Si gioca a porte chiuse. Anzi no. Anzi sì, forse. Anche il calcio segue l'andamento schizofrenico delle decisioni istituzionali. Dopo il rinvio di diverse partite degli ultimi due turni, tra oggi e domani sono in programma sei partite di serie A, quelli non giocati lo scorso fine settimana.

Tutti a porte chiuse. Tutti d'accordo. Anzi no. Già ieri sera il presidente dell'AssoCalciatori Damiano Tommasi aveva invitato a una pausa di riflessione attraverso un messaggio su Twitter: "Fermiamo il campionato !! Serve altro? Stop football!!", corredato da una foto di piazza Duomo a Milano deserta.

In mattinata nuovo Tweet: "Stamattina ho scritto a Conte, Spadafora, Malagò, Gravina, Dal Pino, Balata e Ghirelli. Fermare il calcio è l'atto più utile al Paese in questo momento. Le squadre da tifare stanno giocando nei nostri ospedali, nei luoghi d'emergenza".

Infuriato pure Mario Balotelli: "Non scrivetemi cagate", risponde ai tifosi sui social. "Io amo il calcio più di voi, ma giocare vuol dire entrare in contatto con persone fuori dalla tua società lavorativa. E perché? Per far divertire qualcun altro? O per non perdere soldi? Ripigliatevi. Avete rotto adesso”.

Ma il colpo di scena deve ancora arrivare. Il ministro dello sport Spadafora, che in nottata aveva fatto inserire nell'ultimo decreto esplicite indicazioni relative alla prosecuzione a porta chiusa degli eventi agonistici, detta le nuove indicazioni via Ansa: "Non ha senso in questo momento mettere a rischio la salute di giocatori, arbitri, tecnici e dei tifosi che si raduneranno per vedere le partite solo per non sospendere il calcio e intaccare gli interessi che ruotano attorno ad esso. La Figc valuti da subito la sospensione del campionato".

Ma il vero nodo è un altro: "Ancora prima che la situazione diventasse così drammatica per il Paese, la Lega di Serie A e Sky si erano già rifiutate di concedere a migliaia di italiani, costretti loro malgrado a restare a casa, di poter vedere in chiaro le partite, nascondendosi dietro presunte difficoltà normative che con l’autentica disponibilità di tutti si sarebbero potute ampiamente superare. Nei vari contatti di ieri, infatti, anche grazie alla collaborazione di Rai e Mediaset, si era arrivati vicini ad una soluzione equa per tutti gli attori e soprattutto di grande conforto per i tanti cittadini appassionati di calcio. E invece sono prevalsi gli interessi economici di realtà che pretendono di godere da sempre di un trattamento privilegiato e che vivono ormai fuori dalla realtà".

Morale della favola: trattativa in corso per la trasmissione last minute del big match dello Stadium. Risultato: i giocatori di Parma e Spal, che già avevano effettuato il riscaldamento ed erano pronti a entrare in campo per il calcio d'inizio del match del Tardini, fermati un minuto prima del via. Alle 12.29. Rispediti negli spogliatoi dall'arbitro Pairetto. Nel frattempo la Figc decide. Si gioca alle 13. Anzi no alle 13.15. Anzi sì, ma alle 13.45. Pronti via, un'altra straordinaria domenica di serie A può cominciare. Forse.