DI MATTEO FORCINITI

Ieri manifestavano in piazza cercando di cavalcare l'onda della rabbia, oggi se ne restano in silenzio provando quando capita a fare un po' di disinformazione. La politica è stata la vera grande protagonista della storia del Consolato diventato definitivamente Cancelleria consolare di Montevideo tenuta in ostaggio da un partito argentino entrato nella stanza dei bottoni in Italia, il Maie (Movimento Associativo degli Italiani all'Estero) che qui ha trovato terreno fertile per fare facile propaganda.

"Serve un servizio degno e più vicino ai cittadini". "La nostra esigenza adesso è quella dell'aumento delle risorse e del personale in ufficio" tuonavano intorno al 2017 i rappresentanti del Maie nelle vesti di capipopolo durante le manifestazioni in piazza che facevano leva su un'indignazione generale inarrestabile che da allora non si è mai fermata. La svolta, come sappiamo, è stata la costruzione (dicevano e promettevano di un Consolato) invece é stata una Cancelleria consolare che avrebbe dovuto magicamente risolvere tutti i problemi come ci raccontavano dalla Farnesina e dal Maie che in questa vicenda sono sempre andati a braccetto d'amore e d'accordo.

Inaugurata a luglio dello scorso anno con tutti gli sfarzi del caso tra selfie, telecamere e rivendicazioni politiche, e presenza del Diorettore Generale Vignali la realtà è che dopo questi primi mesi  la situazione è rimasta praticamente identica come abbiamo più volte denunciato dando voce quasi quotidinamente alle lamentele dei cittadini sempre più soli e abbandonati che raccontano di un panorama molto diverso rispetto alla propaganda ufficiale. Senza un vero potenziamento della sede, senza un aumento del personale la bellezza architettonica di un edificio non potrà mai bastare ad assicurare un servizio efficiente per una numerosa comunità.

"La riapertura e l'ampliamento del Consolato di Montevideo rappresentano la risposta più concreta degli ultimi trent'anni a favore della collettività italiana residente in Uruguay" scrivevano in una nota i consiglieri del Comites del gruppo di Aldo Lamorte nel 2019 dopo la decisione del ministero degli Esteri. "Con il nuovo Consolato d'Italia i nostri connazionali hanno a disposizione una struttura di 700 metri quadrati (pensate che l'ufficio consolare precedente aveva 20 m² per una comunità di 130.000 italouruguaiani), nuova, moderna, sicura, efficiente, dotata della migliore tecnologia e di tutto il personale necessario per offrire servizi consolari efficienti in tempi dignitosi" dichiarava l'onorevole Mario Borghese venuto a farsi immortalare al momento dell'inaugurazione dispensando elogi per il suo capo, l'ex sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo, cuore pulsante di questo progetto. "Il personale arriverà" prometteva il direttore generale per gli Italiani all'Estero della Farnesina Luigi Maria Vignali.

Tutte queste persone oggi invece tacciono miseramente sulle enormi attese e sull'emergenza dei servizi consolari che c'è sempre stata e non è mai finita passando da un governo all'altro con le promesse dei politici portate via dal vento. Oggi nessuno, ad esempio, fiata sulle cittadinanze negate, sui diritti calpestati nei confronti di tante persone in attesa di un appuntamento impossibile che stanno iniziando a protestare. Anche se nessuno lo ha mai ammesso ufficialmente, gli appuntamenti per la cittadinanza potrebbero rimanere sospesi fino a settembre a causa dell'enorme quantità di pratiche che sta bloccando il servizio. All'interno del gruppo di questi cittadini dicono che in media servono tra i due e i tre anni (ma a volte anche di più) per riuscire ad ottenere un turno alla cancelleria consolare: sono questi i "tempi dignitosi" garantiti da una persona che oltretutto dovrebbe rappresentarci all'interno del Parlamento? Come si può ignorare la realtà dei fatti?

I 700 metri quadrati sbandierati dal Maie poi non sono altro che la nuova sala d'attesa certamente molto più bella rispetto a prima anche se non è servita a niente dato che si continua ad essere ricevuti solo su appuntamento. E allora a cosa è servito l'investimento dello Stato italiano in Uruguay di 2 milioni di dollari senza un reale potenziamento della struttura? A chi è servita questa nuova sede?  Comincerá ad indagare la Corte dei Conti???