Matteo Salvini (foto Depositphotos)

Dieci anni potrebbero sembrare pochi. Ma quando si tratta di una grande opera-simbolo, come la Torino-Lione, la scelta di rinviare i lavori da parte della Francia rischia di rendere l'infrastruttura inefficiente e di ridare fiato a chi la contesta. Così, un nuovo fronte potrebbe aprirsi tra Italia e Francia. Un fronte che riguarda la Tav. La galleria di confine che corre sotto le Alpi per quasi 58 chilometri, dovrebbe essere ultimata tra la fine del 2032 e l'inizio del 2033, dopo un esborso di 9 miliardi. Un tunnel che ha bisogno di essere collegato a una rete ferroviaria adeguata sia sul versante italiano che su quello francese. In Italia i lavori verranno ultimati in tempo, mentre in Francia - è stato deciso - che arriverà solo dopo il 2043. Il motivo del ritardo? La Francia vorrebbe - inizialmente - solo sistemare i binari già presenti, una soluzione che però non garantirebbe l'utilizzo a pieno dell'Alta Velocità. Insomma Parigi intenderebbe realizzare una delle tratte di accesso della Tav in Francia soltanto dopo l'entrata in funzione del tunnel del Moncenisio, tra la fine del 2032 e l'inizio del 2033.

La notizia ha fatto sobbalzare il vicepremier Matteo Salvini: “Al di là degli insulti, delle polemiche e delle provocazioni che registriamo con stupore, siamo preoccupati dalle titubanze francesi a proposito di Tav. Da Parigi ci aspettiamo chiarezza, serietà e rispetto degli accordi: l'Italia è stata ed è di parola, non possiamo accettare voltafaccia su un'opera importante non solo per i due Paesi ma per tutta Europa”.