La pagina del sito web del Parlamento dell'Uruguay realativo alla seduta del 21 giugno 2023, Lamorte ha preso la parola

di ROBERTO ZANNI

Sconforto, rabbia e anche un senso di abbandono che ogni giorni si fa sempre più grande. Sono le emozioni che ci trasmette Filomena Narducci al termine della prima convocazione del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero. Filomena in Uruguay è la voce della grande comunità italiana, una presenza imprescindibile, sempre in prima fila, nel lottare e nell'aiutare, non si tira mai indietro e lo dimostra il suo impegno continuo nell'ambito dei patronati, ex componente del Comites di Montevideo e anche del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero. Una figura senza la quale gli italiani in Uruguay non potrebbero vivere, specialmente in questi tempi, sempre più difficili. "Eravamo in attesa - ci spiega con tanta delusione - era più di un anno che aspettavamo la convocazione del nuovo CGIE, perchè come collettività all'estero, senza, eravamo praticamente orfani di uno strumento fondamentale che porta la nostra voce. Noi, come Uruguay, abbiamo poi solo un rappresentante che è il signor Aldo Lamorte e sono rimasta assolutamente stupita nell'apprendere che sia stato nominato nella Commissione Informazione e Comunicazione, addirittura nel ruolo di segretario. Innanzitutto perchè non era a Roma, l'ho visto, l'abbiamo visto tutti, era presente alla Camera dei senatori uruguaiana, è andato a votare leggi uruguaiane, due volte nella settimana durante la quale in Italia era stato convocato il nuovo CGIE. Qui prima ha votato la legge sul problema idrico, questo è successo il 21 giugno, poi il giorno successivo presente per la discussione sulla sicurezza sociale, ha anche parlato. Quindi non ha rappresentato gli italiani in Uruguay e poi l'hanno fatto segretario e non era nemmeno presente?".
LAMORTE CI HA VOLUTO TOGLIERE 'GENTE D'ITALIA'
Non si ferma Filomena Narducci, perchè il caso-Lamorte si va ad aggiungere a una serie di difficoltà che ogni giorno sono più grandi e risolverle diventa impossibile. "Sono tanti i problemi qui in Uruguay - continua - dai servizi all'applicazione dei nostri diritti, poi sicurezza sociale, i pensionati, i pagamenti e questo signore, come se tutto ciò non esistesse, fa parte del CGIE, si fa mettere in una Commissione e poi non si presenta nemmeno?". Non dimentica la Narducci - e come si può fare? - i danni perpetrati alla comunità da Lamorte: dalla gestione di un Comites inesistente (o presente solo per i suoi interessi) fino alla losca partnership con l'ambasciatore Giovanni Iannuzzi al fine di far chiudere 'Gente d'Italia' (ma non ci riuscirà) attraverso pareri creati con le menzogne più basse in modo da precludere i contributi del Governo previsti dalla legge e che legittimamente spettavano alla nostra testata. "Ha fatto in modo di distruggere, di farci togliere l'unico strumento di comunicazione che avevamo qui, e parlo come comunità italiana, cioè 'Gente d'Italia', un punto di riferimento quotidiano. E dopo aver ordito tutto questo lo fanno segretario, proprio della Commissione Informazione e Comunicazione? Qual è lo scopo di questa nomina? Quando a lui sembra proprio che i problemi della nostra comunità non gli interessano proprio o non li conosce. È una presa in giro! Io ho fatto parte del CGIE per molti anni e la logica di inserirti in una commissione è anche per risolvere i problemi della tua collettività, del mondo nel quale tu fai parte. Lui che ha distrutto tutta l'area dell'informazione in Uruguay che sia segreterio proprio della Commissione specifica vuol dire che stanno prendendo in giro la nostra comunità, il CGIE, i Comites, tutti".
E HA SCELTO IL SENATO DELL'URUGUAY
Una pausa, ma solo per riprendere il fiato perchè da dire ce n'è ancora tanto. "Sì - riprende - perchè la presa in giro è doppia, anche nei confronti della comunità italiana in Uruguay: lui non si presenta con tutti problemi che ci sono da risolvere. C'è da fare un ragionamento molto serio: Lamorte è incompatibile con il suo ruolo al CGIE, qualunque esso sia, in quanto lui fa parte di un Parlamento di un Paese Estero. Quando ti candidi e vieni eletto a rappresentare una collettività devi rispettare l'incarico. Qui invece non succede: dal Comites, che è partitico e si interessa solo di fare politica uruguaiana, mentre lui ha la politica la fa al Senato dell'Uruguay come deputato supplente, qui esiste un sistema diverso rispetto all'Italia, e con la concomitanza degli eventi, ha scelto quest'ultimo a danno della collettività italiana. E si tratta di un fatto gravissimo",
L'AMBASCIATA NON CONTROLLA, È ASSENTE
Ma tornando alla nomina di segretario, come può essere stata portata avanti? "Si tratta di accordi - spiega la Narducci, che ricordiamo per anni ha fatto parte del CGIE - che vengono presi prima, politici, anche per creare un equilibrio all'interno del Consiglio. Poi il segretario lo votano nella Commissione e mi stupisce che sia uscito il suo nome senza essere nemmeno presente. Cos'è una provocazione?". Ma la rabbia della Narducci, che poi è la voce della comunità italiana in Uruguay, non si ferma. "C'è un altro aspetto - spiega - chi è che deve controllare i nostri rappresentanti? Le autorità sul luogo, in questo caso l'Ambasciata in Uruguay. E allora la domanda è: ma le autorità diplomatico-consolari di Montevideo hanno eseguito i controlli, oppure queste cose a loro non interessano, non chiedono, non si informano? Quando facevo parte del CGIE l'ambasciatore era al corrente di tutto, date, partenze, arrivi, durata del viaggio, ogni cosa. A questo punto o sono io che non capisco quello che sta succedendo oppure qui in Uruguay qualcosa non funziona... Sono preoccupata così come stanno le cose non abbiamo un rappresentante al CGIE e non c'è un altro posto dove possiamo far sentire la nostra voce: come collettività non ci ascolta più nessuno, non solo in Uruguay, ma ora anche al Consiglio Generale per gli Italiani all'Estero e questo signore, Lamorte, fa quello che vuole. E in tanti qui, senza la presenza quotidiana di 'Gente d'Italia' non sapevano nemmeno della riunione a Roma, il Comites non ne he parlato... Tranne noi, diciamo addetti ai lavori, la collettività ne era all'oscuro. Una vergogna!"