Victor Osimhen (foto: Depositphotos)

di MIMMO CARRATELLI

Si va a Lecce nella "gioielleria" di Pantaleo Corvino, 74 anni, intramontabile talent-scout, che ha arricchito la formazione pugliese di nuove "scoperte", dal centravanti montenegrino Krstovic, che sarà avversario pericolosissimo per i centrali del Napoli, al difensore francese Gendrey, al minuscolo attaccante zambiano Banda ala sinistra sgusciante, al brasiliano Strefezza talento di 1,69, al centrocampista spagnolo Gonzalez (1,90), al veronese Baschirotto regista della difesa e anima del Lecce.
La squadra del giovane D'Aversa, 48 anni, abruzzese, è partita sparata, cinque partite senza perdere (tre vittorie), arrendendosi martedì a Torino contro la Juventus (57' Milik su un corner che non c'era) tenendo in scacco la formazione bianconera con una magnifica organizzazione di gioco e baricentro basso senza però mai tirare in porta.
Ma sul suo campo il Lecce avrà altro coraggio e audacia. Il Napoli dovrà confermare la "resurrezione" contro l'Udinese, sparring-partner rivelatosi meno duro del previsto.
Una ritrovata condizione fisica ha liberato gli azzurri alle giocate dello scudetto.
L'impressione è che una preparazione tesa a rendere la squadra in forma sulla distanza abbia imballato le gambe nelle prime partite, ma ora, smaltito il carico di lavoro, il Napoli è tornato brillante ed efficace. Se Lecce-Napoli sarà un match molto tecnico, gli azzurri dovrebbero prevalere per la maggiore caratura di molti protagonisti.
Kvaratskhelia si è liberato dall'ansia del gol, sublime artefice della vittoriona sull'Udinese.
Mario Rui libellula portoghese ha rilanciato la "catena" di sinistra.
Lobotka è tornato il mago Merlino del gioco azzurro.
Anguissa sontuosa presenza che rompe e attacca.
Zielinski nella sua stagione migliore e arma non più segreta per sorprendere gli avversari.
Osimhen di nuovo cacciatore di gol.
Ostigard e Natan, l'inedita coppia centrale di emergenza, avranno il battesimo del fuoco perché il Lecce attaccherà, come non hanno fatto Bologna e Udinese.
S'è detto della pericolosità di Krstovic sostenuto da Strefezza e Oudin, il centrocampista francese che ha battuto il Genoa con un gran tiro dalla distanza.
Garcia chiede tre vittorie di fila (dopo il Lecce ci sarà la Fiorentina al Maradona) per rientrare in zona-Champions, obiettivo dichiarato da De Laurentiis.
Il Napoli è a un punto dal quarto posto (Atalanta) e a due dal terzo (Juventus) nella giornata in cui si giocherà proprio Atalanta-Juventus.
Lo spettacolo contro l'Udinese ha ridestato l'ambizione massima di difendere lo scudetto mentre nessuna squadra sembra padrona del campo, neanche la corazzata interista appena affondata dal Sassuolo.
Lecce dirà se il Napoli è tornato nella corsa di testa mentre si gioca ogni tre giorni e l'impegno Champions (martedì il Real Madrid al Maradona) accrescerà la fatica e i rischi.
Il Napoli ha però una "rosa" nutrita per destreggiarsi al meglio. Garcia fa rotazioni intelligenti.
Mercoledì s'è visto un Lindstrom furioso sulla fascia destra (forse in campo a Lecce per una partita da vincere), Cajuste ha confermato di poter sostenere il massimo impegno a centrocampo, Raspadori, finora, è un rincalzo di lusso e Simeone quando entra tempestivamente trova sempre il gol.
A Lecce sarà necessario un grande equilibrio, squadra corta e compatta, palleggio veloce per puntare al gol alternato al lancio per le punte, prediletto da Garcia che vuole un gioco più verticale.
Ma contro l'Udinese è venuta fuori la vera "natura" del Napoli, far girare la palla come nell'anno dello scudetto.
Lecce dirà se sono tornati in pista i campioni d'Italia. La squadra pugliese ha avuto un giorno di riposo in più rispetto agli azzurri.