di Ottorino Gurgo
Uno degli interrogativi della politica italiana concerne la collocazione del Terzo Polo che si riconosce sostanzialmente in due partiti, Azione di Carlo Calenda e Italia viva di Matteo Renzi, entrambi provenienti dal Pd dal quale sono usciti per pesanti contrasti.
L'incerta posizione di questo raggruppamento, che sembra ora muoversi in totale autonomia, impone una domanda: ma il Terzo Polo è di centrodestra o di centrosinistra?
Formalmente Calenda e Renzi appartengono al centrosinistra, ma le posizioni recentemente assunte soprattutto da quest'ultimo e in particolare le voci di accordi segreti tra il suo partito e Forza Italia, alimentano il dubbio di clamorosi imminenti mutamenti nello scenario politico del nostro paese che potrebbe comportare o un rafforzamento del governo di Giorgia Meloni o, al contrario, un suo indebolimento con la formazione di un nuovo partito di stampo liberal-democratico del quale Italia viva e Forza Italia dovrebbero costituire l'elemento portante.
Siamo a livello di voci, ovviamente, ma - come afferma un vecchio proverbio toscano - quando certe voci cominciano a circolare con insistenza vuol dire che "o ce ne è o ce ne è stato o ce ne è di rimpiattato". Come dire che non vanno assolutamente trascurate.
Si tratterebbe, comunque, di un'operazione non a breve termine, legata ad un accentuarsi, peraltro non improbabile, dei contrasti che quotidianamente emrgono all'interno della coalizione di centrodestra, in particolare tra la Meloni e Salvini.
Al momento non si sa quale possa essere la collocazione del Terzo Polo nello scacchiere politico, né se debba essere considerato un partito o un movimento. Continua, peraltro, a navigare in acque incerte non obbedendo ad altri ordini che non siano quelli delle opinioni personali dei suoi leader alle quali bisogna riconoscere che sono spesso fondate.
Molto dipenderà anche da quel che accadrà dopo il prossimo congresso del Pd e da quale atteggiamento assumerà il nuovo segretario del partito che dovrebbe porre fine una volta per tutte all'assurdo ostracismo decretato da Letta, e prima di lui da Zingaretti, soprattutto nei confronti di Matteo Renzi.
Un ostracismo che si avvale della regìa di Massimo D’Alema che non ha perdonato al leader di Italia viva di averlo a suo tempo inserito nella categoria dei politici da “rottamare”..
Quel che è certo, tuttavia, è che il Terzo Polo dovrà compiere una scelta definitiva, anche per porre fine allo stato confusionale che caratterizza la politica italiana e la condanna ad una condizione di precarietà.
Si tratta,dunque, di una scelta alla quale il Terzo Polo non si può in alcun modo sottrarre
Ottorino Gurgo