Uccisi il piccolo Kfir, il fratellino
e la madre. Liberati 16 ostaggi israeliani, anche cinque ragazzi

Le Brigate al Qassam, ala militare di Hamas, hanno fatto sapere che i due fratelli israeliani Kfir (10 mesi) e Ariel Bibas (4 anni) insieme alla madre Sherry Silverman Bibas, ostaggi a Gaza, sono "stati uccisi in un precedente bombardamento dell'esercito".

L'esercito israeliano sta "controllando la fondatezza" dell'annuncio delle Brigate Qassam sulla morte dei fratelli Bibas, il piccolo Kfir di 10 mesi e il fratello di 4 anni, e della loro madre. Lo ha detto il portavoce militare Daniel Hagari secondo cui "Hamas continua a comportarsi in maniera crudele e inumana".

C'è attesa nella 'piazza degli ostaggi' a Tel Aviv tra la gente che aspetta di avere notizie certe sulla sorte del piccolo ostaggio Kfir Bibas, il bimbo di 10 mesi di cui Hamas ha annunciato la morte a causa di un bombardamento israeliano insieme al fratellino Ariel e alla mamma Sherry. "La gente qui prende la notizia con trepidazione e vuole assicurarsi che sia confermata" perché in precedenza ci sono state notizie di prigionieri uccisi che poi si sono rivelate false, riporta Al Jazeera. "Alcuni - afferma l'emittente qatariota - pensano che l'annuncio di Hamas possa essere un modo per spingere ad una proroga della tregua".

"Sui negoziati tra Israele e Hamas per estendere la tregua a Gaza pesa l'affermazione non confermata di Hamas secondo cui una famiglia di ostaggi israeliani, tra cui un bambino di 10 mesi, sarebbe stata uccisa". Lo scrive su X Al Arabiya riferendosi alla notizia della morte del piccolo Kfir Bibas, di 10 mesi, del suo fratellino di 4 anni e della loro mamma Sherry.

 

Guterres, l'Onu sostiene il popolo palestinese

   La Giornata Internazionale di Solidarietà con il Popolo Palestinese che si celebra oggi commemora il 75° anniversario dello sfollamento di massa dei palestinesi noto come "la Nakba" o "la Catastrofe", evento che si è verificato durante la guerra arabo-israeliana del 1948, quando più della metà del popolo palestinese è stato espulso o è fuggito dalle proprie case ed è diventato rifugiato.

La commemorazione, rileva l'Onu, serve a ricordare che quasi 6 milioni di palestinesi sono ancora rifugiati e migliaia di loro sono stati uccisi nella guerra di Gaza del 2023, in una situazione descritta dal Segretario generale come "uno dei capitoli più bui della storia del popolo palestinese".

"Sono inorridito dalla morte e dalla distruzione che si sono abbattute sulla regione, ora sopraffatta dall'angoscia e dal dolore" dice nel suo messaggio per la Giornata di solidarietà Guterres. "I palestinesi di Gaza stanno subendo una catastrofe umanitaria. Quasi 1,7 milioni di persone sono state costrette a fuggire dalle loro case, ma senza un posto sicuro dove andare. Allo stesso tempo, nella Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est, la situazione rischia di aggravarsi" aggiunge.

"Ho condannato inequivocabilmente gli attentati terroristici perpetrati da Hamas il 7 ottobre. Ma ho anche chiarito che questi attacchi non possono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese" dice ancora Guterres. "Questa giornata dovrebbe essere un'occasione per riaffermare la solidarietà della comunità internazionale con il popolo palestinese e il diritto dei palestinesi a vivere in pace e dignità".

"Dobbiamo chiedere all'unisono la fine dell'occupazione e del blocco di Gaza. E' giunto il momento di procedere con decisione e irreversibilità verso una soluzione a due Stati, basata sulle risoluzioni delle Nazioni Unite e sul diritto internazionale, con Israele e Palestina che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza, con Gerusalemme come capitale di entrambi gli Stati".

"Le Nazioni Unite - conclude il Segretario Generale - non vacilleranno nel loro impegno nei confronti del popolo palestinese. Oggi, come ogni giorno, siamo solidali con le aspirazioni del popolo palestinese a realizzare i suoi diritti inalienabili e a costruire un futuro di pace, dignità, giustizia e sicurezza per tutti".

