Era nel mirino dell'amministrazione di Donald Trump da tempo.

Da quando, assieme a Margrethe Vestager, costruì un solido arsenale normativo per tutelare l'Europa dalle big tech americane. Adesso il dipartimento di Stato ha attaccato direttamente l'ex commissario europeo Thierry Breton vietandogli il visto americano con l'accusa che la sua legge, Digital Services Act, ha danneggiato gli interessi americani.

Oltre a lui sono stati sanzionati i rappresentanti di quattro Ong europee che per Washington, lavorano con agenti di Paesi stranieri per "censurare" i cittadini e le aziende a stelle e strisce. "Il dipartimento di Stato ha intrapreso azioni decisive contro cinque individui che hanno guidato iniziative organizzate per costringere le piattaforme Usa a censurare, demonetizzare e sopprimere opinioni americane a loro sgradite", si legge nella nota dell'Agenzia guidata da Marco Rubio nella quale le persone colpite vengono definite "attivisti radicali che hanno promosso la repressione della libertà di espressione. "Per troppo tempo - ha commentato il segretario di Stato americano su su X "gli ideologi europei hanno condotto sforzi coordinati per costringere le piattaforme Usa a sanzionare le opinioni dei suoi cittadini con le quali non concordano".

"L'amministrazione Trump non tollererà più questi palesi atti di censura extraterritoriale", ha aggiunto. In passato Breton, che è stato commissario dal 2019 al 2024, si è spesso scontrato con magnati della tecnologia come Elon Musk in merito al rispetto delle normative Ue. Soprattutto del Digital Services Act, l'importante legge europea che impone standard di moderazione dei contenuti e protezione dei dati alle principali piattaforme di social media, di cui l'ex commissario europeo è considerato la mente. Le altre persone colpite dalle sanzioni americane sono Anna-Lena von Hodenberg e Josephine Ballon di HateAid, una Ong tedesca, Clare Melford, capo del britannico Global Disinformation Index, e Imran Ahmed del Center for Countering Digital Hate, che ha sede a Londra.

"La caccia alle streghe di McCarthy è tornata?". Lo scrive su X l'ex commissario europeo Thierry Breton dopo che il dipartimento di Stato lo ha attaccato direttamente vietandogli il visto americano con l'accusa che la sua legge, il Digital Services Act, abbia danneggiato gli interessi americani. "Ricordiamo che il 90% del Parlamento europeo, il nostro organo eletto democraticamente, e tutti i 27 Stati membri hanno votato all'unanimità il Digital Services Act - aggiunge Breton - Ai nostri amici americani: la censura non è dove pensate che sia".

La Francia ha denunciato "nei termini più forti possibili" le sanzioni contro cinque importanti personalità europee impegnate in una rigorosa regolamentazione del settore tecnologico e nella lotta alla disinformazione online, tra cui l'ex commissario europeo, il francese Thierry Breton. "La Francia condanna con la massima fermezza la restrizione sui visti imposta dagli Usa a Thierry Breton, ex ministro e commissario europeo, e ad altre quattro importanti personalità europee", ha dichiarato il ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot.

Dal socialdemocratico Raphael Glucksmann fino al Rassemblement National di Marine Le Pen, in Francia la classe politica condanna in modo bipartisan la decisione dell'amministrazione Usa di Donald Trump di vietare l'accesso al territorio Usa all'ex commissario europeo, Thierry Breton.
''Non siamo una colonia degli Stati Uniti! Siamo europei, dobbiamo difendere le nostre leggi, i nostri principi, i nostri interessi. Questa sanzione scandalosa contro Thierry Breton fa onore alla sua lotta per la nostra sovranità", scrive su X l'eurodeputato di Place Publique (centrosinistra). ''Questa decisione è di un una gravità estrema. La Francia e l'Unione europea devono reagire in modo immediato a questo attacco senza precedenti contro la nostra sovranità", gli fa eco il segretario generale del Partito socialista, Pierre Jouvet, sempre su X. Per l'eurodeputata del partito centrista Horizons, Nathalie Loiseau, ''non dobbiamo sbagliarci: dietro questa misura, viene attaccata la sovranità degli europei a poter decidere delle proprie leggi e a farle applicare''.
Anche il Rassemblement National di Marine Le Pen deplora la messa al bando di Breton nel territorio Usa. ''Penso che l'amministrazione Trump non solo si sbagli sul fondo, ma si sbagli sull'immagine degli Stati Uniti inviata al mondo intero", dichiara il vicepresidente Rn, Sébastien Chenu, intervistato ai microfoni di radio Rtl, mentre si moltiplicano gli attestati di solidarietà all'ex commissario francese, reo secondo l'amministrazione Trump di aver lavorato alla regolamentazione dei colossi del web nel territorio dell'Unione europea.