di BRUNO TUCCI

Fascismo, antifascismo, non è un antagonismo ormai superato? E’una pagina storica tramontata ottanta anni fa. Un capitolo chiuso, ma c’è in Italia chi ancora vede camicie nere dappertutto.

O saluti romani,  un segno evidente (affermano) che non sono pochi quelli che sono ancora affascinati da quell’epoca. Ultimo in ordine di tempo è un attacco al capofila della X Mas che, durante la sfilata del  2 giugno, ha alzato un braccio in segno di riconoscenza al capo dello Stato in tribuna autorità insieme con Giorgia Meloni e i due presidenti delle Camere.

Apriti cielo, è sucesso un finimondo con i rosiconi e i loro alleati della stampa a puntare il dito contro il nostro militare che voleva con quel gesto ricordare tempi eroici. Una buriana per diversi giorni, capitanata da Eddy Schlein, Roberto Saviano, Michela Murgia e i loro compagnucci che siedono indaffarati nelle redazioni dei giornali o della tv. Sono così intervenuti i social che hanno fatto fare a lor  signori una figura barbina. Personalmente non amo per niente questo tipo di informazione, a volte si mette la penna o il microfono in mano a giovani che non hanno nessuna esperienza del giornalismo e  di che cosa significhi una notizia.

Stavolta però sono stato clamorosamente sconfitto dal lavoro della rete. In meno di ventiquattro ore sono state pubblicate diverse fotografie che mettono alla berlina i soloni della sinistra. Perchè lo stesso “saluto romano” lo hanno fatto Prodi, il Papa, Enrico Belinguer, la stessa Shclein, Roberto Saviano, addirittura la regina Elisabetta. Immaginiamo che cosa avrà pensato la Murgia. Presso a poco questo: “Dal Papa non me lo aspettavo”.

Insomma è finita che molti hanno riso a crepapelle e hanno continuato a ritenere che una giusta opposizione non deve avere simili atteggiamenti.

Una democrazia che si rispetti e sia degna di questo nome non deve scendere a livelli così bassi. Intendiamoci, nel gioco della maggioranza e di chi la contrasta, le polemiche debbono esserci. Guai se non ci fossero. Vorrebbe dire che il Paese insegue una “deriva autoritaria” di cui non vogliano più parlare. Allora, se opposizione deve essere la si faccia con le proposte non con le parole che non servono a nulla. Abbandoniamo il politichese e diciamo alla gente quali sono i reali problemi dell’Italia e degli italiani. E’ inutile continuare a screditare l’operato del governo.

Fra i primi protagonisti di questo gruppo, ecco apparire Maurizio Landini che sa dire soltanto no a qualsiasi proposta. Non gli sta bene quasi nulla o, più probabilmente, nulla. Cuneo fiscale, aumenti in busta paga per i lavoratori, un interessamento per i pensionati. Niente.

Ma il segretario della Cgil è in buona compagnia anche se per lui la scusante è di essere un sindacalista a tempo pieno. Al contrario questo non si può dire per Elly Schlein, pure se non penso che sia chiusa “nel suo bunker” come ha scritto un autorevole giornalista su un autorevole quotidiano.

No, la giovane numero uno del partito democratico è troppo indaffarata a ricucire un partito che ha in sé una decina di correnti. Non  è facile, però non è con le chiacchiere e con le riunioni che si risolvono i problemi. Ci vuole ben altro. Si affrontino uno ad uno gli scabrosi argomenti che non piacciono a lei ed ai suoi fedelissimi, si spieghi con precisione dove ha sbagliato la Meloni e dove no. Vedrà che qualche passo avanti lo farà.

Se, invece, il segretario preferisce puntare il dito contro una (singolare) deriva autoritaria del governo e la battaglia sulla Corte dei Conti sbaglierà di grosso e per cinque anni dovrà continuare a contare i danni di cui soffre la sua adorata sinistra-sinistra, rimanendo in un Limbo senza futuro.