Ancor prima dell’emergenza sanitaria la crisi economica globale sta avendo conseguenze drammatiche in tutto il mondo. Per gli enti di assistenza italiani in Uruguay questi sono tempi estremamente delicati perché il loro impegno è messo a dura prova dal contesto generale di preoccupazione. Oltre a ciò, le risorse economiche in arrivo dall’Italia sono sempre più contenute. Una testimonianza di questa attività che non conosce sosta è stata fornita nei giorni scorsi durante l’ultima seduta del Comites alla Casa degli Italiani dove sono intervenuti i responsabili degli enti raccontando la loro situazione e presentando la richiesta di finanziamenti per il prossimo anno.

Oltre all’assistenza diretta del Consolato, in Uruguay questo compito è svolto da due associazioni: l’Aiuda (Associazione Italo Uruguaiani di Assistenza) e il Coasit (Comitato di Assistenza per gli Italiani). "La maggior parte dei nostri assistiti sono emigranti anziani giunti in Uruguay nel secondo dopoguerra. Spesso si tratta di persone sole e con problemi di salute" ha spiegato il responsabile di Aiuda Mario Piastra motivando la richiesta di finanziamento di 55mila euro per il 2021: "C’è bisogno di un appoggio sia economico che umanitario per situazioni di gravi necessità. Con questi finanziamenti si cerca di assolvere in modo dignitoso le persone in stato di indigenza".

Insieme con Piastra ha partecipato anche Elena Bravin del Coasit che per il 2021 ha chiesto 36mila euro: "La pandemia porterà enormi conseguenze sfavorevoli per i nostri assistiti. I soldi che arrivano dall’Italia negli ultimi anni sono diminuiti, per questo abbiamo ridotto le spese amministrative al minimo e cerchiamo di risparmiare. Questi finanziamenti servono per comprare beni alimentari oltre che apparecchiature mediche e medicinali". "Il periodo che stiamo vivendo" -ha avvertito la Bravin- "è estremamente difficile e stiamo assistendo a una crescita di persone che chiedono il nostro intervento. La crisi in Uruguay si sta facendo sentire: diminuiscono i posti di lavoro e aumentano i prezzi dei beni di prima necessità. Oltre a ciò le politiche sociali del governo sono in diminuzione. È proprio in tempi come questi che la nostra presenza si rende ancora più necessaria".

Non potendo organizzare eventi ormai già da marzo, gli enti di assistenza oggi sono costretti a "trovare nuove forme per raccogliere fondi" come testimonia con ottimismo il caso del Coasit che si è appellato alla solidarietà delle persone: "La risposta che abbiamo avuto dalla collettività è stata eccellente sia attraverso le donazioni delle associazioni che individualmente. Ci dobbiamo adattare alle circostanze per cercare di continuare a fare assistenza". A concludere la discussione è stato il consigliere del Comites Josè Mendez: "In base alla mia esperienza bisognerebbe concentrarsi di più sulla frequenza negli aiuti e non solo nella quantità di denaro perché ci sono persone in condizioni davvero drammatiche che, oggi ancora di più, hanno bisogno di un aiuto più frequente rispetto a quello che oggi viene dato".

Matteo Forciniti