L'antipolitica che da alcuni anni a questa parte sembrava poter sommergere quel che restava del sistema liberale e democratico, nel nome e col risultato di una nuova democrazia non più "rappresentativa", ma "diretta" e realizzata con i moderni mezzi di comunicazione, è fallita. In questi anni era sembrato che movimenti come i 5 stelle fossero destinati a crescere e spazzare via ogni altro partito, far scomparire il concetto di "classe politica", evidenziarne e reprimerne ogni vizio ed ogni delitto, segnare la fine dell’era delle libertà, durata due secoli e mezzo. Tutto ciò è stata una vaga illusione. Un momento di sconforto, di terrore e di smarrimento per noi tutti. Potrà il Governo Conte durare per tutta la legislatura ed anche altre. Potrà riconquistare le Regioni e le Città. Potrà ricorrere ad altre denominazioni, a camuffarsi da sardine e da baccalà. È finita comunque l’antipolitica. Ne è fallito il pensiero (si fa per dire). È fallita in ogni settore in cui abbia messo mano. Ha fatto pressoché scomparire quel tanto di "antipolitica" già trasfusa o data in prestito ad altre forze politiche, quale la Lega di Matteo Salvini. Non è stata certamente battuta dall’unica realtà che può definitivamente accantonarla e farla scomparire: una politica seria e produttiva, di norme rigorosamente disegnate (ed applicate) nei rapporti tra i poteri dello Stato. Siamo sempre convinti che contro l’antipolitica ciò che può veramente sradicarla, batterla, ridicolizzarla è solo il buon governo. Una storia, un’era di buon governo. Ma anche nei limiti del minor male, dell’imitazione di un modello ancora lontano a realizzarsi, l’antipolitica ha perso la sua battaglia. Sta perdendo quel tanto di credibilità che si era accaparrata col rullar dei tamburi e le sconcezze comiche. Potrebbe dirsi che non siamo ancora alla chiusura della crisi che aveva spalancato la porta delle istituzioni all’antipolitica. Direi che questa, più che è una crisi è la parodia della politica messa in piedi da quattro cialtroni sfruttatori delle circostanze. C’è, in verità, qualcosa che vi somiglia. Ma l’antipolitica in sé è finita e si dissolve. E cresce ogni giorno la percezione della pericolosità di affidarsi al comico ed ai suoi discepoli, a ministri e parlamentari sfruttatori di questa grande commedia. Credo che già oggi, però attribuire tutti i disastri che travagliano quotidianamente il Paese quasi a soffocarlo non è più solo colpa degli "antipolitici", ma di chi li lascia al potere. La politica che non è più oppressa dal trionfale sopravanzare del suo contrario, cominci, o, almeno può cominciare a nuovamente regnare senza aspettare la catastrofe finale che le spiani il cammino. Sopporteremo ancora, lo sopporteranno quanti vivranno in futuro questo ed altre forme di imbecillità. Ma non potranno più dire che non è cosa loro. Attenzione: l’antipolitica può far danni gravi anche quando perde e sembra scomparire. Come tutte le infezioni mortali.