di STEFANO CASINI
Li porta molto bene i suoi 62 anni di vita l’Associazione Calabrese e, negli ultimi anni, é diventata un po’ la nave insigne della Collettivitá Italiana dell’Uruguay. Lo scorso sabato, in una sede veramente bellissima, calabresi e tanti italiani amici di questa storica associazione, si son dati appuntamento con la felicitá e l’allegria, con Babbo Natale e il sempre presente Complesso Gomez che, da oltre 30 anni é la musica italiana in Uruguay, sempre presente nelle feste di tutte le associazioni italiane di Montevideo.
L’unico che é mancato é stato il Presidente Renato Palermo, ricoverato in ospedale per un piccolo intervento al cuore, ma c’erano circa 200 persone. In questa nuova incredibile tappa storica della Calabrese, a fianco del Presidente Renati Palermo e anche prima, negli ultimi anni, 3 giovani figli di calabesi, che io chiamo i 3 Moschettieri, sono stati i principali responsabili di questa grande tormenta calabrese nella comunitá, trasformando l’associazione del sud Italia, nella piú attiva e son stati proprio loro ad “inventare” “La Festa che ci unisce”, che, da 5 anni, é diventata la nuova Giornata degli Italiani e si realizza davanti proprio alla sede della Calabrese, come se José E.Rodó, diventasse una versione piú piccola della Little Italy di New York. Negli ultimi anni la sede si é ingrandita, hanno costruito una barbacue e un piccolo appartamento tutto attrezzato, ma il Salone principale é irriconoscibile. Son stati intelligenti i membri del Consiglio Direttivo, dato che hanno dato in gestione la sede ad una Concessionaria Escrlusiva molto affermata che ha cambiato letteralmente la faccia dell’Associazione. Abbiamo colto l’occazione per intervistare uno dei 3 Moschettieri, Fabrizio D’Alessandro, 27 anni, Professore d’Italiano.
- Cosa significa oggi per te l’Associazione Calabrese?
Frabrizio D’Alessandro – “Caro Stefano, io frequento la Calabrese da quando sono nato. Faccio parte di varie associazioni italiane, anche come membro del COMITES, ma, per me, questa associazione é molto particolare, perché i miei nonni hanno fatto parte dei fondatori della Calabrese e questo non mi ha permesso di allontanarmi mai. Dal 1963, quando é stata fondata, la Calabrese é sempre stata un’associazione di porte aperte, perché, all’interno di questa sede, sono nata molte altre associazioni italiane, come quella Abruzzese o la Campana, perché l’obiettivo dei consigli direttivi di turno, é sempre stato far diventare sempre piú grande e piú italiana questa associazione. Per tutti noi é un grande orgoglio vedere come continua a crescere. Pensa che, quando ho cominciato a far parte del gruppo giovani, 9 anni fa, avevamo appena 50 soci, oggi abbiamo passato i 300. Purtroppo, oggi, il COMITES, l’istituzione ufficiale, che dovrebbe avere il compito di condividere e diffondere la cultura italiana, non esiste da qualche anno, ma, fortunatamente, ci siamo noi, le associazioni italiane che continuiamo a sforzarci per mantenere cultura e tradizioni. Prima di essere l’Associazione Calabrese, la nostra é stata un’associazione di emigranti.”
- Cosa é cambiato dopo la Festa che ci unisce?
Fabrizio D’Alessandro – “Guarda Stefano, noi giovani, all’interno del Consiglio Direttivo insistivamo sempre: non puó essere che non ci sia una festa annuale della comunitá italiana e abbiamo fatto questa proposta. I primi due anni é stata tutta un’impresa, perché abbiamo dovuto sganciare soldi che neanche avevamo, ma, in poco tempo, la comunitá si é contagiata e, ogni anno, per ora, abbiamo raddoppiato il numero di partecipanti, anno dopo anno.”
- Tu Fabrizio fai parte dell’opposizione all’interno del COMITES. L’attuale Consiglio Direttivo, da quando si é insediato, non ha fatto mai niente. Cosa accade?
“Guarda Stefano, prima di risponderti, voglio salutare il Direttore di GENTE D’ITALIA, Domenico Porpiglia, a tutti i collaboratori che hanno lavorato tanto per la collettivitá italiana dell’Uruguay. Purtroppo, oggi, questo giornale non é cartaceo e cosí é stata chiusa la nostra bocca italiana che ci comunicava quello che succede in Italia e nella Comunitá. Una bocca chiusa da un Ambasciatore e da un COMITES che ha fatto dei brogli e non ha mai funzionato. Ringraziamo infinitamente GENTE D’ITALIA per stare sempre a fianco a noi. Quello che hai affermato é vero, questo COMITES non ha mai fatto niente. Quando ha convocato la comunitá, é stata una vergogna vedere la partecipazione di italiani: andavano soltanto quei 4 gatti che continuano ad appoggiare una lista che ha preso 1.600 voti.
Vediamo che la nostra comunitá ha molto bisogno di questi giovani discendenti, gli unici che, senza peli sulla lingua, continuano a rappresentare il nostro tricolore
STEFANO CASINI




















