Con i figli è stata una mamma quando doveva esserlo, quando era giusto farlo, sempre pronta a diventare amica e confidente. Con gli amici è stata una splendida padrona di casa. Una roccia, Luciana Pollice, una nobildonna… "scugnizza". Napoletana doc, nata il 23 luglio del 1947 nella città del Golfo, da oramai circa 40 anni, aveva deciso di dividersi tra il capoluogo campano ed il Cilento, ad Ascea Marina per la precisione. Una vita, la sua, dedicata alla famiglia, al marito Luciano Ghionni e ai figli Enzo, Ettore Maria e Stefano, con grande attenzione rivolta ai suoi genitori e a fratelli Mirta e Paolo. Dal 17 gennaio ha lasciato la vita terrena e di certo avrà ritrovato, in Cielo o in qualche altra parte, il marito ed Ettore Maria, l’amato figlio cui ha dovuto dire "temporaneamente" addio nel 2009, quando fu vittima di un arresto cardiaco. Un lutto di certo ingiusto per una madre, che comunque, da roccia appunto qual era, non si è mai scoraggiata ed ha proseguito la sua esistenza con il consueto e grande amore di moglie e di madre verso i propri amori. Una donna ferita, sicuramente, ma che si è rimboccata le maniche gestendo anche un piccolo albergo ad Ascea, cui ha dedicato un'attenzione maniacale proprio perché la struttura era stata fortemente voluta da Ettore che, purtroppo, non l’ha mai vista… aperto. Da quando Luciana ha lasciato la vita terrena, i figli e la nuora Vincenza (quella figlia mai avuta) hanno ricevuto centinaia di testimonianze da parte di chi ha avuto il piacere di poterla incontrare sulla propria strada. Perché la casa di Luciana era davvero aperta a tutti e si ricordano innumerevoli tavolate con decine e decine di amici che nel corso degli ultimi 40 anni hanno "banchettato" con quanto cucinato da Luciana (indimenticabili le​ pizzettate​ con le quali "ringraziava" gli amici di Enzo, Ettore e Stefano che negli anni Novanta li aiutavano con le pulizie del giardino e dell'orto, un vero teatro dell'arte) che non ha mai badato alla quantità e ovviamente alla qualità: per lei mettersi ai fornelli era davvero fonte di gioia. Per lei non esistevano distinzioni: i suoi amici storici, come per esempio Rosanna, Flora, Irene, ricevevano le stesse attenzioni degli amici dei figli, che per lei erano (e sono) amicissimi anche suoi. Amicissimi che sono rimasti impietriti alla notizia della sua partenza. Perché per tutti Luciana era ed è una di famiglia, non la "signora Ghionni" o la "signora Pollice", ma solo ed esclusivamente Luciana. Una donna in grado di saper fare famiglia anche attraverso una semplice cena, accogliendo in casa con grande amore e, perché no, tanta tenerezza anche persone predisposte all'accudimento della casa che alla fine, in qualche modo, ne sono diventati anche i proprietari. Luciana era contenta quando le persone erano contente. Una donna piccola di statura, ma una gran donna, Luciana. Forte, ma dolce, di sicuro buonissima e generosa. Certo, nell’immaginario collettivo si era costruita la fama di parsimoniosa, ma nella realtà non si è mai sottratta a dare una mano a chi ne aveva bisogna (così come il marito) con donazioni molto importanti per esempio a Telethon (senza farlo sapere perché comunque le piaceva l’idea di essere parsimoniosa). Sempre, e diciamo sempre, con il sorriso sulle labbra (anche quando si è addormentata era così). Divertente, stare in sua compagnia ti riempiva la giornata (ma era irraggiungibile quando c’era da vedere "Un posto al sole", in questo caso al massimo ti… arronzava). Una donna pratica, Luciana, che non amava perdere tempo. Una donna d’azione, veloce di pensiero, intelligente. Certo, dal 2009 una grande vena malinconica l’attraversava quotidianamente: il viaggio troppo "anticipato" di Ettore l’aveva, ovviamente, provata nello spirito e nell’anima. Ma una roccia è una roccia ed è andata avanti per la sua strada, anche come un caterpillar. Anche dopo la scomparsa di Luciano, avvenuta qualche anno fa. Ora, però, un trittico niente male si è ritrovato e deve recuperare il tempo cui non sono potuti restare insieme. Morte? No, una nuova vita, per Luciana: è iniziata il 17 gennaio. Certo, la tristezza che pervade chi oggi la piange (e sono tanti) è tanta. Bisognerebbe essere sul territorio per capire bene quello che ha lasciato. Ma oggi, dall’alto del Cielo, starà sicuramente dicendo: “Uh… non fate tante vuommeche” (“Non fate tante smancerie”). Si deve guardare avanti. Sì, ma senza Luciana non sarà più la stessa cosa. Purtroppo non avrò più il piacere di sentirla al telefono quando mi diceva: "Quando vieni ad Ascea? Ti aspetto, Mimmo....lascia stare un po' il giornale vieni a trovarmi, qui ti rilassi...." Sì, mi mancheranno le sue chiacchierate ironiche, la sua arguzia, il suo perenne sorriso e le sue....prelibatezze perché ai fornelli, lo ripeto, era veramente inimitabile! Ciao Luciana, ti voglio bene, rimarrai sempre nel nostro cuore.... Come nel nostro cuore rimarranno sempre Luciano ed Ettore, che vedete nella foto, felici, insieme con Luciana.
A Enzo e Stefano ai parenti tutti le sentite condoglianze mie, di Francesca, Matilde e di tutto il corpo redazionale.​

Domenico Porpiglia