Mario Draghi (foto: @Ale_Mi - Depositphotos)

I costi di gas e luce sono sempre più alle stelle. Risultato: il “caro bollette" fa prepotentemente irruzione nella campagna elettorale per le politiche del 25 settembre con i partiti politici che, da giorni, invocano interventi urgenti al governo per sostenere famiglie e imprese sempre più in difficoltà. Due giorni fa il leader del Carroccio Matteo Salvini ha sollecitato una sorta di "armistizio" chiedendo di convocare un Consiglio dei ministri "la prossima settimana” e “riunire il Parlamento ai primi di settembre" incontrando il favore del leader di Azione Carlo Calenda ("incontriamoci anche oggi") il quale non ha nascosto di temere un imminente "tsunami finanziario".

“Prima le famiglie, poi il bilancio” è il mantra del centrodestra. Tirato per la giacca, Palazzo Chigi si è messo all’opera per studiare misure contro il caro energia, ma senza alcuno scostamento di bilancio, come invece aveva suggerito, in un primo momento, il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti che aveva chiesto proprio quella mossa "per pagare i danni indiretti della guerra".

Tra le ipotesi al vaglio dell’esecutivo, spicca il credito d'imposta per le imprese energivore e gasivore (in vigore fino a settembre). Due le ipotesi: o la proroga del dispositivo fino a fine 2022 oppure un aumento dell'aliquota. Probabilmente saranno prorogati anche gli sconti sui carburanti (in scadenza il 20 settembre), mentre ci sarebbero non pochi dubbi - anche di carattere tecnico - circa la possibilità di un intervento per la cassa integrazione a favore dei dipendenti delle imprese costrette a fermarsi o a ridurre la produzione a causa del caro energia. Per quanto concerne le famiglie potrebbe essere potenziata la rateizzazione delle bollette.

Sullo sfondo, mentre Salvini insiste per “un tetto del 4% ai rincari delle bollette”, il ministro degli Esteri e leader di “Insieme per il Futuro”, Luigi Di Maio chiede "un decreto per finanziare l'80% delle bollette alle imprese" e il segretario del Pd Enrico Letta sposa la pista del “salario minimo come prima misura” c'è anche chi, a sinistra, insiste sull'aumento della tassa sugli extraprofitti delle imprese dell'energia (strada irta di ostacoli). Altri ragionamenti, infine, riguardano l'eventuale “contenitore” delle nuove misure attualmente al vaglio di un governo: si parla, infatti, di un nuovo decreto (o di un emendamento al Dl aiuti bis) che dovrebbe arrivare in Aula al Senato, per la conversione in legge, il prossimo 6 settembre.

Esattamente tre giorni prima (il 9 settembre) della riunione dei ministri Ue programmata proprio per fronteggiare l’emergenza a livello continentale. Tutto questo mentre la Germania apre sul “price cap” e la presidente della Commissione europea Ursula von Der Leyen invita a prepararsi a quello che ritiene un imminente stop delle forniture russe di gas.