ROMA. "Siamo esterrefatti dalle parole del governatore della Toscana Eugenio Giani il quale, in visita al ministro della Salute Orazio Schillaci, ha annunciato la volontà di ripianare le casse in deficit della Regione effettuando prelievi coatti a danno di centinaia di malcapitate imprese private; questi sarebbero possibili grazie all'istituto del payback dispositivi medici, un errore normativo che praticamente tutte le forze politiche dichiarano debba essere abrogato al più presto per gli effetti disastrosi che rischia di avere ai danni delle imprese e del Servizio Sanitario Nazionale". Così, in una nota, Gennaro Broya de Lucia, presidente nazionale di PMI Sanità, la nuova associazione nazionale dei fornitori ospedalieri, ricordando come, proprio di recente: "i consigli regionali di Liguria, Sardegna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Marche e della provincia Autonoma di Trento, abbiano votato all'unanimità una delibera per dire no a questo folle meccanismo che viola i diritti fondamentali del lavoro e della salute. Giani, invece, che fa? chiede di accelerare i prelievi forzosi e, addirittura, di attivarne di nuovi!". Ora, incalza Broya de Lucia: "se la Toscana ha sbagliato i conti, è giusto allora che venga commissariata. Perché il presidente della giunta non guarda in casa propria cominciando a ridurre gli esorbitanti costi dell'Estar (l'ente di supporto tecnico amministrativo del servizio sanitario regionale) ed a sostituire i medici a gettone con assunzioni trasparenti e strutturate? Sarebbe un buon inizio!". Per il presidente di PMI Sanità: "è ormai evidente come il governatore abbia perso il contatto con la realtà: Giani, semplicemente, non è più idoneo a gestire la sanità pubblica della sua regione. Bene farebbe allora il ministro Schillaci a ricordargli che il payback è un istituto attualmente al vaglio del Tar perché evidentemente illegittimo e incostituzionale e che le imprese non fanno ostruzionismo, ma rivendicano il diritto di non eseguire gli appalti in perdita e di non dover restituire le somme loro dovute dalle Regioni". Insomma, conclude Broya de Lucia: "Giani, pur di rimanere attaccato alla poltrona, sceglie di farsi attivo promotore del fallimento di centinaia di aziende e della perdita di migliaia di posti di lavoro. Per questo che ne chiediamo le dimissioni immediate".