Gente d'Italia

Come l’Italia ha speso due milioni di dollari per una cattedrale nel deserto in Uruguay: il mistero dello studio di architettura

di MATTEO FORCINITI

Lo sportello informativo affittato per la propaganda del Maie parte subito con il botto. Un mese dopo la sua inaugurazione, nel settembre del 2019, il portale della disinformazione Italia Chiama Italia tira in ballo il nuovo ufficio per l’ennesimo spot elettorale  che questa volta raggiunge l’apice della bugia dove si racconta che in Uruguay, anziché una misera cancelleria consolare, esiste addirittura un consolato generale. “Nuova sede consolare a Montevideo: inaugurata da poco, accoglie già il 41% degli utenti” scrive il sito vicino al Maie quantificando il tutto anche con i numeri, ben 714 persone.

 

Come già successo diverse volte tanto con il progetto di costruzione come per l’affitto della sede, la comunicazione istituzionale sui servizi consolari in Uruguay finisce per essere sostituita dalla propaganda politica. L’Ambasciata e il Ministero degli Esteri continuano a restare in silenzio, gli unici autorizzati a parlare sono i propagatori delle fake news anche nel caso di informazioni così rilevanti.

 

Nel mese di ottobre del 2019, nel corso di un evento sul turismo delle radici, l’ambasciatore Gianni Piccato informa che è stato scelto lo studio di architettura per portare avanti il progetto esecutivo ma, stranamente, non fa il nome dello studio che incasserà 44mila dollari perché “questo non è il momento di fare conversazioni amministrative”. Tra un elogio e un altro a se stesso, nel suo discorso Piccato si limita a dire che sono stati 8 gli studi di architettura che hanno manifestato il loro interesse all’Ambasciata e, tra questi, 6 sono stati gli studi che hanno superato una prima fase di analisi presentando la proposta formale. Nella decisione della scelta finale sono state valutate sia “le garanzie tecniche migliori” che “i costi” che non vengono però quantificati per non rovinare il clima di festa che caratterizza la serata.

 

Il mistero finisce un mese dopo, il 26 novembre del 2019, quando il sottosegretario Merlo svela tra le linee il nome all’interno di un banalissimo comunicato su una visita ufficiale in Sud America: Aneiros Diaz, questo il nome dello studio di architettura scelto.

 

Ma da chi è stata presa questa decisione? E in base a quali criteri? E poi perché viene comunicata in questo modo quasi a sembrare di volerla in qualche modo nasconderla?

 

Il sottosegretario, insieme al direttore del Dipartimento italiani nel mondo della Farnesina Luigi Maria Vignali, fa in tempo a farsi l’ennesima passerella a Montevideo, questa volta all’Istituto Italiano di Cultura prima di ripartire velocemente.

 

Il 2019 si chiude con la fine del mandato istituzionale di Gianni Piccato in Uruguay che esce di scena portandosi dietro la ferrea opposizione dei rappresentanti della collettività del Comites e gli elogi di un partito politico (il Maie) in barba al tradizionale ruolo di garante super partes che ci si aspetterebbe da un ambasciatore.

 

Il progetto di costruzione del nuovo consolato entra quindi in una fase di attesa prima del bando esecutivo. Oltre all’approvazione finale della Farnesina, si attende anche l’arrivo del nuovo rappresentante diplomatico Giovanni Iannuzzi che si ritroverà con la pandemia: neanche l’emergenza del Covid riuscirà a fermare il piano di Ricardo Merlo.

 

 

Quarta parte - Continua

 

Prima parte: Gli annunci e le promesse

Seconda parte: Progetto preliminare e trasparenza solo per pochi intimi

Terza parte: L’ufficio affittato per la propaganda del Maie

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