ROMA - Una “combinazione tra radici antiche e modernità tecnologica” ispira il progetto italiano per la candidatura di Roma ad ospitare l’Expo 2030. A presentarla ieri a Parigi è stata la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenuta ai lavori dell'Assemblea Generale del Bureau International des Expositions (BIE). Ad accompagnare la Premier il Presidente della Regione Lazio Rocca, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e l’astronauta italiana dell’Esa, Samantha Cristoforetti.
Salutati i rappresentanti delle altre due città candidate - Riyadh e Busan – Meloni ha sottolineato che tutta l’Italia “crede” nella candidatura della capitale: “è una sfida che la nostra Nazione, in tutte le sue articolazioni, sta portando avanti con grande entusiasmo”.
Candidare Roma da premier, ma soprattutto da romana, è stato “emozionante” per Meloni secondo cui “l’identità è la cosa più preziosa che ciascuno di noi ha”.
“Spero di riuscire, oggi, in questo compito difficile ed entusiasmante che ho: convincervi. Convincervi a scegliere l’Italia, Roma, come sede dell’Expo del 2030, l’anno in cui valuteremo i risultati dei Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite. L’anno che segnerà il centenario del Bureau International des Expositions”, ha aggiunto la Premier. “Potrei parlare di ciò che Roma ha rappresentato nel passato e rappresenta nel presente. Potrei dirvi che è la città universale per eccellenza, la prima megalopoli della storia, che ha vissuto e vive rigenerandosi costantemente. Potrei ricordare che Roma è la capitale del dialogo tra le grandi religioni monoteiste; che è sede di decine di organizzazioni internazionali; che è una città globale, da millenni”.
E ancora: “potrei ribadire che è una capitale della cultura, uno dei più grandi poli universitari a livello mondiale, che ospita la più grande università d’Europa e centri di ricerca e tecnologia d’avanguardia. Città dal cuore antico, che batte al ritmo della storia e che della storia è stata ed è protagonista assoluta. Ma vi dirò, invece, che sono proprio queste caratteristiche, la combinazione tra radici antiche e modernità tecnologica, ad ispirare il nostro progetto e a dare sostanza alla nostra proposta. Perché crediamo – ha sottolineato Meloni – che l’Expo fin dalle origini è sempre stata molto più di un’Esposizione universale: è il racconto di un’epoca e il disegno immaginario di quella successiva. Le Expo tracciano una rotta e Roma non intende essere da meno”.
Ricordato il tema scelto da Roma - “Persone e Territori: Rigenerazione, Inclusione e Innovazione” – la Premier ha sottolineato che, in esso, “la persona e i suoi diritti rimangono al centro, integrandosi con l’ambiente che le circonda. Sostenibilità, partnerships durevoli tra le Nazioni, cooperazione responsabile e inclusiva con i più deboli, una legacy ambiziosa di progresso da lasciare alla comunità internazionale. Questi sono i cardini del nostro progetto. Questi sono i motivi per scegliere Roma”.
“Proponiamo a tutti i nostri partners – ha aggiunto Meloni – di dimostrare insieme che si può costruire un progetto su larga scala senza rovinare il territorio. Per questo, il nostro sito espositivo sarà innovativo e completamente sostenibile: sarà il più grande parco solare mai costruito in una città. Ogni padiglione produrrà energia pulita e la immetterà nella rete condivisa. Proponiamo alle Nazioni di lavorare insieme da qui al 2030 su progetti concreti, per dimostrare come la comunità internazionale può crescere lavorando insieme nell’interesse collettivo. Mi riferisco a partnerships durevoli e sostenibili”.
A Roma, ha assicurato, “ogni nazione troverà il suo spazio, da eguale tra eguali, con la possibilità di raccontare la propria identità. Non importa quanto grandi o piccoli si sia, a Roma sappiamo che ognuno ha qualcosa di unico da dare e vogliamo che ognuno contribuisca su un piano di parità. È questa, secondo noi, l’essenza di una cooperazione di tipo responsabile e inclusivo. Per questo, siamo pronti a intervenire per garantire pari opportunità, anche finanziarie, per la più ampia partecipazione alla nostra Esposizione universale”.
E, ha aggiunto, “l’Expo di Roma non finirà dopo i sei mesi della sua durata. I padiglioni rimarranno a disposizione di ogni Nazione che lo vorrà, per consentire loro di mantenere una testimonianza di loro stesse, di creare centri di ricerca e tecnologia, di conservare una finestra di dialogo. La nostra legacy, quella dell’Expo in Italia, vuole costruire un percorso di progresso per la comunità internazionale; dimostrare che i nostri obiettivi per il millennio possono essere realizzati, che non sono solo parole e che il rapporto tra le persone e il loro ambiente si può davvero migliorare lavorando insieme”.
“Scegliere di celebrare l’Expo 2030 a Roma vuol dire scegliere tutto questo. Uno dei più grandi intellettuali di tutti i tempi, Wolfgang Goethe, ha scritto che, a Roma, “si riallaccia l'intera storia del mondo”. Scegliete Roma, uniamo la storia nel futuro!”, ha concluso Meloni, che in serata ha partecipato al ricevimento organizzato in occasione della candidatura di Roma all'Ambasciata italiana.