È una lettera partita da Firenze tanti anni fa per giungere a Montevideo dove, passando di mano in mano, è finita anonimamente nel vasto catalogo di un negozio d'antiquariato che l'ha appena venduta all'asta. La lettera del pittore Antonio Ciseri datata 1863 resterà in Uruguay perché ad aggiudicarsela è stata la Comisión del Patrimonio Cultural de Nación che ha aggiunto questo documento alla lista dei beni culturali acquistati per il loro alto valore storico che rappresentano.

Il manoscritto ha come protagonista Juan Manuel Blanes, promettente allievo dell'Accademia di Belle Arti di Firenze che più tardi diventerà molto famoso nel suo paese guadagnandosi l'appellativo di "pittore della patria". Ma facciamo un passo indietro per capire come si è arrivati all'intervento di Ciseri nei confronti dell'alunno sudamericano. Nel 1860 Blanes ottiene una borsa di studio dal governo uruguaiano per andare a studiare in Europa per un periodo di cinque anni. In cambio offre di inviare alcune delle opere che realizzerà e fa una promessa: al suo rientro fonderà un'accademia di pittura.

Juan Manuel Blanes

Forse per certificare l'effettivo impegno di Blanes in Italia e tranquillizzare così i suoi finanziatori, il professor Ciseri prende carta e penna e il 27 febbraio del 1863 scrive al governo uruguaiano una lettera di poche righe: "Il signor Juan Manuel Blanes di Montevideo ha tratto sempre più vantaggio dal mio insegnamento e dalla mia direzione ed è arrivato a superare in breve tempo non solo i principi elementari ma anche quelli che guidano per completare la perfezione".

Antonio Ciseri

La copia acquistata dalla Comisión del Patrimonio Cultural de Nación è il documento tradotto in spagnolo rilasciato dal Ministero delle Finanze uruguaiano ed è datato aprile 1863. Rappresenta una sorta di via libera per continuare a finanziare il soggiorno di Blanes a Firenze, senz'altro un investimento in ottica futura per lo sviluppo delle arti nelle nascente Repubblica orientale.

Tutti gli esperti coincidono su un punto: se Blanes è riuscito a diventare quello che è stato lo deve in gran parte alla formazione che ha ricevuto dal suo maestro Antonio Ciseri che ha notevolmente influenzato la sua pittura nel rigore dei disegni, nella gestione dei colori naturali degli oggetti, nei passaggi di luci e ombre e poi, forse la sua caratteristica principale, nell'aspetto visivo del suo realismo.