Non sono numeri di certo che mettono di buon umore quelli snocciolati oggi da Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’Istat e ospite oggi della trasmissione ‘Agorà’ su Rai3: “Quest'anno in Italia supereremo il tetto dei 700mila decessi complessivi, che è un valore preoccupante perché l'ultima volta che siamo andati oltre questo numero è stato nel 1944, durante la guerra”. Insomma, bisogna tornare indietro ai tempi della Seconda Guerra Mondiale. “Nel 2019 – ha poi aggiunto - il dato era stato di 647.000 morti”. Inutile dire che la pandemia ha avuto un ruolo preponderante su questi numeri: “L’effetto Covid – ha spiegato - è stato di un 40% abbondante in più. In altri paesi, come Spagna e Regno Unito, i valori sono intorno al +60%”. Blangiardo ha poi commentato il censimento permanente della popolazione e delle abitazioni relativi al 2018 e al 2019: “Mostra come di fatto la popolazione italiana sia stazionaria, gli stessi numeri che comparivano nel 2011 sono confermati, anche se c'è una diminuzione della componente italiana e aumento della straniera. Emerge la fotografia di un popolo invecchiato: aumenta la componente più matura e diminuisce quella piu giovane, rimane la prevalenza della componente femminile”. Secondo il presidente dell’ente statistico, il BelPaese invecchia anche per via della riduzione dei flussi migratori che “comunque contribuivano a ringiovanire la popolazione. Basti pensare che i permessi di soggiorno nei primi mesi sono stati 40-45.000 a fronte dei 100.000 dell'anno precedente”.

Il Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni

Nello specifico la popolazione censita in Italia al 31 dicembre 2019 ammonta a 59.641.488 residenti - circa 175mila persone in meno rispetto al 31 dicembre 2018, pari a -0,3% - ma risulta sostanzialmente stabile nel confronto con il 2011 (anno dell’ultimo censimento di tipo tradizionale), quando si contarono 59.433.744 residenti (+0,3%, per un totale di +207.744 individui).

Rispetto al 2011, i residenti diminuiscono nell’Italia Meridionale e nelle Isole (-1,9% e -2,3%), e aumentano nell’Italia Centrale (+2%) e in entrambe le ripartizioni del Nord (+1,6% nell’Italia Nord- orientale e +1,4% nell’Italia Nord-occidentale). Più del 50% dei residenti è concentrato in cinque regioni, una per ogni ripartizione geografica: Lombardia (16,8%), Veneto (8,2%), Lazio (9,7%), Campania (9,6%) e Sicilia (8,2%).

Il lievissimo incremento di popolazione rispetto al 2011 è da attribuire esclusivamente alla componente straniera. Nel periodo 2011-2019 la popolazione di cittadinanza italiana è diminuita di circa 800mila unità (-1,5%) mentre i cittadini stranieri sono aumentati di circa 1 milione (+25,1%), senza considerare che sono più di 1 milione le acquisizioni di cittadinanza nel periodo 2012-2019 e che già al censimento del 2011 i cittadini italiani per acquisizione erano quasi 700mila.

Il comune più grande è Roma con 2,8 milioni di abitanti, mentre quello più piccolo è Morterone, in provincia di Lecco, con 30 abitanti.