L'imperativo è vincere.

Luciano Spalletti lo ha sottolineato alla vigilia della sfida decisiva con la Macedonia del Nord per la qualificazione a Euro 2024. Annuisce Federico Chiesa, al suo fianco, perché "l'Italia deve andare agli Europei", ha ribadito l'attaccante della Juventus. "Si possono fare duemila discorsi, però poi domani bisogna andare a vincere e fare una buona prestazione. Conta solo questo, anche perché spesso il risultato è figlio di come si gioca" ha sottolineato il Ct. Ecco perché vuole un'Italia che sia "all'altezza della propria storia". C'è bisogno di "gente forte e con un carattere forte", ha poi aggiunto Spalletti che in questi primi giorni di lavoro ha dovuto stravolgere le convocazioni. Anche questa mattina, rimediando alle indisponibilità di Alessandro Bastoni (risentimento muscolare) e Gabriele Vicario (febbre), chiamando in fretta e furia Gianluca Mancini e Marco Carnesecchi. "Ma nel calcio siamo abituati a queste situazioni, possono capitare. Gli infortuni esistono, ma a me fa piacere veder ruzzolare la palla quando sono sul divano di casa, quindi spero si giochi sempre di più - ha detto il Ct - Ragiono al contrario degli altri". La formazione pare scritta, con Raspadori falso nove e la coppia Berardi-Chiesa ai suoi lati. L'unico dubbio sembra quello in difesa tra Gatti e Buongiorno con il primo in vantaggio, mentre a centrocampo si rivedrà Jorginho, per il quale Spalletti spende subito i primi elogi. "L'ho conosciuto personalmente in questi giorni e mi ha fatto un'impressione incredibile. Io mi aspetterei per la personalità e la qualità che ha che se ci fosse un rigore vada lui a prendere il pallone. Sono certo che non si tirerebbe indietro". Per vincere domani "servirà esser disposti a tutto - ha aggiunto - Ci sarà bisogno del gesto tecnico, ma anche del duello". Perché i 3 punti all'Olimpico permetterebbero all'Italia di presentarsi poi all'ultima sfida con l'Ucraina "con due risultati su tre a disposizione". E per questo un altro fattore potrà essere l'Olimpico, la cui prevendita è a quota 55mila spettatori. Uno stadio, tra l'altro, che Spalletti conosce bene avendo allenato la Roma ed a prescindere dall'accoglienza che gli riserverà dopo la querelle con Totti (nonostante la pace di oggi), le parole del Ct sono d'amore per l'impianto che lo ha ospitato per anni da allenatore dei giallorossi. Prima lo paragona a un quadro, poi a un tramonto e infine chiude il cerchio così: "Per me l'Olimpico pieno è come un arcobaleno. Per tutti i momenti passati qui con una squadra stupenda, dove abbiamo prodotto un calcio che trascinava il pubblico nel creare anche nuovi slogan. Abbiamo ottenuto risultati importantissimi, anche se come titoli non ne abbiamo vinti tanti, ma quel calcio lì ha provocato un messaggio indelebile nei bambini dell'epoca. Quella è un'altra vittoria". Il successo al quale pensa da giorni, però, è solo quello che potrebbe consegnare 3 punti all'Italia domani sera. Una partita che anche il presidente della Figc, Gabriele Gravina, vorrebbe giocare. "Vi assicuro che se potessi scendere in campo, darei il mio contributo e vi garantirei anche il risultato", le parole del numero uno della Federcalcio alla vigilia di una gara che secondo Chiesa sarà diversa dal playoff di Palermo che estromise l'Italia dai mondiali a marzo 2022. "Anche se nelle emozioni la ricorda", ha concluso il centravanti bianconero che spera di poter cambiare il corso della storia recente nelle sfide alla Macedonia del Nord.