Stellantis (Depositphotos)

"Dobbiamo intenderci: se a dicembre la Volkswagen ha superato nelle vendita in Italia Stellantis, se i cittadini italiani hanno preferito acquistare un'auto prodotta all' estero, piuttosto che una fatta in Italia, a fronte di condizioni di mercato e incentivi simili, il problema non è del governo ma dell'azienda".

Così il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, parlando a un evento della Camera di commercio di Trento.  "Sarà un problema di marketing? Di modelli appetibili? Ma è un problema dell'azienda che evidentemente ha bisogno di rivedere le proprie politiche. Lo facessero", ha aggiunto.

"Negli scorsi anni - ha rilevato Urso - il 40% degli incentivi è andato a Stellantis, come è giusto che fosse, ma la metà di questi sono finiti a modelli prodotti all'estero e importati in Italia. Non può continuare così. L'ho detto con chiarezza".

"Ove non ci fosse una inversione di tendenza, che riduca il delta tra produzione e immatricolazione in Italia, dal prossimo anno tutte le risorse del Fondo automotive andranno non più a incentivare i consumi ma la produzione. Quindi a chi produce o chi intende produrre di più nel nostro Paese. Per esempio una seconda casa automobilistica", ha spiegato Urso.

Landini: "La premier Meloni convochi sindacati e azienda"

"Stellantis? Siamo di fronte ad una situazione che da tempo denunciamo. La capacità produttiva dell'azienda in Italia è di oltre 1,5 milioni di auto ma la produzione è ferma a 500 mila. Il tema è aperto ed è necessario che venga assunto, chiediamo a Meloni in persona di scendere in campo convocando un incontro con Stellantis e i sindacati a palazzo Chigi: gli incentivi di per sé non risolvono e c'è bisogno di una logica di intervento più forte. In Francia è presente lo Stato. Torniamo a chiedere che anche lo Stato italiano entri. Non è una novità. Lo chiediamo da tempo". Così il leader Cgil Maurizio Landini a margine di un convegno.

Sbarra a Stellantis: "Gli incentivi non sono regalie"

"Ci aspettiamo da Stellantis un impegno serio e responsabile ad investire in tutti gli stabilimenti italiani a cominciare da Pomigliano, aumentando la produzione di auto in Italia, garantendo i livelli occupazionali. A Tavares vogliamo ricordare che gli incentivi sono risorse pubbliche e non regalìe. Il governo si faccia garante di un patto tra istituzioni, impresa e sindacati sul rilancio del settore auto nel nostro Paese". Lo ha detto il leader Cisl Luigi Sbarra oggi concludendo il consiglio generale della Cisl di Salerno.

Sbarra, nel corso del suo intervento, è tornato a sostenere anche la necessità di "una nuova politica dei redditi per contrastare un'inflazione che pesa ancora moltissimo su milioni di lavoratori, pensionati e famiglie". "Dobbiamo rinnovare tutti i contratti, pubblici e privati - ha continuato - accelerare gli investimenti rafforzando la governance partecipata del Pnrr a partire dai territori per guadagnare al riscatto il Mezzogiorno, colmando quei divari occupazionali, economici e infrastrutturali che feriscono la giustizia e frenano lo sviluppo".

L'agenda 2024 per la Cisl - ha aggiunto il sindacalista - è sorretta da due principi cardine su cui costruire crescita e coesione: partecipazione, intesa sia come evoluzione delle relazioni industriali, sia come metodo di codeterminazione sociale delle politiche di sviluppo. E redistribuzione, che non significa solo equità e giustizia sociale, ma anche possibilità di indirizzare sulla crescita risorse altrimenti bloccate nelle rendite delle fasce più forti".