Foto archivio (IDF, Telegram)

Nessun dialogo sugli accordi di scambio di prigionieri se non dopo la fine dell' "aggressione" israeliana.

Lo hanno sostenuto in un comunicato Hamas e le fazioni palestinesi a Gaza, secondo quanto riferito dai media israeliani, tra cui Haaretz.  Il governo di Hamas ha anche annunciato che quattro persone, tra cui Bassem Ghaben, responsabile del varco di Karam Abu Salem, sono state uccise in attacchi israeliani contro un punto di passaggio tra la Striscia di Gaza e Israele. "Gli aerei israeliani hanno preso di mira l'infrastruttura", secondo l'amministrazione responsabile dei valichi e il Ministero della Sanità di Hamas.

Nuovi lanci di razzi da Gaza.  Le sirene di allarme anti razzi da Gaza sono tornate a risuonare nelle comunità israeliane a ridosso della Striscia, in particolare a Nirim. Lo ha fatto sapere l'esercito. La pausa nel lancio di razzi era stata la più lunga di tutta la guerra, escluso il periodo della tregua. L'esercito ha anche fatto sapere che nelle ultime 24 ore  sono stati circa 230 gli attacchi contro obiettivi di Hamas nella Striscia. E che "forti combattimenti" sono in corso nella roccaforte della fazione islamica a Jabalya, nel nord dell'enclave palestinese. Proprio a Jabalya l'esercito ha trovato "numerose armi" di operativi di Hamas in una scuola dove si erano rifugiati civili che sono stati sfollare. Inoltre, nell'area del campo profughi di al Shati raid aerei hanno "eliminato terroristi individuati" in quella zona. La scorsa notte, inoltre, sono state colpite "infrastrutture terroristiche degli Hezbollah" nel sud del Libano e una postazione di lancio "usata ieri per tiri" contro il territorio dello stato ebraico. Lo ha fatto sapere il portavoce militare.

Hamas ieri ha rifiutato la proposta di Israele per una settimana di tregua in cambio di 40 ostaggi, affermando che i negoziati partiranno solo dopo l'inizio di un cessate il fuoco. Slittato intanto di nuovo ad oggi il voto per una risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu su Gaza.  La risoluzione del Palazzo di vetro prevederebbe una "sospensione delle ostilità", nella formula che eviterebbe un nuovo veto degli Stati Uniti che non intendono dare fiato a Hamas. Nella bozza delle ultime ore, il Consiglio di sicurezza chiede "pause e corridoi umanitari urgenti ed estesi" e la liberazione di tutti gli ostaggi, si esortano le "parti in conflitto a Gaza a rispettare i loro obblighi verso il diritto internazionale in materia di protezione dei civili" e ad "astenersi dal privare la popolazione civile nella Striscia dei servizi di base e dell'assistenza umanitaria indispensabili alla sopravvivenza".

Almeno 36 i morti e decine i feriti nei bombardamenti israeliani di ieri su Rafah Khan Yunis, secondo fonti palestinesi. In particolare, media locali riferiscono di  "una casa e una moschea prese di mira a un centinaio di metri dall'ospedale Kuwaitiano"  a Rafah, con 12 vittime; e di 24 civili uccisi e diversi altri feriti nei raid di ieri su Khan Yunis, dove Israele aveva fra l'altro ordinato l'evacuazione  di circa il 20% della più grande città nel sud della Striscia di Gaza.

Tre soldati israeliani, intanto, sono rimasti uccisi ieri in combattimenti nel nord della Striscia di Gaza. Sale così a 137 il bilancio dei militari morti dall'inizio dell'operazione di terra contro Hamas. Le ultime vittime sono un sergente di 19 anni e due tenenti di 20 e 21 anni, specifica un comunicato delle Forze di difesa israeliane (Idf) citato dai media locali. L'esercito afferma ora di trovarsi in una "fase significativa della guerra, in nuove aree" della Striscia.  Secondo il capo del comando meridionale dell'Esercito israeliano (Idf) , il maggiore generale Yaron Finkelman, questa offensiva continuerà e continuerà ad andare avanti: "Continuerà con la pressione contro il nemico in superficie e nel sottosuolo. Continueremo ad avanzare qui e in altre aree in cui non abbiamo ancora manovrato", ha affermato parlando ai militari della 98.ma divisione a Khan Yunis (Gaza), come mostra un video delle Idf.

Israele: 'Nel dopo Hamas l'Anp va riformata dalle fondamenta'

''Una riforma dalle fondamenta dell'Autorità nazionale palestinese ed il suo impegno ad educare la nuova generazione di Gaza, Ramallah, Jenin e Gerico ai valori della moderazione e della tolleranza, senza più incitamenti contro Israele''. E' questa una delle componenti della visione israeliana del dopo la guerra a Gaza, così come è stata delineata sul giornale saudita Elaph dal Consigliere israeliano per la sicurezza nazionale Zahi Hanegbi (Likud). Lo ha riferito la radio pubblica israeliana Kan.

'Dopo la vittoria su Hamas', sostiene Hanegbi, sarà necessario liberare definitivamente i civili israeliani dalla paura di attacchi terroristici e garantire che i due milioni di abitanti di Gaza possano guardare con fiducia al futuro. Israele, aggiunge Hanegbi, studia il modo di ricostruire Gaza e di crearvi una nuova realtà grazie anche al coinvolgimento di forze regionali ed internazionali. Israele vuole garantire la sicurezza della propria popolazione ma, assicura, ''non ha interesse a gestire le questioni civili nella Striscia''.

Occorrerà dunque la formazione di ''un elemento moderato di governo palestinese, che goda del sostegno popolare e di legittimità estesa. Non saremo noi a deciderne la formazione''. Israele, conclude Hanegbi, comprende la volontà internazionale e di Paesi della Regione di associare l'Anp nel 'Giorno Dopo': ''ma la cosa - precisa - necessiterà una sua riforma dalle fondamenta'', ed un suo impegno a non incitare oltre a ostilità verso Israele.