I partiti sono in  fibrillazione. Le elezioni europee e regionali sono uno stress test. A destra come a sinistra ; la Sardegna è al centro di un braccio di ferro sulle candidature e sullo sfondo resta il nodo del terzo mandato per i presidenti in scadenza.

Una prima schiarita c’è, è arrivata in tarda serata lunedì 8 gennaio. L’ha fornita Matteo Salvini annunciando: ”Non mi candido alle europee, resto a fare il ministro. Una decisione pesante, destinata a influire sulle scelte degli alleati.

Tajani, l’altro vice premier, è stato chiaro: ”O tutti o nessuno”. E dunque con questa affermazione si dovrà fare i conti con Giorgia Meloni, tentata a sua volta dalla corsa per Bruxelles.

Inevitabili i contraccolpi a sinistra dove anche Elly Schlein è tentata di accettare la sfida della Premier. Pomo delle turbolenze la Sardegna che ha spaccato la destra ma ha anche lacerato la sinistra.

È vero che l’ottimismo d’ordinanza non manca ne’ da una parte ne’ dall’altra. Tajani, ad esempio, ha già messo le mani avanti:” Sono convinto che si troveranno accordi comunque e vinceremo le elezioni”. Sinistra nel limbo: anziché occuparsi di convincere Renato Soru a fare un passo indietro a favore di Alessandra Todde, candidata del Pd e dei 5 Stelle, la Schlein resta in silenzio.

IL CASO FIRENZE
C’è poi il caso Firenze dove il voto sta agitando il Centrosinistra dopo l’abbandono di Cecilia Del Re, seguita da tre consiglieri Pd, che ha messo in bilico la maggioranza a Palazzo Vecchio complicando il percorso dei Dem verso le elezioni di giugno.

Ha detto Renzi che cerca di approfittare della situazione: ”Avverto del nervosismo in tutti i partiti della maggioranza. In questo scenario consegnare Firenze alla destra è possibile solo se Schlein fa alle comunali lo stesso errore che Letta ha fatto alle politiche, escludendoci”.

IL CASO BOLOGNA
Il sindaco Lepore ha liquidato i Verdi con poche righe che parlano da sole: ”Prendo atto che i Verdi sono fuori dalla coalizione di Centrosinistra e non avrei mai immaginato che per un pugno di voti avrebbero difeso i pro-Putin. C’è un limite a tutto”.

La frattura è ufficiale. Ha risposto Davide Celli, figlio del noto etologo a Giorgio ed unico esponente in consiglio Comunale di Europa Verde: ”È il sindaco che mi ha cacciato sancendo una insofferenza che andava avanti da tempo, le presunte posizioni filorusse sono un pretesto”. Morale: la Giunta bolognese è terremotata.

IL QUADRO PER LE REGIONALI
Cinque regioni al voto: Piemonte, Umbria, Abruzzo, Sardegna, Basilicata. Quattro governatori del Centrodestra sono in scadenza di mandato (Giovanni Toti, Attilio Fontana, Massimiliano Fedriga, Luca Zaia); tre del Centrosinistra (Stefano Bonaccini, Michele Emiliano, Vincenzo De Luca). È il caso di ricordare che non è chiaro se la legge elettorale regionale preveda limiti di mandato.