Le auto-consultazioni (politiche) di Conte restano a metà. Il motivo? La decisione di Matteo Renzi di rinviare l'incontro con il premier, originariamente programmato questo pomeriggio, dopo i due "faccia a faccia" già svoltisi ieri a Palazzo Chigi, con i 5Stelle e la delegazione del Pd. Una decisione, quella presa dal leader di Italia viva, che cozza, almeno apparentemente, con la linea tenuta finora da lui. E' stato d'altronde proprio l'ex sindaco di Firenze ad accendere le polveri dello scontro interno alla maggioranza giallorossa e sempre lui a minacciare Conte in Senato di aprire la crisi, perché sul "Recovery fund" si ridiscutesse tutto da capo. A partire dal fatidico e discusso varo della "task-force" voluta dal capo dell'esecutivo per gestire i progetti destinati ad essere finanziati da Bruxelles, che proprio non è andata giù all'ex segretario del Nazareno. Eppure, al momento di salire a Palazzo Chigi per l'incontro con Conte, ecco la mossa che spiazza: non presentarsi. La giustificazione ufficiale? L'impegno della ministra dell'Agricoltura Teresa Bellanova a Bruxelles (avrebbe dovuto esserci anche lei con la rappresentanza di Iv) che le avrebbe impedito di partecipare al vertice delle ore 13. Un impegno, quello dei ministri dell'Agricoltura Ue che tuttavia era già noto da tempo e che proprio non sembrava un ostacolo alla consultazione di oggi. Ma "avevamo già avvisato il premier. Evidentemente Bellanova e Conte non si erano capiti" si è affrettato a spiegare il renziano Ettore Rosato, intervenendo su Rai Radio 1. "Ci vedremo domani sera o giovedì", ha chiosato l'esponente di Iv mettendo le mani avanti. Nel frattempo, in attesa di una riprogrammazione del vertice, Renzi non smette di tenere alta la tensione. E questo nonostante ieri Conte, dopo il primo valzer di consultazioni, abbia incassato l'appoggio incondizionato di grillini e dem a proseguire con l'attuale compagine di governo, chiudendo le porte all'ipotesi rimpasto (ma "andiamo avanti solo se c'è fiducia reciproca" ci ha tenuto però a precisare il premier). Attenzione, in ogni caso. Perché c'è anche dell'altro. Non solo, infatti, Renzi ha rinviato il redde rationem con Conte, ma si è addirittura preso il lusso di utilizzare la sua e-news per continuare a mettere pressione all'esecutivo. Per capirci, oggi, l'ex "rottamatore" è tornato a ribadire che è pronto a ritirare le sue ministre dalla squadra di governo e, di conseguenza, ad aprire ufficialmente la crisi. Nel mirino c'è sempre la solita "governance" sul Recovery plan con il governo che, a detta sua, non sarebbe mai stato consultato. Insomma: la storia dei "pieni poteri" a Conte che a Renzi proprio non piace. E che oggi lo ha portato a scrivere, sulla e-news, quanto segue: "Il Presidente del Consiglio ha convocato i partiti di maggioranza. Il blitz notturno che avrebbe fatto approvare un documento non condiviso da nessuno e una task force in grado di sostituirsi al governo e al Parlamento è stato ufficialmente bloccato. Lo avevo chiesto in Parlamento (qui) e oggi sono felice che tutti diano ragione a Italia Viva". In realtà, solo ieri, il capo dell'esecutivo ha ribadito che la "cabina di regina" sul Recovery ci sarà, come richiesto da Bruxelles, e non "non sarà mai sovrapposta ai passaggi istituzionali". E allora qual è la strategia del fondatore di Italia Viva di fronte a questo stato di cose? Per il momento, consegnare un documento al presidente del Consiglio con le richieste del suo partito. "Sui temi del 'salto di qualità' diremo la nostra al premier con un documento scritto appena ci sarà occasione di incontrarci . Appena consegnato al premier, lo manderemo a tutti gli amici delle Enews. Stiamo facendo una battaglia per le idee, non per le poltrone: all’incontro verranno anche le ministre, che sono pronte a rimettere il mandato, se serve. Perché chi dice che noi facciamo confusione per avere mezza poltrona in più deve prendere atto che noi siamo l’unico partito che è pronto a rinunciare alle poltrone, non a chiederle" si è limitato a replicare Renzi. Nel frattempo, mentre gli alleati di maggioranza scelgono la strada del silenzio, anche nella speranza che la tensione possa scemare, a dire la sua ci ha pensato il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia: "Chi pensa a fare giochini di palazzo in piena pandemia dimostra di essere un irresponsabile“, ha dichiarato a Rainews24. "Parlare di crisi è semplicemente surreale. I cittadini sono confusi perché invece di mettere davanti la pandemia c’è chi mette davanti le liturgie della politica" ha aggiunto. "Io per fortuna faccio parte del Pd e Zingaretti non fa sconti, si è messo sulle spalle sin dall’inizio la coesione della maggioranza. Il Pd si occupa dei problemi del Paese" ha concluso l'esponente dem.