In vista del vertice tra Vladimir Putin e Donald Trump, il 15 agosto in Alaska, l'Europa e l'Ucraina si mobilitano per bloccare ogni ipotesi di accordo di pace tra gli Usa e la Russia che comporti la cessione di territori ucraini senza il coinvolgimento di Kiev.
E questo potrebbe complicare non poco l'attesissimo faccia a faccia tra i leader di Washington e Mosca.
La linea europea, condivisa con Kiev, è emersa in una riunione organizzata nella sua residenza ufficiale nel Kent dal ministro degli esteri britannico, David Lammy, alla presenza del vicepresidente americano Jd Vance. In videocollegamento i rappresentanti dell'Ucraina e di vari Paesi europei (per l'Italia ha partecipato Fabrizio Saggio, consigliere diplomatico di Giorgia Meloni).
Come riporta il Wall Street Journal, è stato presentato al vice presidente Usa un contropiano in base al quale qualsiasi concessione territoriale dovrà essere tutelata da solide garanzie di sicurezza, inclusa una potenziale adesione dell'Ucraina alla Nato.
Gli europei hanno quindi sottolineato come, prima di ogni discussione, dovrà entrare in vigore un cessate il fuoco e come nessun accordo di pace potrà essere raggiunto senza la partecipazione di Kiev. E' stato Trump, nell'annunciare il vertice di Ferragosto, a prospettare "scambi di territori" tra la Russia e l'Ucraina per arrivare a un cessate il fuoco. "Stiamo cercando di recuperare qualcosa e di scambiare qualcosa - ha detto il tycoon -. È complicato. Ma ne riavremo un po'. Ne scambieremo alcuni. Ci saranno alcuni scambi di territori per il miglioramento di entrambi". Non è chiaro però quali concessioni dovrebbe fare la Russia nell'ambito di questi scambi. Sempre secondo il Wall Street Journal, nel loro colloquio al Cremlino di mercoledì Putin ha presentato all'inviato americano Steve Witkoff una proposta che prevede un cessate il fuoco se Kiev cederà l'area sud-orientale del Donbass. Quindi le regioni di Lugansk, che già le truppe russe controllano integralmente, e di Donetsk. Più confusi i resoconti relativi alle regioni meridionali di Zaporizhzhia e Kherson, parzialmente occupate dalle forze di Mosca lungo la fascia costiera sul Mar d'Azov che collega il Donbass alla Crimea, annessa dalla Russia fin dal 2014.