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Il disegno di legge delega sul fisco, potrebbe avere anche i voti di parte dell’opposizione in Parlamento, solo e solo se la flat tax fosse esclusa. È questo il diktat imposto al governo da Italia Viva. A spiegare la linea che vuole seguire il partito di Matteo Renzi, è il deputato Luigi Marattin.

“L’impianto è lo stesso della delega Draghi. Poi ci sono alcune aggiunte positive e altre negative. Per esempio, l'approccio sul tema della riscossione è positivo. Non ci sono condoni. È vero che ci sono misure di favore come il concordato biennale preventivo, ma c'è anche una svolta, rappresentata dall'accesso diretto all'anagrafe dei conti correnti: uno strumento efficace per la lotta all’evasione”, spiega il deputato. Non è tutto rosa e fiori però; secondo Marattin, il problema è proprio la flat tax, “Anche se, a dire il vero, non compare tra i principi della delega, ma solo come obiettivo. Per dirla tutta, è un tweet elettorale di Salvini calato nel testo, senza conseguenze pratiche. In ogni caso, noi non siamo d'accordo e chiediamo al governo di togliere ogni riferimento all'aliquota unica. Inoltre, per noi la flat tax incrementale estesa ai dipendenti è un'inutile complicazione e proponiamo di sostituirla con la detassazione dei premi di produttività.

Così come, al posto del taglio dell'Ires al 15% per le aziende che assumono sarebbe meglio rilanciare la decontribuzione sulle assunzioni. Infine, pur apprezzando gli articoli sull'abolizione delle microtasse e gli incentivi alla formazione di società di capitale tra professionisti, osserviamo che si potrebbe fare prima approvando le proposte presentate dal Terzo Polo, in Parlamento, cosa che vale anche per lo Statuto del contribuente”, conclude il deputato di Italia Viva.