di BRUNO TUCCIGiorgia vs Elly, il match infiamma la politica italiana. Meloni promette, il Pd teme la sua profezia. Cioè, che il fu Pci rimanga senza potere per cinque anni. Una intera legislatura all’opposizione.

Minoranza, dunque, ma che tipo di minoranza? E’ tutta la sinistra ad essere confusa perché non sa quale strada prendere per opporsi al governo di centro destra. Giorgia è chiarissima al proposito: “Capisco che è dura rimanere fuori gioco senza la possibilità di distribuire incarichi e poltrone a piacimento. Ma lo hanno voluto gli italiani quando hanno votato nel settembre dello scorso anno”.

E’ questo che angustia il partito democratico o, al contrario, sono soltanto le scelte politiche dell’esecutivo a mandare su tutte le furie Elly Schlein e i suoi fedelissimi? Eh, già, perché non sono pochi coloro che nel dibattito interno siano convinti dell’operato della segretaria. Troppo a sinistra? Certo, ma non solo.

E’ il suo modo di essere ondivaga a non convincere una buona parte del partito. Un giorno spara a zero contro gli avversari; ventiquattrore dopo fa marcia indietro. Per il semplice fatto che non vuole inimicarsi nessuno, nella speranza che le varie correnti si sciolgano come neve al sole ed il Pd possa diventare davvero una forza unica.

La verità è che, nonostante gli ostacoli e gli sgambetti, il presidente del Consiglio continua ad andare avanti senza temere la guerra degli avversari. In politica estera sono tutti d’accordo (anche buona parte della sinistra) che Giorgia ha fatto passi da gigante nelle relazioni internazionali.

Si temeva che con il suo insediamento a Palazzo Chigi, l’Italia sarebbe rimasta sola in Europa non contando più niente. I cosiddetti gufi sono stati smentiti ed ora sono soltanto i rapporti interni quelli su cui l’opposizione si fa più pressante: il salario minimo, l’inflazione, la manovra finanziaria, la povertà che aumenta.

Bene, è anche giusto che chi contesta il governo si faccia sentire. Non solo a parole, ma con i fatti. E di fatti il Pd e gli altri alleati ne hanno proposti pochi e confusi.

Gli alleati, vero, ma quali e quanti sono questi amici pronti a combattere la destra? La frattura è clamorosa fra le due forze di maggioranza in questa che si potrebbe definire coalizione o campo largo. I 5Stelle sparano a zero a giorni alterni contro Elly.

Ritengono che non abbia coraggio, che non porti mai a conclusione quel che dice. La divisione è soprattutto sulla politica estera e sul drammatico conflitto tra Israele e Palestina. La Schlein si è schierata contro Hamas anche se lo fa con dolcezza per non esacerbare chi nel suo partito è molto più aggressivo e diretto.

Giuseppe Conte, al contrario, pende chiaramente a favore dei palestinesi anche se riconosce, obtorto collo, che il 7 ottobre Israele è stata invasa contro tutti i princìpi della democrazia. Il suo comportamento è chiaro, non ci possono essere dubbi perché in piazza a Roma il  numero uno dei 5Stelle, è andato insieme con un altro ex grillino, Alessandro Di Battista, diventato famoso tra la gente di Gaza per un suo video che lo vedeva protagonista in una trasmissione televisiva.

Tutto sembra andare contro il Pd e la politica scelta dalla segretaria di via del Nazareno. Forse l’opposizione sperava in uno scivolone di Giorgia Meloni. Pensava che l’occasione buona potesse essere la frattura tra lei e il suo ex compagno di vita, Andrea Giambruno.

Nonostante l’inopportunità di far nascere “una guerra” per un fatto assolutamente privato, l’attacco si è dimostrato un boomerang perché l’attrito fra la premier e la famiglia Berlusconi (la colpa è di quel fuorionda di Striscia la notizia) è svanito nel momento in cui Marina ha parlato affermando che la Meloni “è una donna capace, concreta e coerente”

Il Pd è dunque all’angolo come i pugili suonati? Chi lo pensa sbaglia clamorosamente perché stare all’opposizione è più facile. Poi, non lo dimentichiamo, i sindacati (in primis la Cgil) sono dalla loro parte. Non è poco alla luce delle esperienze passate.