Diciamoci la verità: molto dello strapotere giallorosso e perfino la sua genesi è dovuta ad una mosceria del centrodestra che persiste inspiegabilmente nonostante un consenso elettorale così maggioritario nel Paese. Del resto, scusate si chiama opposizione, mica per sport ma per un ruolo di contrasto netto della coalizione di governo e dell’esecutivo. Non è un caso che l’Inghilterra, patria dello Stato di diritto, agli inizi del 1800 inventò il governo ombra per incalzare e mettere nell’angolo quello in carica.

Da noi invece misteriosamente l’opposizione sembra più un’anatra zoppa che un falco pellegrino e in fondo perfino all’inizio del tentativo giallorosso la reazione ad una ipocrisia di governo senza precedenti fu debole e silente. Parliamoci chiaro: è vero che la Costituzione recita della necessità di avere i numeri in Parlamento per sostenere un esecutivo ma assieme a questo recita molto altro sull’armonia e la corrispondenza al sentimento elettorale popolare che è sovrano a prescindere, tanto è vero che il primo articolo parla di questo.

Il centrodestra se avesse voluto avrebbe potuto fare molto di più persino quando dopo essersi insultati, offesi e dileggiati sempre e in modo pubblico, i giallorossi con una ipocrisia spudorata si presentarono al Colle per dichiararsi pronti a guidare il Paese con capacità, unità ed armonia. Del resto, l’abbiamo scritto e ripetuto a parti invertite il centrosinistra avrebbe fatto fuoco e fiamme, avrebbe invocato quella parte della carta che richiama appunto all’armonia e alla sintonia col volere popolare, avrebbe cinto "d’assedio" il quirinale per invitarlo ad una più ampia riflessione.

Tanto è vero che nella più assoluta autonomia di giudizio e persuasione, non è detto che qualsiasi capo dello Stato in punta di Costituzione avrebbe con certezza dato il via ai giallorossi. Eppure così è stato, ma se questo non bastasse da allora ad ora e nonostante gli sberleffi e il menefreghismo totale dei giallorossi nei confronti del centrodestra, Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi, sono apparsi quasi quasi compiacenti e disponibili anziché determinati a contrastare le scriteriatezze del Conte bis.

Perché sia chiaro è vero che in emergenza nazionale e sotto botta di un virus tanto misterioso quanto maledetto l’unità è un valore benedetto, ma se i provvedimenti sono il contrario del necessario, al limite del costituzionale, penalizzanti l’economia reale, frutto di una scelta politica opportunista, a stare zitti o quasi è incomprensibile e innaturale. Eppure in un anno abbiamo assistito a un teatrino costante dentro forza Italia perché qualcuno cosiddetto responsabile dava a pensare addirittura di voler sostenere Conte, ad una sfida fra Salvini e Meloni per il primato che li ha distratti dai fatti, a Berlusconi che a fasi alterne elogiava il Premier e le sue virtù, sic…. Come se non bastasse nonostante i pesci in faccia ricevuti dal centrodestra di fronte ad ogni suggerimento e richiesta di partecipazione, alle accuse gravi in Parlamento del premier contro Salvini e Meloni, alle frasi insolenti di Nicola Zingaretti e dei grillini, il centrodestra anziché reagire è parso sopportare.

Eppure se fosse toccato a noi, avremmo preso tutti i governatori di regione con al fianco i leader e avremmo fatto conferenze stampa in diretta quotidiana di ammonimento, protesta e diffida. Se fossimo stati Berlusconi avremmo fatto come fa La7, schierato giornali e televisioni, se fossimo stati Salvini avremmo fatto noi gli stati generali delle opposizioni in mondovisione anziché la passerella di villa pamphili. Pensate per esempio oggi, all’indomani dell’approvazione del referendum che il centrodestra in modo scellerato ha appoggiato, se fosse toccato a noi, avremmo chiesto un incontro immediato al capo dello Stato assieme ai 15 governatori, ripetiamo 15 governatori su 20, per farci spiegare la ragione per la quale ancora non si voti.

Adesso si dirà la solita storia della maggioranza parlamentare, eppure abbiamo spiegato che la carta non parli solo di quello, ma a parte ciò, c’è da capire come un Parlamento depotenziato dal referendum, perché se è vero che sulla legittimità Nulla quaestio è pur vero che il sì abbia decretato la fine numerica della composizione, possa continuare a guidare la nazione.

Ma se questo non bastasse c’è da capire come sia possibile escludere da tutto una opposizione che nel Paese è maggioranza chiara, perché non scherziamo 15 Regioni su 20 mica è una storiella, pensate se a parti invertite fosse stato il centrosinistra ad averle in mano, che avrebbe inscenato. In quale democrazia occidentale, un Parlamento condannato alla morte numerica per modifica costituzionale, con una maggioranza che nel Paese è minoranza netta, con le regioni per tre quarti in mano alle opposizioni, con un governo che al senato è appeso al filo, non si tornerebbe subito al voto soprattutto in vista di decisioni vitali per il futuro della nazione?

Perché sia chiaro il Recovery fund, il Mes, il Next, una manovra finanziaria che dovrà essere leggendaria, l’elezione del nuovo presidente, sono mica cosa di ordinaria amministrazione che possa essere ratificata sul filo del voto al senato, da una maggioranza che in realtà non esiste più, da un Parlamento che così come è sarà l’ultimo della nostra storia perché la Costituzione è cambiata. Ecco perché diciamo se ci fosse una vera opposizione, se il centrodestra fosse veramente compatto, se il leader fosse cosciente di avere tre quarti delle regioni, la maggioranza degli elettori, la responsabilità del futuro, farebbe il muso duro, perché le decisioni di oggi ricadranno anche sulle spalle dei cittadini che chiaramente si sono espressi a favore del centrodestra. Purtroppo però del senno di poi sono piene le fosse, quelle stesse fosse che con una uscita insolente e gravissima quel genio di Zingaretti avrebbe definito piene se al governo a gestire il Covid ci fosse stato il centrodestra, a testimonianza di come gli eredi di Palmiro Togliatti, Pci-Pds-Ds-Pd intendano l’alternanza e la democrazia, dite la vostra che ho detto la mia.

ALFREDO MOSCA