Nessuno vieta ai membri del governo di partecipare attivamente alla vita dei rispettivi partiti, dei quali spesso sono anche dirigenti. Nemmeno di svolgere attività di partito durante l’esercizio dei loro incarichi istituzionali. Altra cosa però è utilizzare tali ruoli per promuovere sistematicamente e unilateralmente il proprio partito o movimento, soprattutto in presenza di potenziali conflitti di interesse economici e politici.

E’ quanto da alcuni anni sta facendo il MAIE (Movimento Associativo degli Italiani all’Estero), forza politica radicata in Argentina e Sudamerica, il cui fondatore e Presidente si occupa al governo di italiani all’estero e America Latina. Una forza che per anni e sistematicamente, anche attraverso i suoi organi di informazione, ha fatto degli attacchi al Partito Democratico e dei suoi esponenti la principale bandiera oltre che il leit-motiv delle sue campagne elettorali.

Un movimento che disinvoltamente è passato dal sostegno alle politiche discriminatorie della Lega di Salvini all’attuale governo PD-5 Stelle; la stessa disinvoltura con la quale dichiarava qualche anno fa incostituzionale la norma che istituiva il "fondo per la cittadinanza", fonte principale oggi per il rafforzamento della rete consolare e – conseguentemente – per le campagne propagandistiche del MAIE. Qualche giorno fa pensavamo che Merlo & C. avessero raggiunto il massimo del cattivo gusto pubblicando una foto del leader del MAIE accanto al Coronavirus e davanti alla mappa del Sudamerica e ad un malloppo di euro; rivendicavano per il loro movimento il raddoppio del fondo per l’assistenza ai connazionali all’estero, ottenuto grazie al lavoro dei parlamentari del PD. Ma ci sbagliavamo: il fondo è stato raggiunto con la vicenda del Consolato italiano a Montevideo, già al centro di una interrogazione parlamentare presentata lo scorso anno dal Partito Democratico e di tante critiche da parte dei rappresentanti della nostra collettività in Uruguay.

In piena pandemia, il Sottosegretario agli Esteri ha voluto scavalcare ancora una volta tutti (anche il virus!) per andare avanti come un treno in un momento nel quale le emergenze sarebbero altre e oggettivamente sarebbe anche difficile presentare proposte o lavorare ad un progetto di queste dimensioni. Nessuno è contrario ad ampliare e migliorare le strutture di servizio consolare, sia chiaro. Siamo contrari a operazioni frettolose e poco trasparenti, che hanno il sapore più della propaganda che della risposta seria ai veri bisogni dei nostri connazionali.

Insieme a quanto si spenderà e ai tempi e modi di questa operazione, ci piacerebbe sapere quanto personale in più arriverà alla sede di Montevideo e quanto spazio in più verrà riservato ai servizi consolari e al pubblico, per esempio. Di fronte a tutti questi quesiti e interrogativi ci aspettiamo risposte pacate e argomentate e non, come è spesso avvenuto in passato, attacchi personali e offese gratuite. Lo dobbiamo ai tanti italiani che vivono all’estero e che si aspettano da ognuno di noi comportamenti onesti e coerenti, all’insegna della trasparenza e lontani dalla propaganda

SALVATORE FINOCCHIARO

COORDINATORE USEF SUDA