad aspettarlo".  

In prima fila il giorno della presentazione, l'ingegnere Corrado Ferlaino. Il presidente del club che nell'Ottantaquattro acquistò Diego Maradona dal Barcellona, in fondo a una trattativa che sembrava non dovesse mai conoscere la parola fine. Otto milioni e rotti di dollari, dodici miliardi di lire il costo dell'acquisto, record assoluto per quell'epoca. 

Maradona e Ceci decisero di realizzare la copia del magico piede sinistro nel 2017. In edizione ovviamente limitata. Un progetto con i contorni del sogno divenuto realtà dopo la prematura morte di Diego. Il piede è stato consegnato a capi di Stato, artisti, campioni dello sport. Ora fa bella mostra di sé storia all'interno del Gambrinus. "Quel calcio non c'è più", ammette con evidente dolore Antonio Carannante, napoletano, uno dei ragazzi dello scudetto. La meravigliosa combriccola guidata del genio di Maradona. Il vero artista. Una copia del calco l'ha ricevuta proprio l'ingegnere Ferlaino, proprietario di una convinzione assoluta, esposta facendo una pernacchia alla scaramanzia. "Il Napoli di Osimeh e Kvara lo scudetto già lo ha vinto, non c'è una squadra pià forte della nostra". 

La statua nel piazzale antistante lo stadio Diego Armando Maradona e il calco del magico piede sembrano annunciare un evento che sta a cuore di tutti. La creazione di un museo dedicato a Diego. "Si esaltò a Napoli, ha fatto godere tutti i napoletani, sarebbe giusto ricordarlo per sempre con un museo", concorda Ferlaino, aggiungendo un auspicio personale. "Vorrei veder realizzato il museo al Centro Paradiso, dove si allenava quella grande squadra. Il Napoli di Maradona". 

Un'idea da sviluppare, il museo. Magari con l'interessamento e il supporto del Comune di Napoli. "Maradona fu l'uomo giusto per Napoli, il Napoli fu la squadra giusta per lui", e qui Ferlaino passa la palla al primo cittadino. Una sorta di assist, che il sindaco Manfredi raccoglie solo parzialmente. "Questa teca con il calco del piede più famoso nella storia del calcio sarà un'ulteriore attrazione per i turisti". 

Ma, sotto sotto, è possibile appurare che gli assessori di sport e turismo, Ferrante e Teresa Armato, donne d'azione, stanno lavorando a "un percorso in città dedicato a Diego". Destinazione conclusiva il museo? Chissà, per il momento a Napoli nessuno può confermare che si farà. Il desiderio è forte, il sogno pure. Il decollo però ancora non è schedulato.