È stato condannato a 6 anni, 2 mesi e venti giorni di reclusione Alex Pompa, il giovane che nel 2020 a Collegno (Torino) uccise a coltellate il padre, Giuseppe, per difendere la madre nel corso dell'ennesima lite in famiglia.

La sentenza è stata pronunciata dalla corte di assise di Appello di Torino. In primo grado Alex era stato assolto per legittima difesa. I giudici, fra l'altro, hanno disposto la trasmissione degli atti in procura perché si valutino le testimonianze rese dal fratello e dalla mamma dell'imputato.

"Incomprensibile" e "difficile da accettare". Così l'avvocato difensore, Claudio Strata, commenta la sentenza con cui la Corte di assise di Appello di Torino ha condannato il suo assistito, Alex Pompa, per l'omicidio del padre. Il riferimento, in particolare, è alla trasmissione degli atti in procura perché si valutino le testimonianze della mamma e del fratello dell'imputato. "I due - osserva il penalista - erano già stati ascoltati separatamente la notte stessa del fatto. Per i giudici di primo grado erano stati considerati affidabili. I giudici d'Appello sono stati di diverso avviso. E questo è difficile da accettare".

"Alex deve essere assolto perché ci ha salvato la vita. Se vogliamo che qualcosa cambi, se vogliamo evitare che le donne continuino a morire e che non ci siano più casi come quello di Giulia (Cecchettin, ndr), la sentenza non può essere questa". E' quanto ha dichiarato Loris Pompa, fratello di Alex. "Non siamo assolutamente d'accordo e andremo avanti", ha concluso. "Alex - ha detto la mamma, Maria - non è un assassino. A questo punto mi chiedo se a qualcuno sarebbe importato davvero qualcosa se fossi stata l'ennesima donna uccisa".