Che cattiveria in Italia! Forse è il segno della decadenza ma si leggono troppi giudizi cattivi, soprattutto dopo la fase 2. Giovani contro anziani; anziani contro giovani; adulti che si nascondono e gettano gli oneri sugli altri! Si scaricano sulle generazioni più fragili tutte le colpe, come se non fossimo una sola e unica società.

La frattura tra età è diventata quasi un abisso. Il dibattito su Repubblica lanciato da una lettera di lettore che poneva il tema di chi non lascia mai spazio ai giovani ha scatenato una ridda di commenti aspri con tanta acredine. Quello che emerge è l’assenza di generosità: ognuno si tiene ben stretto che crede di avere. Tutto era già iniziato con le lamentele sull’esclusione dei giovani dagli Stati generali - come se corporativizzare i giovani fosse la risposta giusta - in una fase in cui si discuteva delle morti degli anziani nelle RSA, anche se nessuno voleva davvero vedere questa ecatombe. Un atteggiamento generale in cui si sindacalizzano le relazioni umane nella società: tutti contro tutti nel difendere le proprie prerogative. Nessuna visione per il futuro, al massimo un po’ di nostalgia. Non è bastata nemmeno tale consapevolezza a frenare l’astio generale del paese contro i giovani, considerati degli idioti da Tik Tok (andate a vederlo e sarete sorpresi) e ora degli irresponsabili da discoteca estiva o da viaggetti post-maturità in cui tornare positivi e contagiarci tutti.

Allo stesso modo dall’altra parte si è voluto coprire rapidamente il senso di colpa di avere lasciato morire migliaia di anziani nelle RSA e case di riposo. Gli stessi che se ne erano lamentati per un po’, ora gridano di riaprirle al più presto perché le famiglie "non ce la fanno". Assurda ipocrisia di cui approfittano i privati che se la godono aumentando le rette…prendendo così in ostaggio tutta la società. Non bastano tutte queste contraddizioni a convincere il paese che ci sono molti poveri attorno a noi (giovani e anziani ma guarda un po’…) con tantissimi bambini sotto la soglia della povertà e tantissimi anziani abbandonati a sé stessi… questa è la triste realtà. E non riguarda solo i futuri disoccupati (tantissimi) ma anche coloro che non possono lavorare perché bambini o troppo anziani, assieme ai disabili e a tutte le categorie svantaggiate.

Pericoloso è ascoltare invece i soloni dell’economia che contrappongono le generazioni per non ammettere che non hanno soluzioni nell’immediato. Tutto ciò è il risultato di una società che si è incattivita perché contano solo quelli che producono, spintonano e possono gridare sui media: l’età del vigore dell’adulto che schiaccia tutto con la sua invadenza, si disinteressa di giovani e anziani allo stesso tempo. Peggiori di tutti sono quegli adulti che cercano di contrapporre giovani ad anziani, lavandosene le mani. Una cosa deve essere detta con chiarezza: se in una società bambini e giovani soffrono, certamente soffrono contemporaneamente anche gli anziani. Guai a mettere gli uni contro gli altri, per esempio parlando di pensioni… andate a dirlo a chi prende la minima o la sociale.

La verità è che una società che non si cura dei suoi vecchi non si cura nemmeno dei suoi giovani. E diviene cattiva perché l’insensibilità è la cifra di una società di adulti che non si cura di giovani e anziani insieme. E i nostri figli in verità lo hanno intuito: hanno spontaneamente un migliore rapporto coi nonni che coi genitori (anche questo lo si vede su Tik Tok). Mentre gli anziani morivano nelle RSA (che andranno chiuse come si fece per i manicomi: leggete l’appello "Senza anziani non c’è futuro"), bambini e giovani non andavano a scuola e a seguire le lezioni online ce n’era solo una parte: gli altri rischiano di divenire una generazione perduta. Ora vediamo quanto sarà difficile fare scuola da settembre… Basta contrapporre in una finta gara giovani vs anziani!

Gli adulti si mettano una mano sulla coscienza: sono loro a consumare, sfruttare, sporcare, non riciclare e istituzionalizzare la vita per non prendersi alcuna responsabilità. Se i giovani vi sembrano irresponsabili guardate agli adulti: sono loro che non li hanno educati e si stanno preparando l’inferno…per quando saranno anziani. Per essere espliciti: i problemi della nostra Italia sono la responsabilità in primis tutti coloro che hanno tra i 30 e i 65 anni. Non i più giovani e adolescenti, né i più anziani: siamo noi a dover rispondere per primi, a dover cambiare per primi, invece di dare lezioni agli altri o farcene bugiardi portavoce.

di MARIO GIRO