dalla REDAZIONE DI MONTEVIDEO

Abbiamo appreso oggi con una certa incredulità la decisione del Dipartimento dell’Editoria che nega a Gente d’Italia il contributo previsto dalla legge relativo al 2022.

Per il secondo anno consecutivo, infatti, il Dipartimento cerca di far chiudere questo giornale basandosi esclusivamente sulle opinioni deliranti espresse dall’ex ambasciatore italiano in Uruguay Giovanni Iannuzzi che (fortunatamente) proprio in questi giorni ha concluso il suo mandato.

Nella sua relazione -e in combutta con il Comites di Aldo Lamorte- l’ambasciatore Iannuzzi ripete ancora una volta una serie di baggianate che per amor di veritá siamo costretti a ribattere con forza.

Secondo Iannuzzi la diffusione del giornale nella collettività italiana “non è rilevabile né misurabile” dato che Gente d’Italia viene distribuito insieme a El País, il giornale più importante del paese. Anziché rappresentare una straordinaria occasione per accrescere la visibilità, il fatto di uscire insieme a El País diventa un problema nel mondo al contrario che ci vogliono raccontare i diplomatici a Montevideo che proprio su quel giornale uruguaiano hanno speso migliaia di dollari  negli ultimi anni per fare pubblicità. Quindi, se El País viene usato dall’Ambasciata va bene ma se invece un quotidiano italiano sigla un accordo di distribuzione aumentando considerevolmente il bacino di pubblico improvvisamente cambia tutto.

C’è poi un’altra questione di fondo che abbiamo il dovere di chiarire: affermare che la diffusione del giornale nella collettività italiana “non è rilevabile né misurabile” vuol dire ignorare completamente la realtà. In quale mondo ha vissuto Iannuzzi in questi ultimi quattro anni? Oltre a sforzarsi di vendere alcuni prodotti italiani l’ambasciatore è stato anche in grado di dialogare con le associazioni e ascoltare il loro punto di vista sull’argomento? Provate a chiedere un parere alle personalità più illustri all’interno delle collettività e vedrete cosa vi risponderanno.

Numerosissimi sono stati infatti in questi anni i messaggi di sostegno che abbiamo ricevuto dalle associazioni, da Montevideo all’interno, che mostrano più di ogni altra relazione infamante come stanno davvero le cose. Il perché è semplice da capire: di fronte allo sfascio istituzionale, Gente d’Italia ha sempre assicurato ampia diffusione alle attività delle associazioni anche e soprattutto nei momenti difficili come quelli che abbiamo vissuto negli ultimi periodi.

Il delirio di Iannuzzi ripreso dal Dipartimento dell’Editoria prosegue così: “Gran parte degli articoli è integralmente ripresa dalle maggiori agenzie generaliste o dalle testate specialiste in italiano o spagnolo. Gli articoli in spagnolo riprendono generalmente notizie locali già presenti nella stampa e nei siti uruguayani “aperti” senza dare al lettore italiano un effettivo valore aggiunto e quasi mai riguardano l’Italia”.

Inutile dire che queste parole rappresentano un’offesa al lavoro svolto da noi giornalisti, specialmente i due cronisti presenti tra la collettività in Uruguay, Matteo Forciniti e Stefano Casini. 

Noi - e lo ribadiamo con forza - eravamo qui prima ancora dell’arrivo di questo diffamatore seriale e continueremo a restarci per raccontare le vicende e i soprusi della collettività anche dopo la sua attesa partenza.

Ma come può un rappresentate dello Stato italiano in Uruguay abbassarsi a questo livello e arrivare a pronunciare in un documento ufficiale queste menzogne? I centinai di articoli scritti ogni anno e nel  2022 in particolare, corredate anche da foto e video che cosa sono? Li riprodurremmo tutti….sono qui, con noi…..e li depositeremo in tribunale a  cui ci rivolgiamo per rispetto della veritá. E poi, soprattutto, dove sono le agenzie che raccontano le attività della collettività?

Agenzie di stampa che facciano il nostro lavoro, che parlino degli italiani in Uruguay, semplicemente non esistono nel Pasese. Salvo solo alcuni programmi radiofonici come “Spazio Italia”, “La Voce dei Calabresi” o “Italia per Tutti” che (con tutto il rispetto) hanno un pubblico molto minore rispetto a quello che ha El País.

Insomma, Iannuzzi ha partorito di testa sua queste calunnie oppure gliele ha suggerite qualcuno? Di certo si è misteriosamente rimangiato quanto affermava nel 2021: “Credo sia importante mettere in luce quanto la stampa e l’informazione, come quella espressa da questo giornale, abbia un ruolo importantissimo nel preservare e perpetrare l’italianità all’estero”. E poi cosa è successo?

La nostra unica colpa è stata quella di aver fatto il nostro lavoro senza piegarci alla propaganda, senza asservirci al potente di turno arrivato da Roma. Macroscopica è dunque la violazione del principio di libertà di informazione garantito dalla Costituzione italiana su cui ipocritamente anche Iannuzzi ha giurato fedeltà. Ma se si è arrivati a tanto, se un rappresentante istituzionale si è permesso di attaccare la stampa in modo così spudorato e sfacciato, è solo perché si è coscienti dei tempi che corrono con un’Italia che pian piano sta morendo in Uruguay nell’inevitabile trascorrere del tempo. Dieci anni fa, per dire, nessun ambasciatore si sarebbe mai permesso di fare una cosa del genere, ci sarebbe stata una rivolta popolare. Oggi il contesto è molto diverso, giocare a fare il duce per punire i giornalisti è un po’ più facile.

Per ristabilire la verità e per difendere l’onorabilità della nostra professione ci rivolgiamo alla magistratura italiana con la ferma convinzione che a parlare, per noi, è la nostra storia e la nostra presenza all’interno della collettività. Oltre alle centinaia di articoli scritti nell’anno 2022 e firmati dai sottoscritti, tutti iscritti all’Ordine dei giornalisti italiani.Una traiettoria e una storia che Iannuzzi non potrà mai comprarsi come ha fatto con la propaganda istituzionale costataci migliaia di dollari in questi anni da dimenticare.

I giornalisti di Gente d’Italia (iscritti all'Ordine italiano dei giornalisti):

Stefano Casini

Sandra Echenique

Matteo Forciniti

Matilde Gericke

Roberto Zanni