Hamas: "Rilasciate due donne russe"

Le Brigate Ezzedin Al Qassam, l'ala militare di Hamas, hanno annunciato di aver liberato due donne con cittadinanza russa. Lo riporta Haaretz.

"Dopo questa fase di rientro dei nostri ostaggi, Israele tornerà in guerra? La mia risposta è inequivocabilmente sì. Non c'è possibilità che non si torni a combattere fino alla fine". Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu aggiungendo che "questa è la mia politica, l'intero governo è a favore di questa posizione, i soldati e il popolo: ed è esattamente quello che faremo".

Hamas: "60 gli ostaggi israeliani uccisi dai raid su Gaza"

Sarebbero una sessantina gli ostaggi israeliani morti a Gaza a causa dei bombardamenti. Lo ha detto Bassem Naim, funzionario di Hamas ed ex ministro della Sanità di Gaza, in una conferenza stampa a Città del Capo, parlando della morte del piccolo Kfir, della sua mamma e del suo fratellino. "Abbiamo confermato due o tre settimane fa che 60 israeliani sono stati uccisi sotto i bombardamenti israeliani e sono ancora sotto le macerie", ha detto Naim, precisando che "la donna e i suoi due figli sono tra loro, posso confermarlo".

Fonti, solo le due russo-israeliane sono arrivate a Rafah

Fonti al valico di Rafah hanno appena precisato che solo le due donne russo-israeliane, liberate oggi, hanno attraversato il valico dalla Striscia verso l'Egitto.

Rilasciati in serata 5 ragazzi e 5 donne israeliani

Sono 5 ragazzi e 5 donne i 10 ostaggi israeliani liberati in serata, per lo più rapiti dal kibbutz di Beeri: si tratta di Gali Tarshanksy (13 anni), Ofir Engel (17), Amit Shani (16), Liam Or (18 anni), Itay Regev (18 anni, rapito dal rave di Reim, i cui familiari erano stati rilasciati sabato scorso), Yarden Roman Gat (36), Raaya Rotem (54 anni, la figlia Hila era stata liberata nei giorni scorsi), Raz Ben-Ami (57), Moran Yanai (40 anni, anche lei rapita alla festa di Reim) e Liat Atzili (49). Insieme a questo gruppo sono stati rilasciati anche 4 thailandesi. In precedenza erano state liberate le due donne israelo-russe Elena Trupanov, 50 anni, e la madre Irena Tatti, 73.

G7, Hamas rilasci tutti gli ostaggi senza condizioni

    Iministri degli Esteri degli stati membri del Gruppo dei sette (G7) affermano di "accogliere con favore il rilascio di alcuni degli ostaggi sequestrati il 7  ottobre in Israele "e la recente pausa nelle ostilità che ha consentito un aumento degli aiuti umanitari" a Gaza, esortando Hamas "al rilascio immediato e incondizionato di tutti" gl altri rapiti.

In una dichiarazione congiunta rilasciata dall'Ufficio degli Esteri britannico e riportata dai media internazionali, i ministri "di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti e l'alto rappresentante dell'Unione europea" Josep Borrell chiedono inoltre "la partenza facilitata di tutti i cittadini stranieri" dalla Striscia e sottolineano "il diritto di Israele a difendere sé stesso e il suo popolo in conformità con il diritto internazionale".

"Apprezziamo la leadership degli Stati Uniti e dei paesi della regione, in particolare Qatar ed Egitto, e i loro instancabili sforzi per garantire questa pausa" dei combattimenti "e quelle future - aggiunge il comunicato dei ministri del G7 -. Sosteniamo gli sforzi significativi delle Nazioni Unite per coordinare la fornitura di assistenza umanitaria durante questa" tregua.

I 30 prigionieri palestinesi rilasciati sono arrivati a Ramallah

   Il quinto gruppo di 30 palestinesi rilasciato dalle carceri israeliane in base all'accordo di scambio di prigionieri tra Israele e Hamas è arrivato durante la notte a Ramallah, in Cisgiordania. Lo riportano i media locali. In precedenza il Servizio penitenziario israeliano aveva annunciato di aver rilasciato le 30 persone dalla prigione Ofer, vicino Ramallah, e da un centro di detenzione a Gerusalemme. Ancora prima le Forze di difesa israeliane (Idf) e lo Shin Bet avevano annunciato che i dieci ostaggi israeliani e i due tailandesi liberati ieri dal movimento islamista di Gaza erano arrivati in Israele.