Nell'ultimo Consiglio dei ministri "abbiamo approvato diverse misure importanti.
La più importante è quella che riguarda la tassazione dei margini ingiusti delle banche". Lo dice la premier Giorgia Meloni nel collegamento social "Gli appunti di Giorgia".
"Noi - aggiunge Meloni - stiamo vivendo una fase economica e finanziaria complicata" anche a causa "dell'inflazione" che si registra in tutta Europa" a cui la Bce "ha risposto con un intervento del quale possiamo anche discutere...". "In questa situazione difficile - sottolinea - è fondamentale che il sistema bancario si comporti nel modo il più possibile corretto. Stiamo registrando utili record e abbiamo deciso di intervenire introducendo una tassazione del 40% sulla differenza ingiusta del margine di interesse. Una tassazione che è non una tassa su un margine legittimo, ma una tassa su un margine, appunto, ingiusto", conclude.
Le risorse che arriveranno dalla tassazione "dei margini ingiusti delle banche" andranno "a finanziare le misure a sostegno delle famiglie e delle imprese" che stanno vivendo "un momento di difficoltà per l'alto costo del denaro".
Meloni: 'Il salario minimo rischia di peggiorare le retribuzioni'
"Perché non ho accolto la proposta sul salario minimo così come viene presentata? Perché se io stabilissi per legge una cifra minima oraria di retribuzione per tutti, che inevitabilmente si collocherebbe nel mezzo. E allora il salario minimo potrebbe rischiare di essere più basso del minimo contrattuale previsto e rischierebbe di diventare un parametro sostitutivo e non aggiuntivo peggiorando molto di più i salari rispetto a chi li migliora". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nella sua diretta Facebook "Gli appunti di Giorgia".
"Apriremo il confronto con le opposizioni - ha proseguito - e capiremo se c'è il margine di presentare insieme una proposta seria contro i salari bassi che possa fornire i parametri salariali per i lavoratori non coperti dalla contrattazione collettiva, che possa aumentare i controlli per contrastare il lavoro irregolare, i falsi contratti part time e altri reati del genere, e speriamo che su questo si possa arrivare a una risposta seria condivisa e che migliori complessivamente le condizioni dei lavoratori italiani e non migliori quelle di alcuni, peggiorando quelle di altri".
Meloni: 'Non torniamo indietro sul reddito di cittadinanza'
"Il governo non intende tornare sui suoi passi sul Reddito di cittadinanza", perché vuole passare dal "Reddito di cittadinanza al Reddito di occupazione, cioè che si ottiene grazie al lavoro". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella rubrica social "Gli appunti di Giorgia", sottolineando che le stime di chi avrebbe perso il reddito erano di "300mila" persone e invece lo hanno perso in "112mila". "Ragionevolmente - osserva - significa che hanno già cominciato a lavorare perché sapevano che ad un certo punto non avrebbero più potuto contare sul reddito e si sono rimboccate le maniche e hanno cominciato a cercare un lavoro che hanno trovato".
"Si è detto che la revoca del reddito è avvenuta dal giorno all'altro, un fulmine a ciel sereno: è falso. Non solo quello che è stato fatto è scritto nel programma del centrodestra" ma "è inserito nella legge di bilancio varata a dicembre e tutti ne erano a conoscenza".
Meloni: 'Non perderemo i fondi Pnrr, come qualcuno sperava'
"L'Italia nel 2023 beneficerà di 35 miliardi del Pnrr, l'Ue conferma che alla fine dell'anno avrà tutte le risorse previste con buona pace di chi sperava che le perdesse o ne perdesse una parte". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella rubrica social "Gli appunti di Giorgia". "Siamo molto soddisfatti per questi risultati ottenuti, avevamo promesso che l'Italia non avrebbe perso un euro, che le cose sarebbero andate bene, i nostri progressi e sforzi sono riconosciuti e se a qualcuno dà fastidio che l'Italia abbia questi successi, noi continueremo a non risparmiarci".
Meloni: 'Via incertezza processi, non devono cadere nel nulla'
Nel Consiglio dei ministri di lunedì "abbiamo approvato una norma che evita ogni incertezza nei processi e che consente di impedire che processi aperti perché legati alla mafia finiscano nel nulla". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella rubrica social "gli appunti di Giorgia", sottolineando che questa azione, "che non è la prima", mostra "quanto il governo sia determinato" a combattere "il cancro della criminalità organizzata".
Barelli: 'Credibilità del Paese dipende dalla solidità delle banche'. Gasparri: 'Tassare anche extraprofitti dei giganti del web'
Tasso interesse chiesto da istituti soffre decisione della Bce
"Il tasso di interesse chiesto dalle banche soffre la decisione della Bce di aumentare il costo del denaro, decisione mai condivisa da Forza Italia. Il governo italiano ha deciso di tassare i profitti delle banche: questo ha creato disagio nella borsa, nei mercati finanziari, tra i piccoli risparmiatori. La credibilità di un paese dipende dalla solidità e dalla affidabilità del suo sistema bancario". Così Paolo Barelli, presidente dei deputati di Forza Italia, ai microfoni dei tg.
'Sto depositando una mozione in Senato per chiedere al governo iniziative concrete per accelerare ogni forma di imposizione fiscale che riguardi i giganti della rete. Parlo di Amazon, Google, Apple, Netflix e quant'altro. L'Europa agisce con troppa lentezza e la global minimum tax appare troppo contenuta e rinviata a date troppo lontane. Immagino che questa tesi troverà consenso ampio in Parlamento'. Lo annuncia in una nota il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. 'Mi aspetto convinto e totale sostegno del governo, ma sarà bene che il Parlamento si esprima contro la prepotenza dei giganti della rete esentasse, perché l'equità fiscale e l'equità sociale vanno in tutt'altra direzione', aggiunge.
Consumatori: "Extraprofitti? Rischio di rincari da 500 milioni"
"La tassa sugli extraprofitti delle banche "è una ottima misura per reperire risorse da destinare alla collettività, ma potrebbe spingere le banche a reagire attraverso un aumento dei costi di conti correnti e carte".
Lo afferma Assoutenti, che ricorda come già Bankitalia sia scesa in campo contro l'incremento dei conti correnti.
Se si considera che in Italia i correntisti sono 47,7 milioni, la stangata potrebbe raggiungere i 491,3 milioni annui a causa dei possibili rincari di carte e conti correnti. Assoutenti si dice quindi pronta a denunciare ad Antitrust le banche che decidessero rincari a danno degli utenti.