di MIMMO CARRATELLI

Ecco la vera finale della Supercoppa tra il Napoli, campione d’Italia, e l’Inter, vincitrice della Coppa Italia, fuori gli intrusi Fiorentina e Lazio ammessi al mini-torneo arabo. Stasera a Riyadh, il vascello azzurro appena rimesso in sesto da Mazzarri affronta la corazzata di Simone Inzaghi, un ghiottone della Supercoppa, ne ha già vinte quattro, due con la Lazio, due con l’Inter.

Visto il partitone della formazione milanese nella semifinale contro la Lazio, tre gol, due traverse, numerose occasioni-gol, il Napoli sembra spacciato. Non si riesce a immaginare come e per quanto reggerà alle bocche di fuoco interiste che già un mese e mezzo fa affondarono la squadra azzurra al Maradona con i colpi di Calhanoglu, Barella e Thuram, possesso-palla del Napoli e contropiede milanese, Mazzarri se ne ricorderà. Però il pallone è rotondo, dicono gli ottimisti dei luoghi comuni. Sembra però che sia più rotondo per l’Inter.

Vedremo di nuovo la difesa azzurra a cinque che, se assistita da un contropiede ficcante, potrebbe fare la sorpresa?

Vedremo di nuovo lo spirito battagliero degli azzurri, irriducibili su ogni pallone? Resistere, resistere, resistere, a patto però che Kvaratskhelia abbia più libertà di attaccare e minore impegno difensivo perché se non si va a pungere la retroguardia interista, tenendo in allarme la formazione nerazzurra, non c’è speranza di farcela.

Ecco il potente arsenale di Simone Inzaghi. La fisicità e la supremazia aerea di Thuram per sfondare la difesa napoletana. I guizzi di Lautaro Martinez (in forse) per disorientare la retroguardia azzurra. I cross di Dimarco, proiettili traccianti per esplodere in gol. Il dinamismo d’assalto di Barella e Mkhitaryan. L’elegante e incisiva direzione delle operazioni del generalissimo Calhanoglu. Il deflagrante apporto dei riservisti Frattesi, Carlos Augusto e Alexis Sànchez.

Mazzarri avrà studiato la strategia opportuna, difesa estesa per togliere ampiezza agli attacchi interisti, marcatura a uomo per ridurre la qualità tecnica degli avversari, affollamento difensivo per sottrarre spazio e corridoi ai nerazzurri.

Tocca vedere se basterà. A decidere saranno i duelli individuali. Se gli azzurri li reggeranno, la finale potrà decidersi sul filo di lana.

Ci vorranno grande attenzione, tanta salute e la fortuna necessaria.

La finale si gioca a nove ore d’aereo da Napoli. Quanto tifo azzurro ci sarà all’Al-Awwal Park Stadium di Riyadh, venticinquemila posti? Si annuncia un superiore tifo interista.

È la quinta Supercoppa per il Napoli (sempre contro la Juventus, due vittorie e, con Mazzarri, la caotica sconfitta di Pechino nel 2012), l’undicesima per l’Inter (sette successi). Anche la tradizione è a favore schiacciante della squadra milanese.

Tutto, insomma, è contro gli azzurri stasera a Riyadh, missione impossibile, perciò eccitante. I bookmkers bancano la vittoria azzurra a 5, la vittoria dell’Inter a 1,66. Non c’è scampo.

Andiamo a vedere che cosa può succedere. In semifinale, la Lazio si è offerta gentilmente al predominio interista. Mazzarri non farà lo stesso errore di Sarri.

Intanto, sono arrivati a Riyadh i nuovi pupilli Ngonge e Traoré (co ‘u turbante e ‘o narghilè).