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Franco Esposito

La grande lunga crisi. Muoiono i cinema a Napoli e in Campania. Erano oltre cinquecento, ora sono un centinaio. La sparizione continua e sembra non avere mai fine.  Spariscono i cinema, come annientati, sostituiti da supermarket e megastore. Eventuali possibili aperture vengono ostacolate sistematicamente. I paletti sono piazzati e mossi da chi ha interesse ad affittare alla grande distribuzione piuttosto che all'esercente di cinema. Questi trattato come un qualsiasi poveraccio, neanche come se avesse addosso la peste. 

Accusano fuga di spettatori e mancanza di gente i botteghini di sale storiche come Metropolitan e Filangieri. "Cinquanta per cento di presenze in meno rispetto a prima della pandemia". Facile il passaggio, i film da soli non  bastano più, servono investimenti per multi offerta. "Bisognerebbe aiutare le aperture dei cinema", chiede il produttore cinematografico Luciano Stella. 

Il presidente della Fondazione Film Commission ritiene non vera la teoria secondo cui tutti i consumatori delle piattaforme disertino le sale. Diventa supermarket l'ex cinema Empire. Già spariti nel tempo Abadir, Ambasciatori, Alcione, Adriano, Amedeo, Ariston, Arcobaleno, Astra, Bernini, Empire, Fiorentini, Fiamma, President, Roxy, Santa Lucia. Poi, il Delle Palme a monte della centrale via dei Mille, che non proietta più film. La proprietà affitta la sala per eventi privati. 

Lunghissimo è l'elenco dei cinema cancellati, recente appunto il caso dell'Empire di via Francesco Giordani, zona Chiaia, tramutato in supermercato. Rivela il produttore Stella: "In quella sala avevo investito molti soldi, sei anni fa. Il progetto prevedeva una sala multischermi, una libreria e un punto di ristorazione". É riuscito ad aprire solo un punto di ristorazione, però propedeutico al resto. Ho dovuto rinunciare a causa dell'alto costo delle spese per l'affitto e la progettazione". Gli ostacoli burocratici, poi, si sono rivelati non superabili. Il produttore cinematografico costretto a lanciare la spugna. La resa è sopravvenuta senza condizioni. 

A Stella piange il cuore vedere il cinema diventare un supermercato. "Bisognerebbe sostenere chi vuole aprire nuovi cinema. Il Modernissimo è la prova che se un cinema  ha un'identità e una programmazione felice può funzionare benissimo". Il Modernissimo, alle spalle di piazza Dante, alla Cisterna dell'Olio, è sempre lì, con una programmazione nuova, l'antico regno delle scappatelle amorose di coppie di giovani studenti. Correvano gli anni...

La crisi è divoratrice. Al Delle Palme la proiezione di film è sospesa da tempo, a fronte della sala perfettamente operativa. "Ma in questa situazione rialzarsi è molto difficile e anche per quest'anno il cinema non ripartirà", annuncia il propietario Gustavo Confalone. Laddove promette che "finché vivo non chiuderò i miei cinema", assicura con decisione mista a rabbia evidente Luigi Crispetto, socio del Metropolitan e proprietario del Filangieri e dell'America Hall. 

Le nuove generazioni ha un'idea tutta loro sul cinema. Lo ritengono obsoleto. "Siamo al cospetto di evidenti clamorosi cambiamenti sociali. L'unica difesa possibile è andare nelle scuole "a parlare di pellicole, come già facciamo, ma sarebbe molto importante fissare una finestra tra l'uscita in sala e sulle altre piattaforme. Come prima del Covid". 

Ma il governo cosa fa? Promette ma non mantiene. "Far trascorrere novanta-cento giorni prima di vedere un film in streaming potrebbe essere un modo per incentivare ad andarlo a vedere in sala, il film". La richiesta insistente è firmata Giuseppe Caccavale, azionista di maggioranza del cinema Metropolitan, la multisala succeduta al mitico Metropolitan, sotto Palazzo Cellamare, all'inizio di via Chiaia, e a centimetri dal glorioso teatro Sannazzaro. 

Caccavale è in chiara controtendenza con una notizia. "A marzo, a Ponticelli, riapre il Pierrot. L'unico cinema nell'area orientale di Napoli. I lavori sono durati un anno e mezzo, abbiamo fatto un investimento imponente". Il nuovo Pierrot avrà una doppia sala con attrezzature all'avanguardia. 

Un po' tutti, i titolari di sale cinematografica ancora aperte (poche) e quelle chiuse (tante, purtroppo) chiedono, auspicano interventi legislativi. Come la "reintroduzione del sistema delle finestre tra le proiezioni in sala e quelle in streaming. In Francia è di diciotto mesi e il cinema ha recuperato alla grande". 

Le piattaforme streaming non sono un problema, almeno per Maurizio Gemma della Film commission Campania. "Anzi avviene il contrario. Allora diamoci da fare: sollecitiamo il pubblico a consumare il cinema nelle sale cinematografiche, che sono presidi importanti soprattutto nei centri cittadini". 

La Campania assicura un milione di euro l'anno a sostegno del circuito. Un contributo molto significativo se paragonato a quello che viene messo a disposizione in altre regioni d'Italia. La Campania, con quel milione, sostiene un centinaio tra rassegne, premi, festival. Chiari forti occasioni per attrarre e incuriosire nuovi pubblici. 

Appelli in piena regola, ma giovani soprattutto avranno voglia di raccoglierli e il desiderio di trasformarli in azione?  Il dubbio è forte. Ma provare vale senz'altro la pena. Se non tutti, riapriamoli i cinema di Napoli. Le sale storiche, almeno quelle.