Case popolari Roma: 10 mila sono gli abusivi in stime al ribasso ma ufficiali o quasi. Gli appartamenti di edilizia popolare, insomma le case destinate ai poveri, sono nella capitale d’Italia diecimila volte occupate da chi non ne ha diritto. Diecimila appartamenti, facciamo trentamila persone che ci vivono dentro? Bene, trentamila persone che la casa popolare ce l’hanno e se la tengono senza titolo e diritto. Tanto, trentamila persone chi le sbatte fuori?

Sono abusivi a vario titolo. Non hanno dichiarato il loro vero reddito, insomma guadagnano di più o ben di più del limite di reddito per accedere alla casa popolare. Insomma finti poveri con i soldi nascosti che hanno fregato, e fregano, i poveri veri. Oppure abusivi in casa popolare perché di casa ne hanno una seconda di proprietà. Oppure ancora la casa popolare se la sono presa “subentrando” al precedente legittimo assegnatario imbrogliando un po’ di carte mentre la burocrazia dormiva complice.

Oppure ancora, non mancano questi casi, la casa popolare se la sono presa praticamente a forza sotto la protezione e come famigliari di clan e racket di territorio. Diecimila appartamenti, case popolari occupate abusivamente a Roma da una popolazione di almeno trentamila persone. Che, ovviamente, oltre che abusivi, sono spesso anche morosi. Hanno micro affitti e non li pagano. A loro vanno sommati le migliaia che hanno, a vario e non sempre giusto titolo, le case del Comune di Roma. E fanno almeno quarantamila che a Roma abitano più o meno a sbafo.

Di case popolari soffre anche Milano, un buco da 350 milioni. Anche qui la casa popolare si prende e non si paga. Ma da Milano arriva oggi altra notizia. Da Milano, non da Reggio Calabria o Bari o Napoli… A Milano, europea e cosmopolita Milano, ogni giorno i controlli (peraltro non massicci) scoprono solo tra bar e ristoranti dieci magagne. Al giorno.

Ogni giorno almeno dieci esercizi commerciali a Milano si aggiungono alla lista di quelli che stanno aperti violando le norme sull’igiene (bar e ristoranti, ricordare che si tratta di loro) o quelle sulla sicurezza. E, ovviamente, violando le norme fiscali. Insomma facendo carte false sulle tasse. Di fronte a questi dati, dati di fatto, gli esercenti replicano con il classico: controllate gli ambulanti, sono loro il problema.  Vero, l’ambulante spesso fa concorrenza sleale e quasi sempre fa marameo alle leggi. Ma questo dà licenza a bar e ristoranti a Milano di fregarsene dell’igiene, della sicurezza, delle tasse?

Terza notizia di giornata, la si legge sul Sole 24 Ore. Si calcola che dipendenti amministratori pubblici “infedeli” (insomma che pensavano e curavano i propri interessi e portafogli e non quelli d’ufficio e pubblici) abbiano causato un danno al prossimo, alla collettività, di 1,7 miliardi di euro. In cinque anni, 350 milioni all’anno di soldi sottratti alla collettività. Quelli calcolati, in qualche modo accertati.

Bene, di questo 1,7 miliardi di danno accertato gli “infedeli”, i dipendenti e funzionari pubblici che l’hanno sottratto alla collettività hanno in vario modo restituito il…16 per cento! L’84 per cento è andato in cavalleria, chi ha avuto ha avuto. Poi dice che il delitto non paga…c’è invece dove remunera all’84 per cento!

Case popolari a Roma, 10 mila appartamenti occupati abusivamente da finti poveri e/o furbetti della carta bollata. Più le case del Comune ad affitto regalato: quarantamila almeno che abitano a sbafo. Milano: dieci bar e ristoranti scoperti irregolari, al ritmo di dieci al giorno. Impiegati e funzionari pubblici: l’84 per cento dei soldi sottratti o sprecati finisce in cavalleria. E’ la società civile, quella che fa sempre,sistematicamente la vittima dolente dei “cattivi”.