Geronimo La Russa

Il calcio. Il tennis. Gli sport invernali. Le bocce, persino. In uno dei momenti più difficili per il Paese, stretto tra crisi internazionali ed economiche, c’è un settore che la politica in generale, e il centrodestra di governo in particolare, non perde mai d’occhio: lo sport. Da sempre forziere di emozioni ma anche di miliardi di euro pubblici dispensati ogni anno, è diventato una sorta di riserva indiana per tribù di amici e parenti che, prima o poi, riescono a trovare un posto al sole.

Il calcio per esempio. Il comitato per l’organizzazione degli Europei del 2032, che sono stati assegnati a Italia e Turchia, non esiste ancora. È presto. “Not before 2026”, ha detto l’Uefa. Eppure a Roma ci siamo portati avanti: non è ancora sicuro che ci saranno gli stadi per ospitare le partite, ma la Federcalcio ha già creato un ufficio. Risponde al dipartimento marketing e ha assunto i primi collaboratori. “Da lunedì 23 ottobre ci lavora Filippo Tajani, figlio del vicepremier, ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia, Antonio”, hanno scritto nei giorni scorsi alcuni blog ripresi da siti di informazione. Filippo ha un buon curriculum, assicura chi lo conosce.

E comunque non dovrebbe sentire troppo il peso di essere “figlio di”, non fosse altro perché negli uffici della Federcalcio non è il solo: a Casa Italia, l’ufficio che si occupa delle attività del centro di Coverciano sede della nazionale, ci lavora da più di un anno Marta Giorgetti, la poco più che ventenne figlia del ministro dell’Economia e delle Finanze. Un piccolo cortocircuito che in questi mesi più volte è stato fatto notare a Giancarlo Giorgetti: negli anni scorsi proprio lui gridava “via la politica dallo sport” in nome della battaglia allo spreco e agli sperperi, ma evidentemente non ha voluto impedire il lavoro, legittimo, della figlia proprio in quel settore. Davvero la Federcalcio non aveva altri da scegliere per quei posti che non fossero figli di politici di centrodestra? E soprattutto: era così necessario creare un ufficio organizzatore, con tanto di assunzioni a tempo, per un evento che comincerà tra dieci anni? Perché tutta questa fretta? Chi vuole male al presidente federale Gabriele Gravina parla di un suo tentativo di riposizionamento con l’attuale governo, lui da sempre considerato vicino al centrosinistra, tanto che il suo nome è più volte rimbalzato come possibile candidato governatore nell’Abruzzo dell’amico Giovanni Legnini, ex commissario alla ricostruzione post-sisma.

Ma c’è anche chi fa notare come le Federazioni, e prima ancora Sport e Salute, la spa cassaforte dello sport italiano, in quanto enti di diritto privato da sempre siano utilizzati dalla politica per distribuire poltrone comode e ben remunerate. La passione è antica. Per dire: la famiglia del presidente del Senato, Ignazio La Russa, oltre alla tradizionale fede interista, ha puntato sulle quattro ruote e sugli sport invernali. Geronimo, il primogenito, è presidente dell’Automobile club di Milano, che significa essere di fatto il re del circuito di Monza. Ed è candidato per la poltrona di numero uno dell’Aci, dove da una vita è seduto il potentissimo Angelo Sticchi Damiani. Come venne fuori a marzo scorso, nel comitato organizzatore delle olimpiadi invernali di Milano-Cortina compariva il nome dell’altro figlio del presidente del Senato, Lorenzo La Russa, e la sua ex segretaria, Lavinia Prono.

Nel medesimo comitato lavora come direttore commerciale Antonio Marano, ex deputato della Lega e sottosegretario alla Telecomunicazioni del governo Berlusconi e poi direttore e manager in Rai. A occuparsi dei contenuti video c’è una Draghi: è Livia, nipote dell’ex premier, che può vantare un curriculum lunghissimo dalla Rai a Sky.

A presiedere Sport e Salute c’è un uomo di fiducia della premier: Marco Mezzaroma, ex marito di Mara Carfagna e amico fraterno di Arianna Meloni, sorella di Giorgia. La presidente del Consiglio gli ha chiesto una mano dopo aver verificato che il profilo inizialmente scelto, quello di Giuseppe De Mita, figlio di Ciriaco, e testimone di nozze di Mezzaroma, era stato scartato per problemi di titoli. Ma lo sport è anche un ottimo ripiego per chi, per scelta o necessità, fa un passo di lato dalla politica: la numero 2 del tennis italiano è l’ex sindaca di Torino, Chiara Appendino, in una Federtennis in cui lavorano molti amici del M5S. Il segretario della Federbocce è invece Riccardo Milana, ex parlamentare Pd. Le istituzioni sportive non lasciano a piedi nessuno. Nessuno che abbia un cognome importante, almeno.