di MIMMO CARRATELLI

Soli contro tutti non si può vincere. Il Napoli ha protestato per l’arbitraggio di Massa nella partita con l’Inter. Con chi ha protestato? Con il governo e le istituzioni del calcio che De Laurentiis ha sempre svillaneggiato. Il Napoli non ha voce, né autorevole, né credibile, nel sistema-calcio. Il secondo scudetto con Maradona fu vinto anche per i rapporti amichevoli e stretti che Ferlaino aveva con Matarrese (Figc) e Nizzola (Lega). Dalla monetina di Bergamo al Milan condizionato da Lo Bello a Verona nella penultima giornata mentre il Napoli dilagava a Bologna sono episodi noti. La conquista dello scudetto, dopo Maradona, avrebbe dovuto portare a un sostanzioso rafforzamento delle strutture societarie e tecniche del Napoli aprendo un vero ciclo vincente. De Laurentiis ha preferito rimanere solo al comando. Il presidente ha grande competenza, maturata nei suoi vent’anni nel calcio, ma da solo non basta. Un società padronale a modello familiare non può reggere alla distanza. De Laurentiis ha fatto moltissimo portando il Napoli dalla serie C al palcoscenico europeo, centrando un fantastico scudetto. Ma l’impresa non è stata mai sostenuta da una robusta organizzazione del club. Perché De Laurentiis non vuole in società e nello spogliatoio protagonisti che gli facciano ombra. È un vittorioso egocentrico e solitario. Non può durare a lungo. Nella scarna organizzazione del Napoli, Giuntoli, una persona sola, era di grande importanza facendo da cuscinetto fra presidente e allenatore, oltre alla notevole competenza sul calcio-mercato. Giuntoli non è stato mai trattenuto da De Laurentiis. Ma è vero che Giuntoli, dopo sette anni nel Napoli, considerava conclusa la sua opera nel club azzurro e non resisteva più al fascinoso richiamo della Juve. Scontato che Giuntoli mollasse (oltre a Spalletti), De Laurentiis non ha provveduto alle adeguate sostituzioni dei quadri tecnici. Non ha cercato collaboratori di sicura esperienza e valore. Non solo, ma anche sul calciomercato è rimasto assente, troppo solo per governarlo, rinunciando a rafforzare la squadra campione d’Italia come andava fatto, non solo per la partenza di Kim. Il Napoli avrebbe bisogno di rincalzi adeguati per alcuni giocatori fondamentali, da Lobotoka ad Anguissa, e difensori all’altezza dello scudetto appena conquistato. Nessun movimento di mercato ha prodotto risultati per queste esigenze. Questo è il momento più difficile per De Laurentiis che ha problemi anche col Bari. Difficile porre rimedi nell’immediato. Mentre risulta eternamente carente la comunicazione del club. Disertando Mazzarri la conferenza stampa dopo la sconfitta con l’Inter, il Napoli non ha avuto una voce di impatto davanti ai giornalisti. È un’ulteriore debolezza del club azzurro. Ora l’obiettivo concreto del Napoli è il passaggio agli ottavi di Champions (martedì 12 contro il Braga al Maradona) e la conquista della zona Champions in campionato. Sono obiettivi raggiungibili. In qualche modo Mazzarri ha rianimato la squadra dopo il disastro di Garcia, ostacolato però da un ciclo di partite ravvicinate ad alto livello (Atalanta, Real Madrid, Inter, Juventus) che non ha permesso una preparazione adeguata. Il Napoli dovrà difendere il quarto posto dall’assalto di Roma (a pari punti), Fiorentina (a un punto) e Bologna (a due punti). Con gli azzurri impegnati venerdì a Torino contro la Juventus, con due giorni di preparazione in meno dei bianconeri, Roma-Fiorentina, scontro diretto per la zona Champions, potrebbe ridurre i danni per la classifica del Napoli. Ma è la squadra azzurra che deve cominciare a pedalare forte.